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La vita sospesa delle nostre foreste

di admin • Pubblicato il 05 Marzo 2021 19:53:25Speciale Ambiente

in rif. al progetto “Giovani alberi per la pace”

Il 21 marzo di ogni anno si celebra in tutto il mondo “La Giornata Internazionale sulla foresta”, istituita dall’Assemblea delle Nazioni Unite. In questo giorno, in diversi luoghi e con diversi eventi, si ricorda l’importanza dei boschi e delle foreste , che coprono un terzo del nostro  pianeta e svolgono un ruolo fondamentale per gli esseri umani.  
Una giornata importante, che serve per sottolineare la situazione del nostro verde, il poco rispetto che l’uomo ha per questa risorsa e quello che si può fare per cambiare marcia. A questo proposito, partiamo ponendo l’attenzione su alcune elementi. Per millenni gran parte della superficie terrestre è stata ricoperta di boschi fittissimi percepiti come un ostacolo dai popoli dell’antichità, costretti a spostarsi da un luogo all’altro. Lo sviluppo dell’agricoltura già a partire dal Medioevo, ma soprattutto in epoca moderna e contemporanea è avvenuto “contro” i boschi ; la conquista di nuovi spazi per l’agricoltura e la necessità di legname per la costruzione di edifici e flotte, oltre che per il riscaldamento, hanno comportato in molti casi un massiccio disboscamento.
Il patrimonio di boschi e foreste va invece considerato come un bene prezioso, da difendere e preservare perché la sua resistenza rappresenta una difesa contro alcuni gravi problemi ambientali, primo tra tutti il surriscaldamento globale. Il bosco da sempre è il protagonista di favole, storie, racconti: a volte incantato e fatato, a volte oscuro e pauroso. Nell’Alto Medioevo l’uomo viaggiava di meno, perché conosceva poco i luoghi che a lui sembravano inospitali. Quelle enormi distese coperte di alberi erano rifugio, in quel periodo di briganti, ladri : in più la religione , era popolata di streghe e animali mostruosi , signori e padroni indiscussi di quei luoghi. La paura, il timore, impediva alle persone di inoltrarsi in queste “selve oscure”, chiamate così da Dante.
Le favole della nostra infanzia su questo argomento si esprimono in modi diversi: ci fanno vedere un bosco meraviglioso come quello di Biancaneve e i sette nani, con il principe che arriva sul cavallo bianco, uno terribile come quello di Hansel e Gretel, o ancora un altro come quello di Cappuccetto Rosso, regno del lupo cattivo.
Ma le favole, sono favole, belle comunque, e il bosco oscuro o pieno di luce ha da sempre il suo fascino. In più in passato, molto probabilmente , il rispetto per questo “Signore” era maggiore, perché produceva la legna, strumento importantissimo per la vita dell’uomo: con essa ci si scaldava, si costruivano lance, attrezzi, mobili e oggetti per la casa. Forse si aveva rispetto  non solo perché faceva paura, ma  anche perché si era coscienti della sua indispensabilità. L’uomo però dal passato ha preso i racconti, li ha fatti suoi, li ha tramandati, ma poi ha dimenticato molte cose. Il bosco al giorno d’oggi è sempre un mondo fantastico:  gli si dedicano canzoni, libri, film. Poeti moderni gli dedicano poesie, come se fosse una musa ispiratrice dell’Antica Grecia. No fa più paura come prima, non ci sono streghe, stregoni e mostri: la natura è amica dell’uomo ed è diventata ormai abitudine normale, andare a fare una bella passeggiata nei boschi la domenica con la propria famiglia. La città è diventata “la selva oscura” e il bosco un’oasi dove potersi rigenerare.
E allora, dato che è una risorsa così importante alla quale non si può rinunciare, perché l’uomo non riesce a proteggerla e a rispettarla in modo migliore?
Le foreste ed il legno sono una risorsa rinnovabile, è vero, ma dovremmo cominciare a pensare che non lo siano, in modo da avere un comportamento rispettoso ed intelligente. Ogni anno scompaiono aree vastissime di foreste: questo fenomeno è particolarmente grave nelle zone come l’Amazzonia, l’Africa occidentale, dove si utilizzano metodi simili al “taglia e brucia” dei Germani.
Che scena avvilente! L’uomo come al solito, non sa salvaguardare ciò che la natura offre: distrugge ambienti ed ecosistemi per la sete di denaro e senza nessuna coscienza. E’ un’Attila moderno, dove passa lui non cresce più erba, anzi non cresce più bosco.
La deforestazione senza regole, uccide e non da tempo alle piante di rigenerarsi. Un albero secolare ci mette un tempo lunghissimo per rinascere, immaginiamo un’intera foresta. Per non parlare dei danni ambientali come il surriscaldamento del pianeta, aggravato dall’effetto serra. La colpa è delle multinazionali , di chi ha potere è vero, ma come tutte le cose ogni paese, ogni persona nel suo piccolo può fare qualcosa. Impariamo sin da piccoli a rispettare l’ambiente, a comprendere che è vita non solo per noi, ma anche per gli animali, per le piante, per tutto ciò che abita quegli ambienti. Impariamo a dire grazie a chi ci aiuta a vivere meglio, ricordandoci che siamo ospiti su questa Terra, quindi cerchiamo almeno di essere “Ospiti graditi”.

Giulio Ricci, 1F