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8 Marzo: Festa o Giornata?

di admin • Pubblicato il 16 Maggio 2017 23:22:52Osservatorio sul mondo

L’8 marzo è da molti considerato “festa della donna”: perciò in questo giorno le donne ricevono auguri e mimose e approfittano della ricorrenza per trascorrere con le amiche una serata all’insegna dello svago e dell’allegria. Ma in realtà in questa data ricorre la “giornata internazionale della donna”, che è stata istituita non soltanto per ricordare le conquiste economiche, sociali e politiche compiute dalle donne, ma anche per denunciare le discriminazioni e le violenze che vengono loro tuttora inflitte e per rivendicarne i diritti in molte parti del mondo ancora negati. E che davvero non ci sia molto da festeggiare lo conferma la recente decisione del parlamento bengalese, che ha stabilito che nel paese asiatico le giovanissime possano con il consenso dei genitori tornare a sposarsi, come accadeva fino ai primi decenni del Novecento, prima dei diciotto anni. Con questa legge il Bangladesh rientra a pieno titolo tra i paesi in cui è ancora non solo tollerato ma legittimato il triste fenomeno delle “spose bambine”.

LE SPOSE BAMBINE

Ogni anno almeno 14 milioni di bambine e ragazze nel mondo sono costrette a sposarsi prima dei 18 anni. Private della loro infanzia e del loro diritto all’istruzione, alla salute e alla sicurezza, vengono date in spose a uomini spesso molto più vecchi di loro. I matrimoni precoci sono un problema globale che attraversa paesi, culture, religioni ed etnie e mette le donne particolarmente a rischio di violenza sessuale, fisica e psicologica per tutta la vita. Le ragazze che si sposano prima dei 18 anni sono più esposte agli abusi domestici rispetto alle altre non sposate. In alcuni paesi musulmani i matrimoni infantili, anche se non autorizzati dallo Stato, vengono contratti ugualmente secondo la Shari’a, che non pone limiti di età per sposarsi.

Partendo da questo fenomeno ed allargando progressivamente il raggio della nostra indagine, abbiamo scoperto che in tante parti del mondo i diritti delle donne e soprattutto delle bambine e delle ragazze vengono ancora oggi continuamente calpestati.
Matrimoni precoci nell’Asia meridionale e nell’Africa sub-sahariana e alfabetizzazione femminile

Carta tematica sulla diffusione dei matrimoni precoci

Ad esempio in molti dei paesi in cui sono diffuse le spose bambine si pratica l’infibulazione o mutilazione genitale femminile.

L’INFIBULAZIONE

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) sono un fenomeno vasto e complesso, che include pratiche tradizionali che vanno dall’incisione all’asportazione, parziale o totale, dei genitali femminili esterni. Bambine, ragazze e donne che le subiscono devono fare i conti con rischi gravi e irreversibili per la loro salute, oltre a pesanti conseguenze psicologiche. Gran parte delle ragazze e delle donne che subiscono queste pratiche si trovano in paesi africani. Per le MGF vengono addotte  diverse giustificazioni di ordine sociologico (iniziazione delle adolescenti all’età adulta, integrazione sociale delle giovani, mantenimento della coesione nella comunità) igienico (in alcune culture, i genitali femminili sono considerati portatori di infezioni), sanitario (si pensa che la mutilazione favorisca la fertilità della donna e la sopravvivenza del bambino) e religioso (molti credono che questa pratica sia prevista da testi religiosi quali il Corano), ma in realtà il vero obiettivo di tale pratica è quello di soggiogare o mortificare la sessualità femminile.

I grafici mettono in evidenza come abusi quali i matrimoni precoci e le mutilazioni genitali si registrano con particolare frequenza nei paesi in cui le donne hanno un grado di istruzione particolarmente basso.

 

DONNE A SCUOLA

Gli ostacoli alla scolarizzazione femminile nascono da discriminazioni e pregiudizi assai radicati in numerose culture: due terzi degli 875 milioni di adulti analfabeti nel mondo sono donne, segno che nel recente passato le bambine andavano a scuola ancora meno di oggi. Tuttavia, non vi sono più scuse per chi ignora che l’esclusione delle bambine e delle ragazze dal sistema educativo non è soltanto la negazione di un diritto umano, ma rappresenta una grave ipoteca sul futuro di una società. Non è infatti un caso che le regioni del pianeta in cui si concentra l’assoluta maggioranza (83%) di bambine private dell’istruzione siano quelle che faticano maggiormente a uscire dalla povertà estrema: l’Africa subsahariana, l’Asia meridionale e alcune aree dell’Estremo Oriente. Di contro, l’istruzione femminile reca innumerevoli benefici, per il soggetto interessato e per la società nel suo insieme: le donne che hanno ricevuto un’istruzione tendono a evitare gravidanze precoci e comportamenti a rischio di contagio da HIV, sono favorite nell’avviare attività economiche e sono più capaci di negoziare i propri diritti, a cominciare da quelli relativi alla gestione della salute riproduttiva e all’educazione dei figli. Vi sono solidissime prove delle ripercussioni positive che l’istruzione delle future madri ha sulla salute e sul benessere dei loro figli. Le giovani istruite tendono ad avere meno figli e a distanziare meglio le nascite, concentrando sul nuovo nato più tempo e attenzioni. I loro bambini sono mediamente meglio nutriti e curati, perché le mamme sono più informate sulla prevenzione delle malattie e possono recepire i messaggi delle istituzioni sanitarie sulla necessità di vaccinare i bambini, mantenere misure igieniche e dosare le medicine.

L’istruzione è il mezzo migliore per promuovere l’uguaglianza fra i sessi: garantire pari opportunità là dove l’istruzione inizia è il primo passo da compiere per raggiungere questo ambizioso traguardo.

LA MIMOSA 

Fu l’UDI (Unione Donne Italiane) a scegliere la mimosa come fiore simbolo delle donne e dell’8 marzo in quanto il giallo esprime vitalità, forza e gioia; il giallo poi rappresenta il passaggio dalla morte alla vita e ricorda le donne che si sono battute con la loro vita per la nascita di un mondo giusto.

A questo fiore e al suo perenne rifiorire al termine dell’inverno dedica una bella ma poco conosciuta poesia  Giuseppe Ungaretti, uno dei più grandi poeti italiani del secolo scorso.

Ogni anno, mentre scopro che febbraio
è sensitivo e, per pudore, torbido,
con minuto fiorire, gialla irrompe
la mimosa. S’inquadra alla finestra
di quella mia dimora d’una volta,
di questa dove passo gli anni vecchi.

Mentre arrivo vicino al gran silenzio,
segno sarà che niuna cosa muore
se ne ritorna sempre l’apparenza?

O saprò finalmente che la morte
regno non ha che sopra l’apparenza.

Lavoro di gruppo – classe II F