mercoledì 1 Maggio 2024

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Lettera a Liliana Segre

di admin • Pubblicato il 05 Febbraio 2020 18:13:56Osservatorio sul mondo

TIvoli 29/01/2020

Ciao Liliana,                                                                      

voglio parlarti del meraviglioso libro che hai scritto  “Scolpitelo nel vostro cuore”. Ti parlo più come una nipote che ammira la tua forza di volontà che come una lettrice. Sono d’accordo sul fatto che la vita è una cosa da coltivare e che è giusto farla vivere a tutti e quando hai avuto l’occasione di vendicarti sparando al generale tedesco con la pistola, ti sei fermata, sono anche lì d’accordo su quello che hai fatto in quel momento, perché ti sei trattenuta e anche se era una persona che non lo meritava e che aveva calpestato la vita degli altri doveva vivere. Sicuramente non posso immaginare quanto hai sofferto in quel campo, senza cibo, con stracci indossati da altri uomini che ormai  riposano insieme ai tuoi nonni e a tuo padre. Devi sapere che i tuoi nonni e il tuo papà ti saranno sempre vicino e in tutte le difficoltà ti aiuteranno. Ora hai novant’anni e sei una nonna e soprattutto una donna che non si arrende e che non si è mai arresa. Sono felice che hai incontrato Alberto a cui puoi parlare nei momenti di malinconia o di nostalgia e che ti può capire, sicuramente è un marito fantastico!

Ho capito che le speranza e la forza di vivere non ti hanno mai lasciata quando ho letto che nonostante il campo di concentramento guardavi i fiori sbocciare dall’altra parte del filo spinato. Leggendo il tuo libro ho sentito il bisogno di scriverti e di comunicarti quello che provo io; le tue frasi e il tuo passato li ho davvero scolpiti nel mio cuore e non li dimenticherò mai. Una delle frasi che mi ha colpito è quella dove dici:di avere una sola colpa, quella di essere nata. Per me quella frase dovrebbe essere accartocciata e buttata nel secchio perché tu e tuo padre, come gli altri che hanno vissuto quell’orribile esperienza, non avete nessuna colpa, la colpa è di quei dannati nazisti che vi ritenevano diversi. Per me quei soldati non si rendevano neanche conto di quello che stavano facendo, dividere una famiglia, tagliare i capelli, far morire di fame dei poveri innocenti che non avevano nessuna colpa. Spero che tutti i  bambini a cui ti rivolgi ti seguano e la pensino come me e ti dò un enorme abbraccio e ti saluto.

Baci, baci, baci

                                                             

  Angelica Dominici II B 

P.S.

Il tuo libro l’abbiamo letto in classe e tutti sono rimasti impressionati!