giovedì 25 Aprile 2024

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SS1G “A. Baccelli”- IC.Tivoli 2- Tivoli centro – a.s.2022/2023

L’uomo non è indispensabile alla terra

di admin • Pubblicato il 23 Aprile 2020 14:59:35La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

   “Ci siamo addormentati in un mondo e ci siamo svegliati in un altro”…  È proprio accaduto così. Prima potevamo uscire di casa, andare a fare una passeggiata con gli amici….  Ora niente di tutto ciò è possibile. Siamo rinchiusi in casa e la nostra routine è cambiata. Adesso noi ragazzi non andiamo più a scuola normalmente, guardando in viso i compagni e i professori, ma guardiamo uno schermo. Adesso è diventato difficile anche lavorare perché dobbiamo fare tutto online. Le giornate in casa sono diventate ormai noiose. Non possiamo  invitare gli  amici per fare i compiti insieme, le palestre sono chiuse, quindi dobbiamo arrangiarci da soli. Io vado in terrazza a fare movimento fisico ed eseguo degli esercizi che ci dà la nostra prof.ssa di ginnastica. Per fortuna, a breve,  riapriranno le librerie e le cartolerie e magari,  con un buon libro o con un bel gioco,  passerà più in fretta il tempo….. Speriamo!!!Però, grazie a questo virus,  il mondo sta migliorando. Infatti, con  le fabbriche chiuse, le automobili ferme e con pochissimi mezzi di trasporto in circolazione, l’inquinamento atmosferico sta diminuendo parecchio. Inoltre, gli animali stanno ripopolando i loro habitat, la catena montuosa dell’Himalaya si sta rendendo nuovamente visibile in India, perché prima, proprio per colpa dello smog, non si poteva vedere. Io, sinceramente,  non vedo l’ora che riaprano le scuole perché mi manca fare la vita di una volta, mi manca vedere gli amici, mi manca svegliarmi presto la mattina e molte altre cose ancora. Martina Rossi, IF

   L’uomo non ha mai avuto un limite, non ha mai rispettato ciò che la Terra gli ha messo a disposizione, e quello che sta succedendo è dovuto alla sua ingordigia.Ci ritroviamo in quarantena con la preoccupazione per i nostri cari, con la voglia di uscire di casa e di  abbracciare i nostri nonni.Se ci siamo addormentati in un mondo e svegliati in un altro, vuol dire che l’uomo era sicuro che questo virus non gli sarebbe sfuggito di mano, e talmente ne era sicuro che non ha prestato attenzione.La Terra ha tutto il diritto di ribellarsi; la stiamo riducendo a brandelli con il buco dell’ozono, la cementificazione all’estremo, la distruzione della foresta amazzonica e, non per ultimo,  l’inquinamento dei mari e delle acque potabili. Ma, in questo momento, non tutti gli uomini hanno ancora capito che se restiamo a casa tutto passerà più in fretta, e allora organizzano feste, mercati e vari assembramenti. In questi giorni  in alcune regioni ci sono zone rosse, ma sono convinta e fiduciosa che l’Italia si alzerà più forte di prima.Ci sono persone che, a causa di questo virus, non sono riuscite a guarire e sono andate via.Sono sicura che quando finirà tutto ciò, l’uomo avrà imparato che chi comanda è la Terra, perché è grazie a lei che noi esistiamo, che respiriamo, viviamo e ci nutriamo. È lei che ha scelto di farci vivere qui ed è soltanto colpa nostra la situazione che stiamo vivendo. Elisa Lucidi IID

    

Inaspettatamente ci siamo ritrovati tutti in una situazione incredibile. Nessuno mai immaginava di vivere una cosa del genere e invece la vita ci ha stupito ancora una volta. Infatti,  tutto il mondo si è dovuto inginocchiare di fronte al virus covid-19.
Con i miei occhi di bambina mi sono resa conto che gli adulti erano impreparati ad affrontare questa pandemia. Già il fatto di gestire noi figli con le scuole chiuse a molte famiglie ha creato problemi, ma la cosa che più mi ha stupito è stato vedere nei telegiornali l’impotenza dei medici negli ospedali di fronte a tantissime persone che chiedevano aiuto, che dovevano essere curate. Ci rendevamo conto della fatica di queste persone che, a rischio della vita, senza sosta e lontani dalle loro famiglie, si adoperavano per salvare più vite possibili. E tutti noi chiusi in casa per evitare che il contagio si diffondesse ancora di più, tutte le attività ferme, i negozi chiusi, fare la spesa solo quando è necessario, le file lunghe nei supermercati, tutti con le mascherine e i guanti e ad un metro di distanza.
Un modo di vivere completamente diverso dalle nostre abitudini che sicuramente ci ha cambiato e ha cambiato il mondo, anzi, forse, a pensarci bene, il mondo è sempre stato così e siamo stati noi a volerlo cambiare per forza. La televisione ci presenta  uno scenario diverso da quello che noi abbiamo sempre conosciuto,  come se la natura avesse ripreso il suo posto: vediamo gli animali selvatici passeggiare tranquilli sulle strade che prima erano piene di macchine,  l’aria è più pulita, il cielo più terso e lo smog è sparito. Mi viene da chiedere a questo punto se l’uomo possa trarre un insegnamento da tutta questa storia, possa comprendere qual è il comportamento giusto per rispettare la Terra. D’altra parte, la natura in questo periodo ci ha fatto capire che senza l’uomo riesce ad andare avanti più rigogliosa che mai. Mi auguro e spero che questo periodo ci possa insegnare a vivere con semplicità, nel pieno rispetto della Natura e dell’umanità intera…Benedetta Carioli 1F

