domenica 28 Aprile 2024

Scuol@ebook

SS1G “A. Baccelli”- IC.Tivoli 2- Tivoli centro – a.s.2022/2023

Il Petaloso

Progetto PON
Titolo : Libertas et Nobilitas

Laboratorio di Comunicazione linguistica e Scrittura creativa anche in ambito digitale

Il Laboratorio permette agli studenti di poter affrontare il proprio saper ascoltare, saper leggere e saper scrivere in una dimensione aperta/ creativa/espressiva, svincolata dalla pratica curricolare in senso stretto, per mettersi in gioco anche con le proprie difficoltà nell’approcciarsi alla lingua italiana, a volte difficoltà legate al percorso di studi, che fanno sembrare lettura e scrittura uno scoglio a volte insormontabile.
Il Laboratorio è momento di apprendimento in cui è lo studente stesso attore in prima persona e ri-cercatore nell’affrontare la materia-parola. L’impostazione dell’azione del Laboratorio è centrata sul porre problemi, su come leggere, come narrare un fatto, una giornata, un sentimento, ecc., alla ricerca di una soluzione espressiva, anche tramite il confronto brani, poesie e novelle, dove emerge la lingua e la parola in modo divergente, libero, evocativo

L’azione si svolgerà in 10 incontri (30 ore). 15 h Ascolto, Lettura, Confronto, Riflessione, 15h  ore di produzione, e un readingfinale;  i materiali elaborati dagli studenti confluiranno su questa piattaforma digitale Altervista/Scuol@ebook, in uno spazio creato ad hoc, che diventerà bacheca di confronto, materiali, informazioni.

Dove ha origine il titolo del Laboratorio?

Scheda Attività di riscaldamento di scrittura creativa :
LIBERA LA TUA STORIA

È ora di scrivere un racconto!

Scegli uno dei seguenti temi e scrivi un racconto, una poesia, un testo di una canzone,………


. Un puffo viene improvvisamente teletrasportato nel mondo dei Lego.

  • Facendo volontariato in una casa anziani un ospite della struttura ti racconta la sua incredibile storia.
  • Un giovane mago sta imparando a lanciare incantesimi, ma sbaglia una parola e succede il finimondo.
  • Improvvisamente un oggetto della tua camera prende vita e ti chiede aiuto per una missione.
  • Scegli un punto a caso sulla mappa del mondo e immagina di essere improvvisamente teletrasportato li.

