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Il 17 marzo, anniversario dell’unità d’Italia

di admin • Pubblicato il 25 Marzo 2020 17:35:19La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Il 17 marzo ricorre il centocinquantanovesimo anniversario dell’Unità d’Italia.
Quest’anno più degli altri si sente molto forte il bisogno dell’unità per via della gravissima epidemia che ha colpito il nostro paese e sta raggiungendo tutto il mondo. Ogni giorno si sta sentendo risuonare dalle finestre il nostro inno, il “Canto degli Italiani” di Goffredo Mameli che il giovane genovese scrisse nel 1847 e che un suo conterraneo, Michele Novaro, musicò. Io stesso per diversi giorni ho sentito forte il bisogno di intonarlo.
Roberto Benigni, portando l’inno a teatro ne loda la bellezza, facendo allusione alla speme dell’Italia, la bandiera tricolore ideata sulla base della descrizione di Beatrice in uno dei Canti dell’Inferno di Dante Alighieri. In questo canto Beatrice appare coperta da un velo bianco, adornata d’ulivo e vestita di rosso. Tra i nostri simboli troviamo proprio la bandiera, cioè il tricolore rosso, bianco e verde, l’emblema con la stella, la ruota dentata d’acciaio e i rami di ulivo e di quercia. Proprio i simboli di questo emblema stanno a rappresentare lo Stato, il lavoro, la pace, la forza e la dignità.
L’inno intona in maniera ricorrente dell’importanza dell’unità e dell’amore ad esempio nei versi “uniamoci amiamoci” che si ripetono molte volte. Il Canto degli italiani mette infatti in evidenza i valori di Gioberti del cattolicesimo e del liberalismo. Se durante l’Ottocento in Italia nacque un gran bisogno di sentirsi uniti fu proprio perché l’Italia era stata divisa e maltrattata fin dai tempi della caduta dell’Impero Romano d’Occidente. Come disse Mameli: “calpesti e derisi”. Infatti in questo periodo l’Italia era divisa in Stati e micro stati, alcune regioni erano dominate da altre nazioni europee. Metternich arrivò a definire il termine” Italia” una comune espressione geografica. 
Nel 1821, dagli italiani borghesi stanchi delle presenze straniere e desiderosi di una costituzione nacquero organizzazioni segrete come la carboneria. Queste organizzazioni scatenarono insurrezioni in tutta Italia. Tra il 1831 e il 1840 si scatenarono altre insurrezioni in Italia centrale alle quali aderirono prevalentemente borghesi. Questi nutrivano il desiderio di un’Italia unita e indipendente e di un coinvolgimento del popolo. Fu a questo punto che emerse Mazzini il quale fondò la Giovine Italia e che mirava a uno Stato repubblicano. L’anno più movimentato fu però il 1848, durante il quale i borghesi liberali scatenarono insurrezioni in molti Stati europei e a Milano, Venezia e Palermo in Italia. Oltre a ciò scoppiò anche la Prima Guerra di Indipendenza italiana, che si concluse con una sconfitta per gli italiani e l’abdicazione di Carlo Alberto a favore del figlio Vittorio Emanuele II. Successivamente, tra il 1859 e il 1860 ci furono due importati avvenimenti, una fu la Seconda Guerra di Indipendenza, terminata con la liberazione della Lombardia. Il secondo fu la Spedizione dei Mille, guidata da Garibaldi e conclusa con l’annessione al Regno di Sardegna dell’Italia meridionale. Questa spedizione fu un importante passo verso l’unificazione dell’Italia, avvenuta il 17 marzo 1861. Nel 1866 scoppiò la Terza Guerra d’Indipendenza e la vittoria italiana portò l’ annessione del Veneto al Regno. L’ultimo passo per raggiungere l’Italia come è ora fu l’annessione dello Stato Pontificio al Regno d’Italia in seguito alla Breccia di Porta Pia.                
Al suo tempo, Dante Alighieri aveva sentito il bisogno di unire gli italiani e aveva provato a realizzare l’unificazione linguistica ma senza successo. Ci vollero secoli, tre grandi uomini quali Camillo Benso conte di Cavour, Re Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi e molti altri che si sono sacrificati ma alla fine, l’Italia vide raggiunto l’irrealizzabile, l’unione.

Bernardini Edoardo, classe 3F