Dalla sera alla mattina tutto era cambiato. Nelle chat e nei social di tutta Italia girava una sola notizia: “Da domani scuole chiuse!”.
Subito mi prese l’euforia e la gioia, tipiche di quelle inaspettate nevicate che tante volte ci hanno regalato un giorno di vacanza. E questo voleva dire niente sveglia all’alba, niente corse mattutine per raggiungere la scuola, nessuna ansia, nessun timore per verifiche ed interrogazioni, e tutta la mia famiglia a casa, come non era mai successo prima.
Ma presto il mio entusiasmo si smorzò. Una tragedia mai annunciata stava travolgendo il mondo intero e quale era il prezzo da pagare per tutto questo? Un prezzo altissimo, che nessuno di noi avrebbe potuto immaginare: la rinuncia alla nostra libertà e la perdita di tantissime persone care, senza poter dare loro nemmeno un ultimo saluto.
Le differenze tra gli uomini sono azzerate: non esiste più il ricco e il povero, il potente e il debole; non c’è denaro sufficiente che possa darci l’ossigeno per vivere; non esistono differenze di razza: si ammala il bianco, come si ammala il nero e siamo tutti vulnerabili di fronte a questa malattia finora incurabile che ci rende impotenti ed indifesi.
Gli scienziati di tutto il mondo stanno studiando per trovare una cura ed un vaccino, ma la strada è ancora lunga, e adesso è il tempo per noi di restare a casa, di uscire solo se strettamente necessario. Mentre ci sono i medici, gli infermieri, gli autotrasportatori, le persone che lavorano nei supermercati, tutti coloro che svolgono un’attività indispensabile,  che rischiano la propria vita per garantirci di essere curati e di avere ciò di cui abbiamo bisogno ogni giorno per vivere.
Ed è anche per loro che dobbiamo rispettare le regole, sacrificarci, rinunciare ad uscire, avere pazienza e fiducia.
L’uomo, padrone della Terra, per la prima volta si sta arrendendo ad un nemico invisibile ma del tutto naturale. Questo virus infatti sembra arrivi dal pipistrello ed abbia poi fatto un salto di specie fino all’uomo. E’ la natura che si ribella all’uomo che finora ha usato in modo irrazionale e sconsiderato le sue risorse. Noi abbiamo bisogno della natura per vivere, la natura non ha bisogno di noi. Noi non potremmo vivere senza il sole, l’acqua, l’aria. Invece, se ci guardiamo intorno, in questi giorni in cui l’uomo si è fermato ed ha interrotto le sue attività, vediamo che la natura è rimasta immutata, anzi sembra come rinata: le città sono vuote ma ancora più belle, il cielo ancora più azzurro senza lo smog e gli animali liberi di riprendersi i lori spazi.
Gandhi diceva “Quando si riflette su ciò che è fuggito, bisognerebbe anche soffermarsi su ciò che è rimasto. É lì che si trovano le tracce di una possibile serenità.”
E’ da qui che dobbiamo ripartire; imparare dagli errori del passato, voltare pagina e ricominciare, rispettando il mondo che ci ospita e che abbiamo il dovere di preservare. Ma per adesso dobbiamo fermarci, rimanere distanti e rinunciare agli abbracci, come ci ha detto il premier Conte: “Rimaniamo distanti oggi, per abbracciarci con più calore e per correre più veloce domani, tutti insieme ce la faremo!”.    Bruschi Mario 1F            

                                                                                                         

