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L’assasinio di Vittorio

di admin • Pubblicato il 05 Marzo 2021 15:08:41Racconti

Racconto giallo

Il corpo giaceva lì inerme, con gli occhi spalancati privi di vita. Vittorio era stato ritrovato in sala da pranzo da suo fratello Michele, che a sua detta era appena tornato dal lavoro. Arianna Donati, la detective più perspicace della zona si era diretta sul luogo del delitto, un appartamento nella periferia di Perugia; era una donna alta e snella bella agli occhi di tutti, aveva i capelli rossi raccolti in una lunga treccia che ondeggiava sulla sua divisa marrone talpa. Avanzò verso il cadavere, cominciando ad analizzare la scena, il corpo apparentemente non presentava lesioni di alcun tipo, ciò significava che nessuna arma era stata la causa della morte. La detective si era fatta recapitare nel suo ufficio i tabulati telefonici della vittima e aveva scovato tre indiziati: Michele Rufini, il fratello, aveva una folta chioma riccia e due piccoli occhi a mandorla, era molto alto e di corporatura robusta; Giorgia Ferrari, ex moglie di Michele e amante di Vittorio, con gli occhi verdi e capelli corti color nocciola; Giampaolo Berti, il proprietario della scuola di musica che frequentava, il quale, data l’età, aveva i capelli brizzolati  molto corti e occhi color cioccolato. Arianna decise di interrogare i tre sospettati. Cominciò da Giorgia- Lei sosteneva di trovarsi in un bar nell’ora del delitto: questa dichiarazione fu subito confermata dal proprietario del locale e dall’orario segnato sullo scontrino. Successivamente interrogò Michele che come aveva già detto era appena tornato dal lavoro. Arianna però non si fidava totalmente di questa dichiarazione, dato che non c’erano prove, quindi decise di approfondire la questione. Fu poi il turno di Giampaolo, che confessò di avere avuto una lite con Vittorio il giorno precedente alla morte, perché quest’ultimo era in debito con lui di molti soldi, tuttavia continuava a dichiararsi innocente. La detective, dopo aver interrogato i tre sospettati, fece fare alcuni esami sul corpo, da uno di questi emerse che la vittima era stata avvelenata con dell’arsenico, un veleno letale. Durante l’autopsia era stato trovato un capello che dopo un’accurata analisi era risultato appartenente a Giampaolo: lui sosteneva però che quell’indizio fosse rimasto sul corpo della vittima dopo la lite. Arianna si recò nuovamente a casa di Vittorio per effettuare un’ulteriore ispezione e lì trovò un bicchiere dove erano presenti delle impronte digitali che si rivelarono essere di Michele. In un altro bicchiere, quello di Vittorio, erano presenti tracce di arsenico. A quel punto la detective sentì di essere quasi al termine del caso, si diresse a casa di Michele e ispezionando la camera da letto trovò una piccola bottiglia di veleno. Colto con le mani nel sacco l’assassino confessò di aver mentito e di aver ucciso il fratello per invidia; infatti sin da bambino Vittorio era stato il preferito dei genitori ed il più bravo a suonare il violoncello, talmente più bravo da rubargli il posto nell’accademia di musica più rinomata di tutta Perugia. Il culmine della rabbia venne raggiunto quando scoprì di essere stato tradito da Giorgia e dal fratello. Tutta questa invidia lo portò ad ucciderlo. Anche questa volta Arianna risolse il caso con successo.

Autrici: Maccaroni Francesca Sofia, Marchetti Giulia – II F