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DALLA IUS SANGUINIS ALLA IUS SOLI

Una questione di… cittadinanza

di admin • Pubblicato il 12 Febbraio 2018 16:35:03Osservatorio sul mondo

Partiamo dalla differenza tra popolo e popolazione: la prima indica una comunità  di persone che ha il diritto di cittadinanza in uno Stato, la seconda indica le persone che abitano in uno Stato, ma anche quelle che non hanno la cittadinanza. Quindi la cittadinanza è la condizione di una persona, detta cittadino, alla quale le leggi dello Stato cui appartiene riconoscono i diritti civili e politici che si mantengono ovunque egli si trovi, anche se risiede fuori dallo stato cui appartiene. Per esempio un cittadino italiano ha il diritto-dovere di difendere la patria, di essere fedele alla propria repubblica, di pagare le tasse, di eleggere i propri rappresentanti politici e di essere eletto. Ogni Stato stabilisce delle regole in base alla quali è possibile acquisire la cittadinanza partendo da dei criteri, in Italia c’è la IUS SANGUINIS (diritto di sangue), cioè il diritto di essere cittadino per il fatto di avere almeno un genitore cittadino dello Stato, anche se si è nati altrove .
Cosa cambierebbe con la IUS SOLI?
La ius soli è una legge proposta in Senato nel 1992, ma ancora non è stata approvata dal Parlamento, ancora non messa in atto, e significa (diritto del suolo), cioè il diritto di essere cittadino per il fatto di essere nato nel territorio dello stato o di risiedervi legalmente da un certo periodo di tempo. Lo ius soli puro prevede che chi nasce nel territorio di un certo stato ottenga automaticamente la cittadinanza: ad oggi è valido ad esempio negli Stati Uniti, ma non è previsto in nessuno stato dell’Unione Europea. Lo ius soli “temperato” presente nella legge presentata al Senato prevede invece che un bambino nato in Italia diventi automaticamente italiano se almeno uno dei due genitori si trova legalmente in Italia da almeno 5 anni. Se il genitore in possesso di permesso di soggiorno non proviene dall’ Unione Europea, deve aderire ad altri tre parametri: deve avere un reddito non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale; deve disporre di un alloggio che risponda ai requisiti di idoneità previsti dalla legge, deve superare un test di conoscenza della lingua italiana.
Cosa cambierebbe con la IUS CULTURAE?
L’altra strada per ottenere la cittadinanza ma ancora non messa in atto è quella dello ius culturae, e passa attraverso il sistema scolastico italiano. Potranno chiedere la cittadinanza italia ai minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni che abbiano frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie). I ragazzi nati all’estero ma che arrivano in Italia fra i 12 e i 18 anni potranno ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.

LE NOSTRE OPINIONI
Da quanto abbiamo letto e scritto crediamo che la IUS SOLI sia una legge molto utile per gli immigrati, che non possono vivere con i figli nei loro paesi con la guerra, e quindi meritano un posto nel Paese in cui si stabiliscono, solo se la loro presenza è buona e compensata da un solido lavoro, mentre è una cattiva legge se essi diventano delinquenti e prendono parte al voto con un influenza negativa.

 

 Orlandi Giulia, Condello Alessandra, Martone Lara 2°F