COVID 19

RIFLESSIONE SUL CORONAVIRUS

   Un giorno, mentre facevo i compiti, tutti i telefoni della mia famiglia cominciarono a squillare: i mittenti dicevano di sintonizzarsi su Rai 1 perché c’era una diretta con il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.  Dal giorno dopo, scuole chiuse e tutta l’Italia ferma.
Io già sapevo cosa stava succedendo nel mondo e già sapevo che prima o poi, per un certo periodo, tutti ci saremmo dovuti fermare, perché giorni prima avevo sentito i miei genitori preoccupati che ascoltavano e commentavano il telegiornale. Dicevano di fare scorte di farina … e sicuramente avevano ragione … E si, eccoci qua! Con le video lezioni e la didattica a distanza.
Il coronavirus mi ha fatto capire cosa sono l’amore, l’amicizia e anche l’importanza di un semplice bacio e un abbraccio: tutte cose a cui prima non davo molto peso e che ora mi mancano come il pane. Non ho potuto più rivedere i miei nonni, gli zii, i cugini;  si rimedia con le videochiamate, ma non sono la stessa cosa!
Spero che tutto finisca presto e che da questa pandemia ne usciremo più responsabili. Bitocchi Camilla 1F

di Bitocchi Camilla

 Dal quattro marzo la mia vita è cambiata. Mentre stavo facendo i compiti,  mia madre disse che le scuole sarebbero state chiuse a causa del coronavirus, un virus partito dalla Cina.
Quel giorno ero felicissimo. Adesso non più, perché mi sono accorto quanto non sia bello stare senza amici, non vedere i propri nonni e stare a casa a non fare niente. Gli uomini devono stare in compagnia, non da soli. Devo, però, ammettere che sono un po’ felice per la Terra perché è molto meno inquinata visto che fabbriche, palestre e porte di casa sono chiuse.
In questo momento mi sento come un leone da circo prima del suo spettacolo, in gabbia. Bucciarelli Alessandro 1F

                                                                                                    

RIFLESSIONE SUL MOMENTO DIFFICILE CHE STIAMO VIVENDO

 I lati positivi.
Ci sono lati positivi in questo momento di grande difficoltà che stiamo vivendo?
Prima di rispondere a questa domanda dobbiamo porcene un’ altra:
Quali sono i lati negativi?
All’ apparenza può sembrare una domanda inutile, perché diamo per scontato che ogni cosa, ogni minuscola cosa che il Covid-19 ci ha portato,  sia brutta, ma non è così. Naturalmente i lati negativi ci sono e questo è un dato incontrovertibile. Quello che sta succedendo è una grande tragedia: molte persone a cui volevamo bene sono sparite, sono sparite lottando contro un’ entità più grande di loro, più grande di tutti noi. I medici e gli infermieri si schierano tutti i giorni in prima linea, rischiando la vita, insieme a tutte le persone che sono costrette a lavorare in questo periodo, con la paura di ammalarsi e di contagiare le proprie famiglie.
Dopo aver risposto a questa domanda, possiamo rispondere a quella sui lati positivi.
Partiamo dall’ inquinamento: ora la Terra sta guarendo dalle ferite che le abbiamo inferto, perché ora che siamo tutti reclusi in casa, la Terra vive bene. Questa quarantena ci sta, poi, aiutando a capire il valore della normalità e delle cose semplici.
Per quanto mi riguarda, la quarantena mi permette di passare più tempo con la mia famiglia e di sperimentare cose nuove.
Sicuramente, da questo periodo usciremo fortificati e migliori di prima. Francesca Maccaroni, IF

   Eccoci qui, in un periodo indimenticabile della storia che non ci saremmo mai immaginato di vivere, un periodo che ci ha fatto capire quanto sia importante la nostra salute, che ci ha sconvolto tutti e che ci ha portato via moltissime persone a cui volevamo molto bene;  ci ha portato via l’essenza dell’umanità: la socializzazione, ma ci ha fatto capire anche quanti danni sia capace di arrecare alla natura l’uomo.
Durante questa quarantena, infatti, si è  abbassato molto il tasso di inquinamento, perché hanno smesso di circolare le macchine. Restiamo lontani oggi per abbracciarci più forte domani.
E continuiamo sempre a ringraziare coloro che ogni giorno combattono in prima linea contro il covid 19 e rischiano la loro vita per salvare la nostra. Ce la faremo, andrà tutto bene. Marchetti Giulia 1F

Marchetti Giulia 1F

                                                                                                            

