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La coltura dell’olio a Tivoli

Origine e mitologia dell’uliveto.

di admin • Pubblicato il 29 Novembre 2017 19:14:27Vivi... Città

La storia dell’ulivo è legata a quella dell’umanità. Per la prima volta nell’Asia Occidentale, la pianta dell’ulivo si diffuse in tutta l’area mediterranea dove il suo culto fu consacrato da tutte le regioni. La coltivazione dell’ulivo ha origini circa 6000 anni fa, ne fanno fede i racconti tradizionali, testi religiosi, resti archeologici. L’ulivo rappresenta nella mitologia, come nella religione un elemento naturale di forza e purificazione. A conferma della millenaria storia dell’ulivo, ci sono diverse citazioni fatte nella Bibbia. Nell’ antica Grecia, agli Ateniesi vincitori, veniva offerta una corona di ulivo ed un’ampolla d’olio, mentre gli antichi Romani intrecciavano ramoscelli di ulivo per fare corone con le quali si premiavano i cittadini più valorosi. La cultura dell’olio di oliva è giunta sino a noi attraverso il Medioevo per opera di alcuni ordini religiosi tra cui i Benedetti che persuadevano i contadini a non abbandonare le terre e dedicarsi a culture redditizie come quelle dell’olio.

OLIO A TIVOLI

Gli olivi la fanno da padroni nelle nostre colline di Tivoli dove il numero delle piante è di circa 250.000. Tra queste piante antiche secoli molte sono veramente importanti: è famoso ‘’ L’ALBERO BELLO’’ all’interno della Villa Adriana ha una circonferenza di 5 metri ed ha gli stessi anni della Villa Adriana.
Lungo la strada di Pomata, strada  costruita  dai romani per la manutenzione degli Acquedotti ci sono ulivi vecchi sei,  sette secoli e si dice che alcune volte gli  antichi su ogni pianta raccoglievano quintali di olive.

FRANTOIO GALLOTTI

Il mio bisnonno si chiamava Alfredo Gallotti e sin da giovane si occupava di produzione d’olio. Il suo primo frantoio si trovava nel cuore di Tivoli ed è rimasto lì fino circa 25 anni fa, dopo di che il crescente numero di veicoli e il traffico nel centro storico rese difficile il  transito di mezzi che scaricavano le olive da macinare.
Pertanto si decise di trasferire il frantoio in una zona più comoda.
La caratteristica del frantoio Gallotti è il metodo di spremitura a freddo mediante macine in pietra di grosse dimensioni.
Le principali fasi della produzione sono: il lavaggio delle olive e la separazione dalle foglie. Il conseguente passaggio nelle macine in pietra per la moritura. In questa fase lo schiacciamento del nocciolo sulla polpa produce la pasta d’olio. La fase successiva lo schiacciamento del nocciolo sulla polpa produce la pasta d’olio, poi la fase di frangitura rappresenta un ulteriore rottura della polpa a cui seguirà la fase di gramolatura di una durata di circa 40 minuti che servirà a rompere l’emulsione tra acqua e olio, e a far confluire le micelle d’olio in gocce più grandi che tendono a separarsi spontaneamente dall’acqua.
A questo punto l’olio potrà essere imbottigliato.

 

Rossi Gabriele, Gallotti Lorenzo 1B