LA VITA CHE TI SORPRENDE a cura di Giulio Ricci 2F
Avevo accettato volentieri la proposta di Chiara: fare volontariato in una casa di riposo,  mi avrebbe sicuramente aiutato a superare questa sensazione di tristezza che da un po’ mi  faceva compagnia. Il Covid, la scuola  a distanza, le amicizie interrotte, i lavoretti part – time scomparsi e con loro anche i piccoli risparmi: ultimo, mio nonno che la pandemia mi aveva portato via, quel nonno che mi raccontava sempre le storie della sua infanzia, della guerra, dei soldati tedeschi: quel nonno che aveva sempre un parola di conforto e una soluzione a tutto. Ora mi sentivo come se mi mancasse qualcosa, un braccio, una gamba, insomma qualcosa a cui non si può rinunciare. Quella mattina Chiara mi aspettò all’ entrata della casa di riposo ” Dolce Accoglienza”: l’ edificio non era nuovo, ma si teneva bene, con la sua facciata gialla, molto allegra e suoi interni colorati. Nelle sale c’ era un odore di pulito, di buono e l’ aria era calma come se un volta entrati lì si lasciasse tutto il mondo fuori.  Mi presentai  a tutto il personale, gentile e disponibile come sempre: Io ero così, sempre pronto a fare, ad aiutare, a dare una mano,cordiale, simpatico ed attento…..si sempre attento alle difficoltà degli altri. Mi fu assegnato subito il compito di tenere compagnia, almeno per qualche ora ad un ospite della casa, il Sig. Germano Volpi, di 98 anni, solo e senza nessuno: un signore un po’ avanti con l’ età, che non riceveva mai visite, mai telefonate, non si sapeva quasi nulla sulla sua vita, solo che aveva lavorato per molti anni come orafo a Firenze, che non era sposato e che non aveva avuto figli. Parlava poco ma era un uomo tranquillo e di poche pretese…un ospite ideale. Mi presentai a Germano tendendogli la mano con un sorriso a pieno viso: Germano mi guardò e mi  salutò: rimasi  colpito dagli occhi dell’ uomo, chiari, profondi, malinconici. Germano sedeva su una sedia di fronte alla finestra, guardava fuori, osservava gli altri in giardino, ma non parlava. Chiara mi aveva spiegato che in quella casa di riposo, il personale era poco e non sempre a tutti gli ospiti, si poteva fare compagnia. Ora avevo la mia occasione, cercare di dare qualche momento di gioia a chi come me non stava attraversando un periodo semplice.Proposi all’ uomo di andare in giardino, accettò: uscimmo  e andammo a sederci su una panchina al sole, era una giornata splendida e si stava veramente bene. Ad un certo punto Germano si rivolse a me dicendo: -” Perché sei qui, lo hai scelto o sei stato costretto?”.
Rimasi impietrito, non mi aspettavo certo una domanda del genere, presi coraggio e risposi  : – ” No no nessuna costrizione, ho scelto liberamente, mi serviva qualcosa che mi facesse uscire da un momento difficile, una cosa diversa, lontana dal mio mondo.
Germano continuò: – ” Hai gli occhi tristi, spenti, nascondi un dolore, la vita ti ha messo alla prova”. Rimasi immobile, non sapevo che dire, era come se mi avesse guardato dentro, eppure non ci conoscevamo, non sapevano niente l’ uno dell’ altro. L’ uomo continuò:
– La vita è piena di gioie e dolori, di regali e privazioni, di momenti difficili e di sorprese inaspettate, sta a noi decidere che fare. A volte la devi prendere a pugni, a volte la devi abbracciare, è un ” miscuglio di cose”, bisogna saper interpretare il tutto, ma mai stancarsi di lei”.§Ascoltavo le sue parole  senza dire nulla: era lì solo, anziano, eppure aveva ancora tanta voglia di andare avanti: mentre io alla mia età avevo addosso il ” mal di vivere”, forse stavo perdendo di vista qualcosa. Cominciai ad essere curioso e ad un certo punto chiesi a Germano cosa la vita gli avesse dato e tolto e perché l’amasse ancora così tanto. Germano sorrise, mi guardò e cominciò a raccontare. L’ uomo era figlio unico, cresciuto in un famiglia benestante: suo padre era un orafo, ebreo, sua madre una mamma buona e amorevole. Era un bambino felice, spensierato, andava a scuola, giocava, aveva tanti sogni. Poi la guerra, i tedeschi e loro gli ebrei. Un bel giorno si alzò e non trovò più suo padre, non lo rivide più e non seppe mai dove fu portato. Il negozio raso al suolo, i gioielli portati via, lui e la madre non avevano più niente: la vita gli aveva dato tanto e improvvisamente gli aveva tolto tutto. Con piccoli lavoretti e con l’ aiuto della gente del suo quartiere, tirarono avanti con molte difficoltà. Germano crebbe, ma fu costretto a dire addio alla mamma molto presto: la vita lo stava nuovamente messo alla prova. Qualcosa però gli diceva che le cose sarebbero andate meglio, era una sensazione, un sentimento forse una speranza. Tramite un suo amico riuscì a trovare lavoro da  un orafo: i gioielli li conosceva e poi era un modo per sentirsi vicino a suo padre. Fortunatamente il proprietario del negozio gli si affezionò : lui e sua moglie non avevano figli e Germano solo e senza famiglia, li fece sentire un po’ ” genitori”. Era come se la vita gli stesse dando un seconda possibilità, anche se non poteva dimenticare i suoi genitori. Germano fu adottato da questi signori, che divennero a tutti gli effetti suo padre e sua madre. Con il loro aiuto e le loro conoscenze, riuscì a scoprire dove era sto portato suo padre dai tedeschi e dove aveva concluso la sua vita: i suoi nuovi genitori decisero di fare una donazione ad un’ associazione per ebrei morti nei campi di concentramento a nome di suo padre. La sua vita aveva preso una piega diversa: gli anni passarono, i suoi nuovi genitori morirono, lui vendette l’ attività e con i soldi ricavati fece una donazione anonima alla casa di riposo” Dolce Accoglienza”, senza svelare mai di essere lui il misterioso donatore. Rimasi senza parole, muto, con gli occhi lucidi: una storia da libro di narrativa, di quelle avvincenti, coinvolgenti. Avrebbe potuto vivere i suoi ultimi giorni di vita, da ricco, benestante senza problemi e invece aveva donato tutto agli altri  : gli chiesi a quel punto il perché di tutto questo. La risposta mi lasciò di nuovo a bocca aperta: ” Quando ho avuto bisogno sono stato aiutato, la vita mi ha tolto e dato tanto, ma non mi ha mai abbandonato. Ho voluto dare una seconda possibilità a chi, forse la vita non l’ aveva ancora data: qui c’è gente che non ha nulla, non ha avuto nulla, con i miei soldi possono stare tranquilli per il resto della loro vita. Ti chiedo però di mantenere questo segreto, portalo con te, e quando la vita ti sembrerà crudele , ripensa a quello che ti ho raccontato”.