Io penso che questa situazione sia brutta per tutti.
Ma gli abbracci e i saluti avranno il loro tempo. Se rispettiamo tutti insieme questa quarantena, la situazione che stiamo vivendo finirà al più presto e potremo vivere nuove esperienze.
Io penso che anche questi terremoti non siano una coincidenza.
Ora ci sono strade dove passano gli animali: è come se Madre Natura si volesse riprendere i suoi spazi e i suoi tempi.
L’uomo, abituato a correre, ora è costretto a rallentare. Buscemi Davide 1F

                                                                                                                

   Da più di due mesi siamo chiusi dentro le nostre case. Non ci possiamo più muovere e baci e abbracci sono più pericolosi dei fucili; andare dai parenti o dagli amici è peggio di un’invasione straniera, perché con questa epidemia anche un solo passo fuori casa è come entrare in un campo minato.
Adesso, l’unica cosa che ci permette di vedere chi amiamo è un piccolo vetro, dallo spessore di pochi millimetri.
Questo virus è un mostro sputafuoco. Ognuno di noi, per difendersi, deve avere uno scudo.
É un brutto periodo, però so che passerà.
L’uomo, prima dominava Madre Natura, ora lei si sta riprendendo ciò che è suo di diritto usando un’arma che l’uomo teme, perché non vede e non può fermare.
Ma se rimaniamo uniti, forti, e ognuno fa la propria parte, tutte queste morti non saranno vane.    Buscemi Mattia 1F

                                                                                                               

 Oggi il mondo ci ha lanciato una sfida, che soltanto noi possiamo vincere; per vincerla dobbiamo  fare dei sacrifici: come restare a casa, nonostante queste belle giornate di primavera.                        
Se non lo facciamo oggi, lo rimpiangeremo domani.                                        
Questa situazione non va presa con leggerezza, dato che tutto il mondo è in ginocchio. Quindi, se questa estate vogliamo uscire, dobbiamo comportarci come grandi persone.   Boghi Mattia IID                                  

                                                                                                                       

    Questo virus ha cambiato drasticamente il nostro modo di vivere, le nostre abitudini e ci ha portato a prestare più attenzione all’igiene e al modo di relazionarci con gli atri.
Nessuno avrebbe potuto immaginare un Millennio con la pandemia, confinati tra quattro mura, a reinventarci tutti i giorni per arrivare a sera senza impazzire. Abbiamo pensato così di sfruttare questo momento per organizzare flashmob dal balcone, lezioni di fitness su Youtube, e tutto questo perche’ ci sentiamo in gabbia. Invece, gli animali, che prima lo erano, adesso passeggiano sulle nostre  strade. Ieri alcuni astronauti sono atterrati sulla Terra dopo sei mesi nello spazio e le prime dichiarazioni sono state: “È come se tornassimo in un pianeta completamente diverso e surreale”; ecco, questo ci fa capire com’è cambiato il mondo in appena due mesi.
Gli animali hanno ritrovato i loro spazi, niente più smog, gli oceani respirano senza la presenza dell’uomo. Spero che questa brutta esperienza ci faccia capire che siamo noi gli ospiti della Terra; abbiamo nelle nostre mani il suo destino. De Paolis Christian IID

                                                                                                       

   Non c’e memoria di uomo che ricordi quello che stiamo vivendo in questo momento.
Se a mia nonna, che ha 84 anni, chiedo qualche informazione sulla seconda guerra mondiale, lei mi confessa che quei pochi ricordi  impressi nella sua memoria non sono così terrificanti come quelli che vive in questo periodo, chiusa in casa e spaventata.

