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L’Infinito compie 200 anni

di admin • Pubblicato il 14 Giugno 2019 19:06:58Tra immagini e parole


Era la primavera o l’autunno fra il 1819 e il 1821 il poeta Giacomo Leopardi sicuramente dopo il fallimento della fuga dal”natìo borgo”, aveva poco più di 20 anni e già cominciava a rinchiudersi nella sua progressiva solitudine, che componeva il piccolo idillio, che verrà poi pubblicato nel 1825.Questo componimento è come il sospiro di una creatura oppressa dalla propria incapacità di essere, di vivere in una dimensione sociale vuota, tutta dedicata ai libri e allo studio.
Il poeta dice di trovarsi in un luogo preciso, che ama e frequenta abitualmente: un colle solitario, identificato nel monte Tabor che domina le campagne di Recanati. Mentre si accinge a salire il colle, in uno spazio delimitato da una siepe, guarda , ma non riesce a vedere “dell’ultimo orizzonte”, quello che poi riuscirà a vedere una volta arrivato è solo frutto dell’immaginazione.
Nonostante siano trascorsi due secoli i suoi temi raccontano anche l’uomo moderno oltre l’uomo romantico che tende ad andare verso l’infinito, pur essendo limitato, come si può capire nel verso 15 “ e il naufragar m’e’ dolce in questo mar” che malgrado abbia tutti questi anni ancora fa capire la sensazione sempre attuale rimanendo un poeta di riferimento per la letteratura italiana.
È proprio la ricerca dell’infinito ossia la ricerca di qualcosa che dia felicità all’uomo per fuggire all’ insoddisfazione dalla noia. Il fatto che l’uomo sia limitato non riesce a vedere per natura ciò che è davanti a lui di finito. Per questo l’autore considera la natura una matrigna crudele che costringe l’uomo a credere nell’esistenza di un infinito ma anche nella sua impassibilità nel raggiungerlo.Quindi l’uomo si ritrova nell’essere crescente del suo limite è solo attraverso la sua immaginazione trova un po’ di felicità. Ed è questa la sua contemporaneità, ogni uomo fin da piccolo usa l’immaginazione per raggiungere luoghi e situazioni a se lontani e nelle proprie fantasie trova soddisfazione. Ad oggi nonostante il progresso e la tecnologia l’uomo è costantemente alla ricerca del suo infinito e niente potrà mai dargli ciò che intimamente cerca, si ritroverà a fantasticare sul cosa ci sia in quell’orizzonte lontano che la sua siepe gli nasconde.

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Paciarelli Alessia, Ricci Luna classe 2A