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In tour tra il Sacro Speco e la Casa Madre

Subiaco, visita ai Monasteri fondati dal monaco della Regola “Ora ed labora”

di admin • Pubblicato il 13 Gennaio 2018 18:30:22La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Oltrepassando la cittadina di Subiaco, addossato alla roccia sul monte Taleo, si trova il Monastero di San Benedetto. Il Monastero nacque per custodire il Sacro Speco e vi lavorarono artisti del Trecento. Lì visse per tre anni San Benedetto. A poca distanza dal monastero, Benedetto volle la costruzione della Casa Madre dedicata alla sorella Santa Scolastica. E proprio a lei gli allievi di Johannes Gutemberg, l’inventore della stampa, allestirono a partire dal 1465, la prima tipografia italiana.
A Subiaco dunque arte, storia e spiritualità si fondono e narrano la vita, i miracoli e gli aneddoti dei due Santi che la leggenda volle come fratelli gemelli.
Il Monastero di San Benedetto formato da due chiese sovrapposte. Tutte le pareti del monastero sono ricoperte di affreschi che raffigurano i miracoli e il viaggio di San Benedetto. Nella chiesa inferiore si trovano affreschi del 1200 e la grotta o Sacro Speco, dove San Benedetto ha vissuto tre dei suoi  anni da monaco come eremita.
Attraversando la loggia si arriva alla Sala Capitolare del XV secolo decorata con affreschi degli allievi del Perugino. La scalinata porta poi al Santuario dove si trova la statua del Santo scolpita nel 1637 da Antonio Raggi, allievo del Bernini, con vicino mosaici cosmateschi.
Oltrepassata la grotta, attraverso una seconda scalinata  che i monaci percorrevano in ginocchio, si giunge al roseto-roveto, luogo in cui viene eseguita la penitenza corporale dei monaci. Qui San Benedetto si gettò svestito tra le spine per sfuggire alle tentazioni del diavolo. Fu San Francesco a piantare le prime rose nel roveto nel 1224.
Risalendo le scalinate, si può arrivare alla cappella in cui si trova l’unico affresco di San Francesco da vivo e a dimensioni naturali. Per questo motivo il Santo è raffigurato senza aureola e non ha le stimmate. Sul suo saio si legge “Pax huic domui” cioè “sia pace in questa casa”, il motto di benvenuto che lui usava. San Francesco aveva un glaucoma e morì cieco. Infatti l’affresco mostra un occhio, quello sinistro, più grande dell’altro. Secondo la teoria scientifica, la differenza di dimensione degli occhi è dovuta ad un intervento subito dal Santo. Secondo la teoria religiosa, l’occhio più piccolo rappresenta la sua parte umana, l’occhio più grande la parte divina, quindi con tutta la sua santità.
Monastero dedicato a Santa Scolastica che non è mai vissuta lì perché era una comunità strettamente maschile, quindi a lei è stato solo ed esclusivamente dedicato ma non vi ha mai abitato.
Questo è il secondo dei tre chiostri che vedremo ed è stato realizzato nel 1300.
I chiostri sono dei giardini interni,  aperti verso l’alto sempre per ispirare lo sguardo verso il cielo, verso la preghiera e sono circondati  da un corridoio su tutti i lati che si chiama “deambulatorio” che viene dal latino “deambulare” che vuol dire camminare, passeggiare perché in questi luoghi  i monaci pregano passeggiando e in silenzio. Al centro del giardino c’ è la cisterna.
La differenza tra il pozzo e la cisterna è che nel pozzo l’acqua proviene dal sottosuolo, mentre la cisterna  raccoglie acqua piovana, quindi l’acqua proviene dall’alto.
Prima c’ erano dei canali che convogliavano l’acqua piovana dai tetti verso la cisterna proprio per raccogliere più acqua piovana possibile.
Ora questa cisterna e quella del terzo chiostro non vengono più utilizzate.
L’ arco a punta dedicato all’ incoronazione di Maria, ricorda la forma di una fiamma, per questo detto “flamboyant” (tradotto dal francese fiammeggiante). L’ arco è opera di monaci che erano anche artisti e scultori tedeschi vissuti presso questo monastero, infatti la comunità è stata da sempre una comunità internazionale.
Attualmente in questo monastero ci sono due chiese una dentro l’ altra. Quindi possiamo anche dire che l’ esterno della chiesa tutto affrescato è in stile gotico risalente alla fine del 1200, mentre l’ interno risalente al 1770 è in uno stile neoclassico, completamente diverso. Se l’ esterno è tutto affrescato, l’ interno è quasi completamente bianco.
Questa chiesa è opera di un architetto italiano di nome Giacomo Quarenghi,  che in Italia fece questa unica opera e poi fu chiamato in Russia a lavorare per la Zarina Caterina II e lì rimase fino alla sua morte.