Sicuramente non dimenticherò e non dimenticheremo tutto questo. Strade e piazze vuote, gente che canta e suona affacciata alle finestre e ai balconi, sventolando la bandiera tricolore e cercando, in questo modo, di farsi coraggio, di allontanare i fantasmi della pandemia, di riscoprirsi, con orgoglio, di essere italiani.
E io, ragazza di 12 anni, chiusa in casa da oltre un mese, come vedo e cosa so di quello che accade intorno a me?
Tutto quello che so è filtrato attraverso gli occhi e i racconti dei miei genitori. Escono di casa indossando la mascherina e i guanti, e raccontano, al rientro, un mondo innaturale, irreale, fantascientifico: l’obbligo di mantenere la distanza di più di un metro l’uno dall’altro; la lunga fila di attesa davanti agli uffici postali, ai supermercati, alle farmacie; le chiese, i negozi chiusi.
La gente è serrata dentro casa e trascorre le giornate cucinando, facendo ginnastica ….. riscoprendo la famiglia.
Ma ciò che stiamo vivendo e ciò che ci aspetta per il futuro, lo rivela, con grande crudeltà, la televisione: ogni giorno trasmette un bollettino di guerra comunicandoci il numero dei contagiati e dei morti. Potrebbero essere i nostri nonni, le nostre zie, i nostri cari.
Si avvicinano la Pasqua e la Pasquetta, giorni che abbiamo sempre trascorso in famiglia, sui prati, facendo scampagnate fuori dalla città, ma tutto questo ci è vietato; dobbiamo continuare a rimanere in casa e la sofferenza è ancora maggiore se pensiamo che queste feste le abbiamo sempre trascorse con le persone a noi care.
E a me, ragazza di 12 anni, cosa manca?
Sento la nostalgia di tutte quelle cose che facevano parte della mia vita: le uscite con le amiche il sabato o la domenica, i compagni di classe, addirittura, mi sembra strano dirlo, la scuola! Ma più di ogni cosa, mi manca la libertà … La libertà di uscire, di abbracciare un’amica e di andare dove voglio e quando voglio. Sono certa che, prima o poi, tutto questo finirà, ma nel frattempo trascorro le mie giornate al telefono con le mie amiche, a fare i compiti e a volte a cucinare con mia madre.
Ma la vera novità di questa pandemia è “la didattica a distanza”, attraverso la quale svolgiamo le lezioni online con i nostri professori, per non dimenticarci che siamo sempre degli studenti e che saremmo dovuti stare seduti sui banchi di scuola.
Spesso mi chiedo se tutto questo che ci sta accadendo sia la ribellione del Pianeta Terra a tutto ciò che ogni giorno gli infliggiamo. In questo periodo in cui circolano poche macchine e le fabbriche di tutto il mondo sono ferme, la Terra si è riappropriata del suo cielo limpido e meno inquinato …. come all’origine lo aveva donato all’uomo.
Che sia un segnale che la Terra ci vuole inviare? Ci vuole ricordare che siamo affittuari nel mondo, ma non i suoi proprietari ! ! !  
Martina De Sanctis, II D

                                                                                                             

   Eccoci qui in quarantena. Qualche mese fa potevamo uscire tranquilli con gli amici, andare a scuola e scherzare con i nostri compagni, ma ora mi rendo conto che la situazione è molto più grave del previsto. I telegiornali non fanno altro che mostrare immagini di ospedali e file ai supermercati: viviamo in guerra. Siamo tutti chiusi in casa come prigionieri, ma fortunatamente abbiamo la tecnologia che ci permette di passare il tempo e comunicare con gli altri.
Purtroppo stiamo combattendo un nemico invisibile, ma se seguiamo tutte le regole alla lettera, ne usciremo vincitori, anche se a caro costo di vite.
#ANDRÀTUTTOBENE Alessio Faeti, II D

                                               

   Questo virus ci fa comprendere che non siamo eterni ed onnipotenti e che anche noi abbiamo delle fragilità. Diamo per scontato una cena tra parenti o amici, un abbraccio, una passeggiata all’aperto, un sereno saluto faccia a faccia, poter andare in giro liberi.
Ora siamo costretti a rinunciare a queste piccole cose, piccole ma importanti, che appartenevano alla nostra libertà.
Nei primi giorni non mi dispiaceva rimanere a casa, e anche adesso mi sento abbastanza tranquilla, ma mi manca, in certi momenti, specialmente nonna, la sua casa e le cose che facevo con lei,
Penso che tutti, adulti, bambini e ragazzi, riflettano continuamente su quello a cui devono rinunciare, non si sa per quanto tempo ancora, e al pericolo che tutti corriamo di ammalarci gravemente, se non si rispettano le regole.  Giulia Maio, II D

                                                                                                                     