UN RISVEGLIO A DUBAI  a cura di  Paola Salvati 2A                                                                        
Dopo aver ripassato per l’ennesima volta per l’interrogazione di italiano, ho tolto tutti i libri e mi sono sdraiata sul letto. Guardo 10 minuti Instagram e, per la stanchezza, mi addormento subito.
Suona la sveglia alle 7:30, apro gli occhi e mi ritrovo su un lettino in una bellissima  spiaggia e circondata da grattacieli. Ero spaesata e non sapevo dove fossi. Domando ai miei vicini di ombrellone, che mi dicono che ci troviamo a Dubai. Ero incredula e non capivo come ero potuta arrivare lì. Senza farmi troppo domande, ho deciso di godermi questa avventura, che mi era capitata. Dopo aver passato una splendida giornata all’ insegna del relax ho deciso di andare nel posto più attrattivo di Dubai: il Burj Khalifa, il grattacielo più alto del mondo. Qui ho conosciuto due ragazze italiane e, ammirando uno splendido tramonto, abbiamo fatto un aperitivo. Ci siamo scambiate i numeri di telefono e abbiamo deciso di rivederci, per scoprire insieme altri posti stupefacenti degli Emirati Arabi. Intanto, per domani, abbiamo prenotato un’escursione con i fuoristrada nel deserto: potremmo salire su un cammello, assaggiare un tipico caffè e fare un piccolo tatuaggio con l’ henné, cosa che ho sempre desiderato.
Continuo a pensare a come sia potuta arrivare fin qui dalla mia camera da letto, però non voglio sprecare neanche un minuto di questa avventura unica e irripetibile, che mi è capitata.

I SOGNI, QUELLI BELLI a cura di Camilla Menna 2A
Un delizioso profumo di fiori, il caldo sulla pelle, la brezza del mare che mi scompiglia i capelli, il leggero sussurrare della gente…
Una voce maschile mi fece aprire li occhi, era un cameriere con un fantastico accento sudamericano che gentilmente mi domandò cosa volevo da bere, mi ritrovai sdraiata su un lettino morbido, comodo con un ombrellone di paglia che mi copriva dal sole e faceva ombra tutto intorno a me.
Mi guardo intorno e tutto è paradisiaco, vagamente tropicale, iniziando dal mio Cocktail analcolico a base di cocco e anas cosparso di cannucce e ombrellini colorati.
Un cielo limpido, un sole splendente, l’acqua del mare calma e di un colore mai visto prima, si avvicina a me con piccole ondine di schiuma bianca.
Piano piano mi volto e mi rendo conto di non avere molte persone intorno a me solo pochi lettini che ospitano persone sdraiate in pieno relax.
Non molto lontano vedo un caratteristico bar , ricco di fiori colorati e da dove si diffonde una leggera musica sudamericana.
Mi alzo e con il mio bellissimo costume bianco perla coperto da un pareo oro, prendo il mio largo cappello di paglia, gli occhiali da sole ultima moda, e mi avvicino,  a piedi scalzi alla riva…
“Aaahhhhh” la mia cuginetta mi ha tirato un secchiello di acqua gelata sui piedi facendomi tornare improvvisamente alla realtà.
“Ginevra cosa fai?” “volevo svegliarti così vieni a giocare con me!!!”
Ero semplicemente a Alba Adriatica.

