domenica 5 Maggio 2024

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SS1G “A. Baccelli”- IC.Tivoli 2- Tivoli centro – a.s.2022/2023

Se vuoi… puoi!

di mariaracheleturco65 • Pubblicato il 20 Febbraio 2021 16:28:15Racconti

Mi chiamo Book, sono un cane molto elegante e precisamente un Collie. Vivo in una grande villa a Vancouver in Canada, in un quartiere tranquillo.

 Il mio padrone si chiama Jack ed è gentile e affettuoso nei miei confronti. Lui è un signore di media età, è molto alto e magro. Ha i capelli castani e setosi, quasi sempre spettinati. I suoi occhi azzurri si illuminano, soprattutto quando gli faccio le feste e giochiamo insieme. Cammina sempre con il suo bastone nero, che ha in cima, scolpita una testa di lupo. Io gli faccio molta compagnia perché è solo e non ha una famiglia e spesso mi dice che sono io la sua famiglia e che mi vuole molto bene, del resto anch’ io gliene voglio. A casa, però non siamo del tutto soli, quando esco a giocare in giardino trovo sempre il signor Fredrik, il giardiniere di casa: mi è molto simpatico perché mi fa sempre molte coccole, e si rilassa ad accarezzare con le sue mani delicate il mio morbido pelo lungo dal colore per metà marroncino e per metà bianco. C’è anche la signora Agata, la domestica che quando vado a trovarla nella sua cucina piena di cibo, mi lascia sempre da parte qualcosa di buono da assaggiare.

Ma non è sempre stato così bello…                                                                                                                                          Qualche anno fa, un ospite venne a trovare Jack e si fermò anche per la notte. Mi resi conto, però, che dalla camera dove alloggiava provenivano degli strani rumori. Insospettitomi, mi affacciai alla finestra della sua camera al piano terra. Mi accorsi che stava parlando al telefono per organizzare una truffa ai danni del mio padrone. Immediatamente, provai ad avvisare Jack iniziando ad abbaiare con tutte le mie forze, ma l’imbroglione si accorse che io avevo capito tutto e per non farsi scoprire mi chiuse in un sacco.  All’improvviso non vidi più nulla, sentii soltanto dei rumori molto strani, qualcuno mi stava sollevando, ma per fortuna atterrai sul morbido, forse sacchi di farina.   Poco dopo sentii il rumore di un motore, capii di essere stato messo su una macchina e da qui iniziò un viaggio lunghissimo. Dopo molte ore, la macchina si fermò e qualcuno mi scaraventò sul ciglio della strada e se ne andò. Cercai di liberarmi infilando il mio muso allungato in un foro del sacco e, aiutandomi con le zampe, riuscii ad allargarlo e liberarmi. Vidi un cartello con scritto: “Benvenuti a Bellingham”.

Arrivò la notte e mi accampai sotto una panchina di uno dei parchi di Bellingham e cercai di dormire, ma non ci riuscii perché venni sopraffatto da mille pensieri: “Chissà chi era la persona che mi ha rapito e cosa voleva dal mio padrone?  Jack mi starà cercando? Tornerà a fargli del male?”. La mia mente venne piano piano annebbiata dalla stanchezza e dalle preoccupazioni e, finalmente mi addormentai. La mattina dopo, cercai di trovare un modo per tornare dal mio padrone. Dopo tante ore di tentativi, ero ormai scoraggiato.  Fortunatamente, una bellissima dalmata al guinzaglio di una signora che avrà avuto l’età del mio padrone, mi venne incontro, e capendo che io fossi straniero, mi chiese cosa ci facessi in quel posto; io gli spiegai l’accaduto e lei promise di aiutarmi a trovare un modo per tornare a casa. La signora, il cui nome era Reachel, lesse la targhetta sul mio collare e decise di portarmi a casa. Prendemmo un treno, ma la signora sbagliò accidentalmente binario, iniziai a perdere le speranze di poter rivedere il mio padrone, ma il capotreno si accorse dell’errore di Reachel e la indirizzò verso il giusto treno che andava a Vancouver. Dopo un lungo viaggio, arrivammo a destinazione e ci dirigemmo verso casa. La signora suonò alla porta di Jack, e io appena lo vidi gli feci un sacco di feste. Il mio padrone fu felicissimo di rivedermi e decise di premiare Reachel e il suo dalmata di nome Lara, invitandole a restare nella villa.

Da quella avventura, ho imparato a non arrendermi mai difronte alle difficoltà e ho capito che se voglio ottenere qualcosa, con impegno e coraggio si può ottenere tutto! Io e Lara ci siamo accorti che ci piace stare insieme, mentre Jack e Reachel non si sono solo conosciuti, ma si sono anche sposati! Ora il mio padrone è più felice insieme a Reachel e lei ha imparato a vivere nella villa, lontano dalla sua città.

 Riguardo a me e Lara abbiamo avuto ben tre fantastici cuccioli, pelosetti e paffutelli e dagli occhi dolcissimi: due maschietti e una femminuccia, che Jack ha chiamato Pongo, Scottie, Peggy, …

Ah… Dimenticavo, Jack è ancora alla ricerca del mio rapitore!

FLAVIA FOSCHI, Classe I C