Ciao, sono Mattia Proietti
Tivoli é la mia città. Una città turistica, con le sue antiche ville romane. Pensate che a sentire i miei, le sere erano abituati a vedere persone di varie nazionalità in giro, fino a tarda notte. Improvvisamente oggi tutto è cambiato.
Ora abbiamo la pandemia, questa è una brutta parola che fa paura solo a pronunciarla.
Mi sono informato su Google: “Epidemia con tendenza a diffondersi rapidamente attraverso vastissimi territori o continenti”.
Si chiama coronavirus, sembra la marca di una birra che beve il mio papà.
Dicono che sia stato creato in laboratorio in Cina e che, probabilmente, sia sfuggito al controllo degli scienziati chimici propagandosi prima nelle loro città e poi viaggiando in tutto il mondo,  trasportato da noi.
Abbiamo raggiunto quasi duecentomila morti nel mondo.
Stiamo distruggendo questo pianeta. Non capisco il motivo di questi esperimenti. Ho paura.
Mi sono stabilito a casa del nonno perché più attrezzata della mia per i collegamenti tramite Pc, lui mi fa compagnia e mi aiuta nei compiti.
Le scuole sono chiuse, continuiamo a studiare collegandoci telematicamente con i vari professori . Sentendo la mia bisnonna, sembra essere ritornati ai tempi della guerra.
Lei all’epoca era piccola, aveva circa 6 anni e mi parla spesso dei tedeschi, della gente chiusa nelle proprie case, della fame, della paura nel sentire l’arrivo dei camion o delle macchine nel paese. Escluso i tedeschi, per alcuni versi, sembra che in effetti sia ritornato quel tempo. La gente non può uscire per ordine del comune e dei decreti statali.
Chi esce deve avere validi motivi, indossare mascherine, stare a debita distanza e, ciò che è più importante, non avere febbre. Se tossisci o starnutisci ti guardano male, dice il nonno. Si fanno le file per rifornirsi di generi primari, come nei racconti della mia bisnonna, e si cerca di fare la spesa per più giorni in modo da rimanere a casa il più possibile. Ogni tanto passa la macchina della Protezione Civile che si raccomanda, tramite altoparlante, di rispettare le istruzioni impartite. Nel pomeriggio c’è il “coprifuoco”, non gira nessuno: Tivoli è deserta.
Anche non volendoci pensare, non  è possibile. Tv e  radio parlano di questo virus; in casa i nonni idem; al telefono cerchi di dire altro, ma il discorso ricade sempre su morti e contagiati.
Nonno dice che stiamo agli arresti domiciliari e, a pensarci, sembra vero.
Se ne sta andando una parte della nostra cultura, i nostri anziani, e mi sento triste pensando che ………….non voglio dirlo.
Non si gioca più con gli amici, ci si sente per telefono,  ma non è la stessa cosa.
Arriva la Pasqua, prima si parlava di dove passarla e con chi, e poi  la Pasquetta, i prati, le corse, il pallone, i parenti, le tavolate e le risate.
Questo “mostro” ha soppresso tutto, si parla anche del 25 aprile e forse anche del 1° maggio.
Ma quando finirà? Spero presto.
Anche noi abbiamo messo una bandiera italiana con su scritto: “ANDRA’ TUTTO BENE”.
Credo che questo serva a darci coraggio e a farci riflettere che la vita è un battito di ciglia e che  dovremmo volerci bene. Questa è una lezione per noi tutti. Mattia Proietti, II D

                                                                                                          

COVID 19

   Notte del 31 Dicembre 2019: abbiamo aspettato con gioia e speranza l’inizio del 2020.
Un anno fortunato?
4 marzo 2020: la tv comunicava che dal 5 marzo 2020, scuole e negozi di tutta Italia dovevano rimanere chiusi, e non si poteva più uscire di casa.
Da quel momento la vita di tutti è cambiata. Siamo in quarantena.
Però questa quarantena ci aiuta anche a riflettere, a stare con le persone che amiamo, ovviamente chi ne ha la possibilità… All’inizio avevo tanta ansia per la situazione, poi mi sono tranquillizzata un po’ perché le persone contagiate o che morivano, erano piano piano di meno.
Appena iniziata la quarantena mi sono chiesta cosa avrei fatto e come mi sarei comportata.
Con il passare dei giorni ho trovato delle attività da fare: di solito guardo qualche film o serie su netflix, faccio i compiti, partecipo alle video lezioni, prendo il sole fuori, faccio ginnastica. preparo anche dei dolci con mia madre e mia sorella, poi parlo con gli amici… Non mi annoio quasi mai perché sono sempre impegnata a fare qualcosa.
Ma mi manca tanto uscire: uscire con i miei amici, uscire ed andare per negozi, mi manca anche andare a scuola e vedere i miei compagni.
Dicono che la quarantena si allungherà, quindi passeremo anche l’estate a casa. Spero invece che finisca presto tutto ciò.

Ps: dovremmo ringraziare i medici, gli infermieri e tutte le persone che ci stanno aiutando a sconfiggere il corona virus. E dovremmo fare un minuto di silenzio per chi sta combattendo contro questo virus e per chi è deceduto. Salis Federica II D

                                                                                                     

   Quello che noi stiamo subendo è l’attacco di un virus molto potente, che sta cambiando le nostre vite. Noi siamo abituati a uscire, a prenderci per mano, ma ora non lo possiamo più fare. Dobbiamo rimanere a casa, non possiamo stare vicini e i negozi sono tutti chiusi.
È un momento difficile per tutti, soprattutto per chi ha i propri familiari in ospedale; ma se rispettiamo le regole possiamo farcela.
Per ora dobbiamo rinunciare alle nostre abitudini, ma tutto questo passerà. La città di Wuhan era in quarantena, ma si è rialzata e anche se dovesse ritornare il virus, il virus la troverà più forte che mai.                                                                                       Chiara Cerini, II D

