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La storia e i dolci tipici tiburtini

di admin • Pubblicato il 16 Febbraio 2021 18:16:46Vivi... Città

Il nome “Carnevale ” deriva da “carnelevare” cioè “togliere la carne “. Nel periodo che va dal 17 gennaio al martedì “grasso” ogni scherzo vale, le origini del Carnevale tiburtino risalgo a partire dalla fine del 500. Fu il cardinale Ippolito d’ Este a invitare a Tivoli varie personalità nobiliari per far trascorrere loro il periodo di Carnevale.
I tiburtini iniziarono a festeggiare il Carnevale con le sfilate dei carri allegorici, le figure lavorate con la cartapesta risultavano di così ottima fattezza da richiamare veri e propri bagni di folla lungo le vie della città nelle giornate di manifestazioni. Lo strumento musicale usato dal Carnevale tiburtino è il tamburello suonato un tempo da delle mani esperte di popolane che si sfidavano in gare di tamburellate. Infatti la tradizione voleva che la mattina del 17 gennaio fossero i tamburelli a dare l ‘inizio delle feste accompagnando dei canti lirici laziali molto brevi ed improvvisati. La prima città italiana che organizzò dei carri con la carta pesta e animati fu Viareggio nel 1873-74. Prima dell’unità d’ Italia il Carnevale a Tivoli si svolgeva nella Piazza Domenico Tani, qui veniva cremato il pupazzo in carta pesta che simbolicamente rappresentava il Carnevale mentre il giorno successivo nel duomo si faceva la cerimonia dell’imposizione delle ceneri, per farsi perdonare i peccati fatti durante questo periodo. Con lo scoppio della Prima Guerra mondiale Tivoli smise di festeggiare il Carnevale perché era troppo angosciata per la tragedia, neanche quando la guerra finì nel 1918 si riacquistò la serenità e lo spirito per potersi divertire. I problemi non favorirono la ripresa del carnevale che fu accantonato e quasi dimenticato fino al 1933. In quel tempo l’Italia era sotto il Fascismo e grazie alle direttive di G. De Angelis, il Carnevale tiburtino riprese e fu così che anche in quel periodo esso visse un periodo d’ oro. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale ci fu una seconda interruzione del Carnevale. Con la fine di questo secondo conflitto la popolazione ebbe voglia di rivivere e divertirsi dopo i tanti dolori che avevano subito e passato, fu così che negli anni 50 ripresero a festeggiare il Carnevale. Da allora nacque un Comitato per i Festeggiamenti Tiburtini che tutt’ oggi coordina i progetti carnevaleschi.
Al giorno d’ oggi i dolci tipici fritti che si mangiano in questo periodo carnevalesco sono: le bombe, le castagnole, le chiacchiere (dette anche frappe), le puttanelle e i panzerotti di ricotta. 

 

Giulia Innocenzi 3°C