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“La cornacchia vanitosa”: lavoro di scrittura creativa classe 1^A

di admin • Pubblicato il 08 Marzo 2019 19:02:31Racconti

Nei ragazzi adolescenti la tematica dell’accettazione di sé e dell’identità in generale risulta fondamentale, soprattutto in relazione alla nuova “società digitale”, dove l’identità si esprime attraverso una serie di dispositivi che permettono ai ragazzi di essere chiunque essi vogliano, dimenticandosi spesso di essere la cosa più importante: se stessi. Si è pensato di dare spazio all’importanza di essere sé stessi e di accettarsi attraverso un lavoro di gruppo dove i ragazzi potessero “dire la loro”, attraverso le parole ed il disegno. A partire dalla nota favola di Esopo “la cornacchia vanitosa” i ragazzi della 1^ A hanno inventato delle favole con la medesima morale: non bisogna cercare di assomigliare a qualcun altro ma accettarsi per quel che si è. L’antica favola di Esopo è stata così arricchita da problematiche moderne, ed ecco comparire: un falco bullo, una mamma lupa troppo impegnata con il lavoro, una lucertola che non si accetta, una lumachina senza guscio…forse metafora della disabilità? Buona lettura!


IL MERLO E IL FALCO

Nel bosco di latifoglie viveva una famiglia di merli. Un giorno il piccolo uccellino uscì dalla sua piccola casa per incamminarsi verso la scuola di volo.Passarono quattro mesi da quella mattina ed il merlo imparò a volare. Un giorno mentre era in aria vide un falco grande e potente. Il merlo cercò di avvicinarsi ma il falco rispose che non aveva intenzione di parlare con i piccoletti.  Il piccolo merlo in quel momento decise che da grande sarebbe diventato forte come il falco e, cercando di imitare le sue mosse, diventò ben presto il bulletto del bosco di latifoglie. Passava tutto il giorno a prendere in giro i suoi compagni merli e più passava il tempo, più rimaneva solo. Il merlo sperava che così un giorno il falco gli avrebbe finalmente parlato e avrebbero volato insieme, ma niente, il falco continuava ad ignorarlo. Arrivò il giorno in cui il merlo, sempre più solo, si pentì per aver preso in giro i suoi amici e tornò da loro chiedendogli scusa per come si era comportato. I suoi simili lo accettarono dicendogli: “La prossima volta prima di agire pensa!”. Da quel momento il merlo capì che è meglio passare la vita con chi ti accetta per come sei, piuttosto che cambiare sé stessi per far colpo verso qualcuno che non tiaccetta.

Ginevra Spano, Aurora Giagnori, Alessandro Nanni, Letizia Di Giuseppe

LA LUMACHINA SENZA GUSCIO

C’era una volta una lumachina di nome Irina. Lei aveva una particolarità: non aveva il guscio e per questo veniva presa in giro da tutte le sue amiche.  Irina era triste perché si sentiva brutta e diversa, e passava le sue giornate in solitudine.Un giorno però si imbatté in un guscio che sembrava vuoto. Irina pensò che fosse l’ennesimo scherzo delle sue amiche, dato che, spesso la prendevano in giro, facendole credere di trovare finalmente un guscio.    Timidamente provò a sollevarlo e…vide che era veramente vuoto! Questa volta non era uno scherzo! Quindi senza indugio se lo indossò. In quel momento Irina stava impazzendo dalla gioia, pensava che adesso sarebbe stata uguale alle sue amiche e che loro non l’avrebbero più presa in giro. Allora, per festeggiare, andò a fare una bella passeggiata per il prato con il suo nuovo guscio.Le sue amiche, quando videro il suo nuovo guscio, invidiose, la presero ugualmente in giro.  In quel momento però la saggia lumachina capì che non sarebbe stato un guscio a impedire a le sue amiche di prenderla in giro. Allora smise di sentirsi brutta e inadeguata e cominciò a sentirsi speciale ed unica per la sua particolarità. Da quel momento le sue amiche smisero di prenderla in giro.

Carlotta Facenna, Irene Di Fausto, Petrecca Emanuele, Napoleoni Giancarlo, Zhou Francesco


LA LUCERFALLA

C’era una volta una lucertola che si sentiva triste a causa del suo aspetto. Un giorno mentre passeggiava vide delle farfalle volare e pensò: “Sono davvero belle ed eleganti!”. Così decise di diventare come loro.Mentre cercava qualcosa da indossare per assomigliargli, vide proprio delle ali di farfalla! Se le attaccò subito sul dorso. Ora si sentiva più bella, così andò dalle altre lucertole e si vantò per tutto il tempo.Loro gli chiesero se con quelle belle ali sapeva anche volare, lei ci provò, ma cadde in una pozzanghera. Si alzò tutta bagnata e le altre lucertole la presero in giro. Lei non si arrese e ci riprovò, ma niente. Ad un certo punto soffiò un forte vento che la fece alzare da terra. Le lucertole rimasero di stucco e dissero: “Wow! Sta veramente volando! Sarà famosa in tutto il mondo!!” Poi cessò il vento, che fece cadere la lucertola, rompendole le ali. Allora la lucertola scappò in lacrime nel bosco per cercare un nuovo paio di ali. Si incamminò e incontrò un gatto selvatico, che incominciò a rincorrerla. Inciampò su un sasso e il gatto la inghiottì senza neanche masticare. Dentro la pancia del gatto trovò delle ali, se le mise sul dorso e riuscì a volare veramente. Uscì dalla bocca del gatto e tornò dalle sue amiche. Stavolta non si vantò, anzi chiese loro scusa per come si era comportata e subito fu perdonata.

Emma Daria, Nicolò Felici, Alessio Scenga, Gabriele Balletta, Beatrice Passacantilli

IL LUPACCHIOTTO E IL SERPENTE

C’erano una volta dei lupacchiotti che un giorno crearono un branco ed esclusero il più piccolo. Il branco passava i giorni a deridere e ad escludere il lupacchiotto, così questo andò dalla mamma per sfogarsi, ma lei non poteva ascoltarlo perché era impegnata con il lavoro. Allora il lupacchiotto cercò di cambiare il suo carattere per essere accettato: iniziò a rispondere male a tutti anche alla sua famiglia ma vedendo che i risultati erano pessimi e che si stava allontanando da tutti, si rattristì ancora di più e si rifugiò nel bosco.Lì incontrò un serpente che si era rifugiato nel bosco per lo stesso motivo del lupacchiotto. Allora il lupacchiotto gli chiese: “Cosa ci fai qui?” Il serpente gli raccontò quello che aveva fatto e il lupacchiotto si rese conto che erano molto simili, così diventarono migliori amici e capirono che non bisognava cambiare il proprio carattere per piacere agli altri ma bisognava solo accettarsi per ciò che si è.