   Si parlava di una pandemia, ma credo che nessuno si aspettasse veramente tutto ciò. Guardando il telegiornale mi resi conto che si parlava di un virus nato in Cina che si stava espandendo molto velocemente, il corona virus. In pochi giorni aumentarono i contagi e i decessi, la vita si fece surreale: scuole e negozi chiusi, città deserte, la paura negli occhi di tutti. 
Non c’era una cura.
Poco più tardi, anche qui in Italia, per difenderci da questo nemico invisibile, non ci restò altro che chiuderci in casa, privandoci di vedere amici e parenti, con la speranza di tornare ad abbracciarci come un tempo. Così iniziò la nostra quarantena mentre fuori la Natura continuò a vivere insegnandoci a rispettarla.
La vita di tutti è cambiata: le lezioni scolastiche si svolgono online, i miei fratelli, come tutti i bambini, giocano in casa, non in un parco; vederli ridere nella loro inconsapevolezza mi riempie il cuore di gioia e positività e mi insegna a non dare più per scontato un abbraccio, un bacio o una semplice stretta di mano.
Sperando in una sola cosa… andrà tutto bene! Camilla De Luca, II D

                                                                                            

   In questo momento storico in cui siamo isolati dal mondo e rinchiusi in casa, riusciamo a capire quello che conta veramente: l’importanza di un abbraccio, una carezza, incontrare un amico e ce ne siamo accorti solo adesso!
Come cambia il valore delle cose quando le perdi!
Prima ognuno era ossessionato dalla spasmodica ricerca della  felicità nelle cose materiali, nel vestito all’ultima moda o nell’ultimo modello di smartphone, solo per il compiacimento di avere, per dimostrare agli altri che siamo felici.
Ma in realtà non lo siamo, perché il giorno dopo è già abitudine.
Con questo virus il mondo cerca di farci capire che non siamo essenziali, siamo ospiti. Il Covid 19 non guarda in faccia nessuno, non fa distinzioni, perché siamo tutti uguali.
Prima non avevamo tempo di fare nulla, ora che ci è stata tolta la libertà di fare quello che vogliamo, stiamo riscoprendo la bellezza di essere un popolo. Quando tutto sarà finito e potremo tornare ad abbracciarci, saremo riusciti a distinguere le cose essenziali da quelle superficiali e invece di continuare a spendere per l’ultima moda, dedicheremo il nostro tempo a noi stessi, agli altri e al pianeta, e riusciremo a dare valore alle cose in base alla loro importanza.
O, almeno, è quello che mi auguro, perché spesso l’uomo non impara dalle sue esperienze. Latini Aurora IID

                                                                                                                    

Con il nostro pianeta ci siamo comportati male.
I ghiacciai si stanno sciogliendo, i pinguini e gli orsi polari stanno morendo.
Oggi noi viviamo chiusi in casa a causa di questo corona virus: siamo lontani da parenti, amici e soprattutto da mamme o papà separati. Mio padre mi manca molto e mia nonna, che non abita nella mia città, ancora di più.
Sono molto fortunata ad avere una famiglia come la mia. Vorrei  non soffrire però per la loro mancanza. Ma per i nostri comportamenti sbagliati, forse, meritiamo questa punizione da Dio.
Restare a casa é difficile, ma lo dobbiamo fare, per tutti noi.
Lucrezia Tarquini, II

