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I Monti Simbruini

di admin • Pubblicato il 19 Febbraio 2021 16:13:37Speciale Ambiente

Il parco naturale regionale dei Monti Simbruini è l’area naturale protetta più grande della Regione Lazio, con cime che raggiungono e superano i 2100 metri.
Il nome “Simbruini” deriva dalla locuzione latina sub imbribus, traducibile con “sotto le piogge”. Già gli antichi latini, infatti, notarono l’abbondanza di precipitazioni in quest’area, in alcuni anni addirittura doppie rispetto alla media regionale.
Il territorio del Parco fa parte del sistema appenninico e rappresenta una delle formazioni orograficamente rilevanti di quell’ambito. Comprende sette comuni: Trevi e Filettino lungo il tratto alto del bacino dell’Aniene, Vallepietra all’interno del bacino del Simbrivio Jenne e Subiaco nel medio bacino dell’Aniene, Cervara di Roma e Camerata Nuova verso il versante abruzzese. Tutti con una consistenza demografica piuttosto scarsa.
L’atto ufficiale di nascita del Parco dei Monti Simbruini è datato 29 gennaio 1983, ma la sua “gestazione” inizia almeno tre anni prima quando le amministrazioni dei sette comuni interessati, le associazioni ambientaliste ed alcune categorie di operatori economici si trovano d’accordo sulla necessità di valorizzare e tutelare le grandi ricchezze ambientali dei Monti Simbruini creando un parco regionale. Del resto continuare a vivere secondo criteri e sistemi anacronistici in un territorio dove, invece, non mancavano certo le condizioni per effettuare un salto di qualità, appariva quanto meno privo di realismo.
All’inizio del 1982, si riuscì a pervenire alla definizione del progetto e del suo programma, la Regione Lazio venne ufficialmente investita del problema attraverso la presentazione di un apposito disegno di legge.
L’Assemblea nell’aprile del 1988 approvò lo Statuto, che divenne legge Regionale il 10/10/1988. Nel febbraio 1989 fu eletta la prima giunta esecutiva presso il Comune di Jenne, che era stato scelto come sede provvisoria del Consorzio.
Da allora la storia del Parco cammina di comune accordo con quella dei comuni che ne fanno parte e con quella della X Comunità Montana, ente sovracomunale, ottavo membro del Consorzio.

Ambiente
Nel Parco si trovano estese aree boschive (soprattutto faggete) di alto e piccolo fusto, insieme a zone prative ancora destinate al pascolo, mentre sono presenti numerose specie vegetali; tra quelle arboree, spiccano la roverella, il carpino, il nocciolo, il castagno e il faggio, mentre specialmente sui versanti montuosi esposti a sud troviamo anche leccio e terebinto. Sono presenti anche specie vegetali poco frequenti quali l’acero montano, il sorbo degli uccellatori ed il tasso, pianta sempreverde molto rara appartenente alle specie protette.
Nelle zone montane la compattezza della macchia rende il sottobosco povero di specie ad esclusione di svariati tipi di funghi (tra i commestibili: porcini, prataioli, galletti e mazze di tamburo). Molto importanti, per la vita degli animali e per l’uomo, sono anche i frutti del sottobosco, quali il ribes alpino, il mirtillo rosso, i lamponi e le fragole.
Tra le essenze floreali, troviamo le caratteristiche orchidee, la genziana, il giglio e le viole, ma, più in generale la ricchezza della flora dei Monti Simbruini è documentata da studi botanici che hanno censito oltre mille specie vegetali.
Per quanto riguarda la fauna presente sul territorio, è documentata la presenza del lupo italico, ogni anno vengono censiti 4 5 branchi costituiti da 2 al massimo di 8 esemplari. Ci sono stati sporadici avvistamenti dell’orso bruno marsicano, proveniente probabilmente dal vicino Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise. Secondo il Piano di Azione per la Tutela dell’Orso bruno Marsicano (PATOM) del Ministero dell’Ambiente, il parco dei monti Simbruini e i vicini Monti Ernici potrebbero ospitare parecchi orsi Marsicani di cui sono rimasti nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise, solo circa 50 esemplari. Sono presenti nel parco dei monti Simbruini la volpe, e il gatto selvatico e la rara puzzola tra i carnivori. Tra gli ungulati sono presenti Il cinghiale, il capriolo e il cervo reintrodotto nel 2008. Si trovano anche piccoli carnivori, come le martore le donnole, le faine e i tassi, mentre tra gli uccelli notevole importanza ha l’aquila reale oltre al falco pellegrino, scelto come simbolo del parco, che nidificano sulle pareti rocciose. Numerosi invece i rapaci di bosco come l’astore e lo sparviero, mentre tra i notturni predominano la civetta e l’allocco. Nei boschi di quercia e di faggio si può facilmente udire il grido della ghiandaia (dalle caratteristiche piume azzurre), oltre al tambureggiare delle numerose specie di picchi. Sulle praterie alpine vive la rara coturnice. Gli estesi boschi del Parco ospitano topolini selvatici, ghiri e scoiattoli ma anche ricci, istrici e rettili, come la vipera, il biacco, il saettone e due specie di bisce, quella dal collare e quella tessellata. Nel fiume Aniene che attraversa il Parco si trovano, per la presenza di acque pulite e ossigenate, la caratteristica trota Fario, oltre al gambero di fiume. Nei fontanili si rinviene la salamandrina di Savi e varie specie di tritoni. Sotto le pietre del letto del fiume e dei numerosi torrenti, è possibile scorgere larve di plecotteri, efemerotteri e tricotteri, appartenenti alla classe degli insetti, indicatori di buona qualità delle acque.


Giulio Catullo, classe 1F