UN GIORNO A NEW YORK a cura di Matteo Rocchi 1E
Il giorno 11 gennaio 2022 sono tornato a casa, ho fatto i compiti e dopo aver cenato sono andato a dormire.La mattina successiva come mi sono alzato ho avvertito un profumo intenso nell’aria e non capivo da dove provenisse. Allora mi affaccio dalla finestra, vedo un prato fiorito. Esco dalla camera e vado in giro, incontro una signora e le chiedo:”Scusa, ma dove ci troviamo?”- e lei rispose -“Ci troviamo a New York, al Central Park”. Senza fare ulteriori domande inizio a visitare il luogo, mi colpisce un laghetto, dove vi era una festa di compleanno, decido di andare a visitare lo zoo.


UN VIAGGIO IMPROVVISO a cura di Margherita Servadio 2F
Ed eccomi qui nella mia triste stanza con la voglia di viaggiare, di esplorare il mondo, mia madre dice che sono troppo piccola e devo prima pensare a studiare. Che noia! Sono le h.22:00 ed è ora di andare a dormire, anche se non volevo, domani dovevo andare a scuola. Mi addormentai e al mio risveglio mi ritrovai in una spiaggia bellissima con un mare pulitissimo con un sole splendente è una spiaggia bianchissima. Lì vicino c’era un signore e gli chiesi dove ero e lui mi rispose che ero finita nelle Maldive e visto la mia faccia spaesata mi chiese se mi ero persa e io risposi di si, allora mi suggerì di andare con lui e accettai. Quando arrivammo a casa sua vidi tutti calderoni, bacchette e pozioni. Mi disse che non mi dovevo preoccupare, perché era un  mago professionista e mi voleva dimostrarmi una magia. Questa magia faceva volare gli oggetti ma mentre pronunciava la formula sbagliò una parola e trasformò la sua bacchetta la più potente in terra. Non riusciva a capacitarsi dell’errore che aveva fatto, allora gli chiesi se conosceva una formula per annullare l’incantesimo, però mi confessò di averla dimentica, nessuno la conosceva, ma aveva un libro dove aveva scritto tutti gli incantesimi, allora mi misi subito a cercarlo nell’immensa libreria che aveva. Dopo una mezz’ora l’ho trovai e siamo riusciti a trovare l’incantesimo giusto. L’unica cosa era che la stanza doveva essere cosparsa da un profumo particolare e per fare questo profumo serviva un fiore blu, uno rosso e un alga. Chiesi al mago se aveva tutti gli ingredienti e lui mi rispose che gli mancava l’alga, per questo questa mattina era andato in spiaggia. Proposi di andare a prenderla e lui mi disse che tra poco si faceva notte e non si trovavano più. Ci dovevamo sbrigare e ci precipitammo alla spiaggia con un incantesimo e per fortuna la trovammo subito e ritornammo a casa con un altro incantesimo il mago si mise subito a fare questo profumo. Dopo un po’ mi disse che il profumo era pronto e lo spruzzò in tutta la stanza e  recitò la formula, appena finì di recitare la formula la terra si trasformò nella sua bellissima e potentissima bacchetta. Lui mi ringraziò e mi spiegò che era stato lui a teletrasportarmi lì, stava provando una nuova formula, poi aggiunse che appena mi rimetterò sul mio letto mi riteletrasportò a casa mia. Mi accompagnò alla spiaggia e io mi misi a dormire e la mattina dopo quando mi risvegliai mi ritrovai a casa mia e a quel punto mi chiesi se era stato tutto un sogno o era successo veramente. Poi sentì che addosso a me c’era  il profumo che il mago aveva cosparso nella stanza e da lì capì che era successo veramente.

UN VIAGGIO NEL SONNO a cura di Simone Casula, Gabriele Pelliccia 2A
Sono stato appena teletrasportato a New York, non so come sia stato possibile arrivare in questo luogo.
Visto che mi trovo qui ne approfitto per visitare la città.
Il primo punto che visito è il simbolo della città l’iconica statua della Libertà.Dopo mi reco al memorial delle torri gemelle, dove c’è un’atmosfera molto triste. In seguito vado a mangiare in una hamburgheria e poi alla Tower Station.
Verso le le 16:00 mentre mi reco al centro vengo svegliato dalla mia sveglia, capisco subito che si trattava di un sogno.