 Il periodo che stiamo vivendo sembra quasi un film di fantascienza, uno di quei film nei quali il protagonista viene proiettato nel futuro e si trova a combattere contro un nemico. Questo nemico non è un gigante, non è un drago, non è un essere mostruoso, ma è un nemico invisibile che colpisce le persone senza che loro possano vederlo ed evitarlo.
Le armi da difesa in realtà ci sono, le mascherine! A volte guardo la TV e tutte le persone le indossano: sembra una sfilata di carnevale.
Questo microscopico virus che è arrivato dalla Cina ha cambiato tutte le nostre abitudini; ci ha costretti a rimanere a casa e a non poter più vedere nessuno. Quando è stata presa la decisione di chiudere la scuola, tutti sono stati contenti ma poi, con il passare del tempo, ci si è resi conto di quanto sia importante essere liberi: liberi di uscire a fare una corsa, liberi di fare una passeggiata, liberi di andare a comprare un gelato, liberi di dare un abbraccio e un bacio ai nonni…
La casa sembra essere diventata quasi una prigione e la scuola, sembra quasi impossibile, ci manca!
Ci mancano i compagni, le risate, gli scherzi, la ricreazione, anche i professori.
In questo film di fantascienza è stata però creata la scuola telematica: le lezioni si fanno davanti al computer e tutti i compagni si possono rivedere grazie alla tecnologia.
Tutto il mondo si è fermato, improvvisamente non solo le scuole sono state chiuse, ma anche molte attività; tanta gente non può più lavorare, in giro non si vedono più molte macchine, non c’è più il traffico, non si vede più il fumo delle fabbriche, il cielo è più limpido senza lo smog.
Anche se gli uomini si sono fermati, la natura continua il suo corso più bella e più forte di prima. Questo brutto mostro forse ci sta insegnando qualcosa: ci vuole dire che dobbiamo avere più rispetto per il mondo perché è la nostra casa. Quando potremo tornare ad uscire, ricominciare la nostra vita, dovremmo ricordarci di questa brutta esperienza e cercare di curare di più la natura e   l’ ambiente; dovremmo imparare che a volte i veri valori non sono il denaro, il potere, il successo, ma la nostra famiglia, i nostri amici, la nostra Terra, perché senza di questi la vita non avrebbe senso. Adesso bisogna resistere ancora un po’ senza farsi prendere dal panico e sperare che, prima o poi, la cura verrà trovata. Intanto cominciamo a sconfiggere questo mostro, non con delle armi, ma con l’unione, perché l’unione fa la forza. Di Giacomo Stefano II D

                                                                                            

   Iniziò tutto a fine febbraio 2020, durante un comunissimo giorno di scuola, quando, per la prima volta, si cominciò a parlare di un nuovo virus che si stava diffondendo in tutta la Cina, il Covid 19.
All’inizio pensavo fosse una banale influenza, o che per lo meno non arrivasse fino a questo punto.
Giorno dopo giorno il numero dei contagi cresceva e, di conseguenza, anche la nostra paura. Ormai guardare la televisione era uno strazio: ogni volta che si cambiava canale, subito arrivava la notizia “allerta Covid 19”.
Sembrava tutto così surreale fino a quando, dopo circa un mese e mezzo, in Italia si confermò il primo caso di un cittadino infetto e così, a macchia d’olio, oltre centinaia e poi migliaia di persone contagiate furono ricoverare in ospedale senza il tempo di capire quello che stesse accadendo. Del “mostro” non si sapeva ancora nulla di certo, né da cosa fosse causato né quale fosse la cura per poter guarire.
Non scorderò mai quella sera in cui il Presidente del Consiglio Conte, in edizione straordinaria del tg, annunciava lo stato di emergenza nazionale e ordinava un periodo di quarantena.
Improvvisamente la città si fermò: bar, ristoranti, palestre, scuole di ogni ordine e grado e qualunque luogo di aggregazione furono chiusi al pubblico, comportando una crisi economica.
Inizialmente per noi ragazzi fu tutto un “Evviva, scuole chiuse fino al quindici marzo!” Ma non si rivelò così emozionante come pensavo.
In effetti, quando sei costretto a rinchiuderti dentro casa, lavarti in maniera ossessiva le mani, aver paura di fare la spesa o di riabbracciare il proprio papà al rientro dal lavoro, non è poi così piacevole.
La pericolosità e la gravità della malattia erano continuamente espresse dai social e dai media: ogni sera il resoconto del bollettino medico evidenziava l’aumento dei contagi e dei decessi. La mia mente era focalizzata sulla paura di essere infettata, ma soprattutto di finire nella stessa situazione di tutte quelle persone che erano sole, senza avere la possibilità di salutare le proprie famiglie.
È inutile negarlo, la vita di ognuno di noi è cambiata dopo quella notizia  straziante: le nostre giornate non sono più scandite da tempi frenetici, ritmi lavorativi incessanti; ora si ha il tempo di pensare a se stessi, di dedicarsi alla “cura del proprio animo”.
Tuttavia, mi manca la mia vecchia vita, la vita di sempre: incontrare le mie amiche, uscire di casa, parlare con qualcuno che non siano mamma, papà, nonna o i miei fratelli. Ho imparato ad apprezzare quelle piccole, grandi cose che prima davo per scontate, di cui sono stata privata improvvisamente.
Nel susseguirsi delle giornate mi perdo a guardare il mondo dalla finestra, immaginando cosa ci sia là fuori, e il mio cuore è pieno di speranza; la speranza che domani sarà tutto finito e torneremo ad essere padroni delle nostre vite, apprezzandone le piccole cose belle.
Mi piace pensare che andrà tutto come deve andare, e quindi sicuramente bene. Coni Gaia II D