Questa è la chiesa del monastero dove i monaci si riuniscono tutti i giorni per pregare tutti insieme nella parte dedicata al coro, dietro le colonne.
I monaci pregano sia singolarmente che in maniera comunitaria. I monaci che seguono la regola benedettina “Ora et labora” e vivono in questo monastero si incontrano per la preghiera comunitaria sette volte al giorno.
La mattina iniziano con le lodi mattutine e finiscono con la preghiera comunitaria della sera alle ore 21 chiamata “Compieta”
Questa chiesa oltre ad essere la chiesa del monastero dove si riuniscono i  monaci per pregare, ha anche una seconda funzione molto importante , è la cattedrale di Subiaco.
La chiesa ha due ingressi: uno privato utilizzato dai monaci, ed uno che dà su un lungo corridoio che ha l’accesso in strada. Le colonne sono di marmo ( detto  cipollino)Ai lati dell‘ altare sono rappresentati san Benedetto e santa Scolastica con ai piedi i loro due simboli: la colomba per santa Scolastica e il corvo per san Benedetto.
Nel terzo chiostro realizzato nel 1200, abbiamo il primo piano, opera della famiglia dei Cosmati,  che hanno realizzato una serie di colonne bianche.
Questa famiglia ci ha lavorato per generazioni a partire dal 1200. Il primo maestro fu Giacomo il Vecchio che realizzò il lato più vecchio del chiostro, poi continuarono suo figlio e i due nipoti Luca e Giacomo il Giovane che realizzarono gli altri tre lati.
I marmi di questo chiostro provengono tutti dalla villa di Nerone.  Ogni pezzo è stato prima contrassegnato da dei simboli annotati su di uno schema, poi così smontati sono stati trasportati, e successivamente rimontati nel monastero seguendo le istruzioni dello schema.
Il primo chiostro è stato interamente ricostruito perché nel ‘600 era stato completamente distrutto dai Saraceni. E’ il più recente e risale al 1600.
Il campanile del monastero è stato costruito dal 980 all’ 1100 ed è la parte più antica. Successivamente intorno ad esso è stata realizzata tutta la struttura del monastero composto da sette piani totali, i due piani più alti sono coperti dal campanile e si posso intravedere solo da un’ intercapedine.
La mensa dei monaci si chiama refettorio, gli affreschi rappresentano una serie di paesi situati lungo il corso dell’ Aniene che appartenevano all’abate. L’abate nel Medioevo non aveva solo un potere spirituale all ’interno del monastero e sui monaci, ma anche un potere politico, come un vero e proprio signorotto locale.
Nel 1200 l’abate possedeva circa 50 villaggi e dagli affreschi ne riconosciamo due:  possiamo notare due bandiere, in una delle quali è raffigurato un ponte e simboleggia Arcinazzo Romano (una volta chiamato Ponza da “Pontis” cioè ponte),  nell’altra bandiera troviamo un cervo che rappresenta Cervara di Roma.
Un affresco molto interessante è quello raffigurante l’evangelista San Matteo. La particolarità di questo dipinto è che guardando negli occhi il santo e spostandosi, il santo ti segue con lo sguardo e continua ad osservarti. Questo è stato voluto perché i monaci che passeggiavano per pregare potevano alzare lo sguardo da qualsiasi punto e sentirsi protetti dagli evangelisti e dalla Vergine ovunque fossero. Per realizzare questo effetto viene utilizzata una tecnica detta dell’ “occhio centrato” in base alla quale si disegna un occhio che guarda perpendicolare in basso e l’ altro leggermente di lato. Questa è la stessa tecnica perfezionata ed utilizzata in seguito da Leonardo per “La Gioconda”. Questo chiostro ha la particolarità che mentre gli altri hanno un corridoio che lo circonda tutto intorno, questo ha un corridoio che lo circonda solo per due lati e su un lato ha le arcate dipinte anziché averle vere.
Una statua di bronzo di santa Scolastica realizzata nel 1994, in occasione dei 50 dalla seconda guerra mondiale. –Anche questo il monastero di santa Scolastica è stato bombardato ma fortunatamente è stato colpito solo uno dei chiostri e la facciata esterna. Dopo la ricostruzione la differenza fondamentale è che prima del bombardamento si avevano due portoni ed ora soltanto uno.

La Biblioteca

Sono conservati circa 150 mila volumi. I più preziosi non sono visionabili. Inoltre ci sono molti Amanuensi =  i libri copiati a mano, spesso erano analfabeti e non capivano nemmeno ciò che scrivevano.

 

Bernardini Edoardo, Bruschi Beatrice 1F