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Una vita piena di diversità

di admin • Pubblicato il 16 Febbraio 2020 20:45:51La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Tivoli 30/01/2020
Oggi alcune classi della nostra scuola , compresa la nostra , hanno vissuto un ‘esperienza significativa. L’ attore Jonis Bascir, al teatro Giuseppetti di Tivoli, ha parlato della sua vita. Egli ,utilizzando la finzione teatrale, ha  raccontato vari episodi vissuti in prima persona. Ci ha narrato che, avendo la madre italiana e il padre somalo, la maggior parte delle persone lo ha sempre giudicato per il colore della sua pelle, che ha soprannominato “Beige”. L’attore ha alternato alla recitazione alcune parti cantate, facendoci conoscere molti generi musicali africani dal blues al jazz fino al rap.


  Jonis ci ha riferito che spesso gli veniva chiesto di dove fosse , lui con tono sarcastico rispondeva: “ Di Roma , di dove devo essere?”.La scena era ,intelligentemente, suddivisa in tre momenti: lui nella posizione centrale con il suo monologo, un amico immaginario ”Sergetto” che riproponeva tutti i piu’ banali luoghi comuni, l’angolo della conoscenza da cui imparare e superare tutti i nostri sciocchi preguidizi.

Egli ci ha parlato delle diversità evidenziate attraverso alcuni semplici aggettivi :basso, alto, grasso, magro ,moro, biondo. Ognuno di noi è meravigliosamente unico per come è, ciascuno deve sentirsi a proprio agio con se stesso e la propria materialità . Jonis narra che, paradossalmente, il suo essere “beige” è stato sempre il massimo dell’imperfezione: per alcuni era troppo chiaro, mentre per altri troppo scuro. Alla ricerca della propria identità egli ha così cominciato a viaggiare.

Ci ha raccontato di un giorno in cui era fermo ad un semaforo di Roma ed accanto a lui c’era una smart grigia, guidata da una vecchia signora. Appena lui le si affiancò, la vecchia chiuse la sicura della macchina , solamente perché era scuro di carnagione , Jonis per non darle soddisfazione chiuse a sua volta la sicura della sua macchina.

Dopo questo e tanti altri episodi narrati, Jonis ci ha parlato della intolleranza che molta gente non ha manifestato nei suoi confronti. Ha detto che anche il linguaggio che utilizziamo quotidianamente è discriminatorio poiché i termini usuali sono quasi tutti di genere maschile.

Come abbiamo detto, lui si chiama Jonis e nello spettacolo cita alcune battute sciocche e banali che gli sono state rivolte del tipo : “ Siamo 11 con Jonis “ oppure quando lui è nato l’ infermiera senza volerlo disse :” Ecco Jonis! “. Anche un semplice cognome, dunque, può  diventare  un’ arma per offendere o deridere qualcuno.

Questo spettacolo ,intelligente e coinvolgente, si è concluso con una semplice canzone, accompagnata dalla chitarra, che ancora una volta ironizzava sulla sciocca discriminazione in base al colore della pelle.  L’attore è stato molto bravo perché è riuscito a rappresentare, in modo leggero, concetti molto toccanti e profondi.

Per noi, i suoi racconti sono stati molto significativi perché ci hanno aperto gli occhi e fatto capire il significato e il peso di alcune parole che al giorno d’ oggi, la maggior parte di noi, usa con troppa leggerezza, contro persone differenti da noi. Abbiamo cantato tutti insieme a squarciagola, felici di questa bellissima giornata di scuola ed orgogliosi delle nostre “ diversità”.

 Paola Sapienza e Alice Cantini classe 2 E