domenica 5 Maggio 2024

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L’Istruzione per Carlo Magno

di admin • Pubblicato il 15 Aprile 2021 21:34:40Osservatorio sul mondo

Per rendere più unito il suo impero, Carlo Magno pensò, nel 768, che fosse necessario educare intellettualmente e religiosamente i popoli barbari che lo componevano. A questo scopo, fece costruire molte scuole e cercò di favorire con ogni mezzo la diffusione della cultura.Dispose inoltre che presso ogni monastero sorgesse una scuola, dove si insegnavano la lettura e la scrittura. In un secondo tempo gli studenti apprendevano la grammatica, l’aritmetica, la geometria, la musica e l’astronomia.                                                   
Sotto Carlo Magno, si assistette ad una rifioritura della lingua latina, che veniva studiata sia su testi sacri che sulle opere di scrittori dell’epoca.                                   
Per raggiungere il suo scopo, Carlo Magno, inoltre, chiamò a corte i più noti studiosi del tempo, come il monaco inglese Alcuino di York, lo storico longobardo Paolo Diacono, il teologo e poeta Rabano Mauro, che diedero vita, presso la corte di Aquisgrana, alla “Scuola Palatina” (cioè “di palazzo”) per mantenere viva la conoscenza della lingua e della letteratura latina e approfondire le grandi opere degli scrittori cristiani. Gli allievi di questa scuola erano destinati a ricoprire in seguito alte cariche sia religiose che politiche.                                                                
Tuttavia, passarono ancora molti secoli prima che lo studio, da privilegio di pochi, diventasse un diritto di tutti.

Oggi la nostra Costituzione dedica due articoli al diritto all’istruzione, ossia i numeri 33 e 34.                                                                                                                                               
 L’art. 33 dichiara che la legge deve assicurare alle scuole non statali libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico pari a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l’ammissione ai vari gradi di scuole e per la conclusione di essi. Le università ed accademie posso avere ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi.
“L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti
di educazione, senza oneri per lo Stato”.
L’art. 34, invece, riconosce il diritto di accedere al sistema scolastico e l’obbligo dell’istruzione, garantita dal fatto che è gratuita.
“La scuola è aperta a tutti (…)I capaci e meritevoli, ance se privi di mezzo, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi”
L’ Agenda ONU 2030 è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016. L’Agenda indica la strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030. 
Garantire a tutti un’educazione di qualità, equa e inclusiva è il 4°dei 17 Obiettivi.
L’educazione, infatti, è tra quei diritti che vanno tutelati: ogni bambino e ogni adulto, di ogni Paese, in ogni angolo del mondo deve poter ricevere istruzione e cure. Ma non è solo una questione quantitativa: fornire un’educazione e un’opportunità di apprendimento per tutti è la base per migliorare la vita delle persone e raggiungere lo sviluppo sostenibile.

La guerra è la peggiore nemica dell’istruzione. Nei paesi dove è in corso un conflitto civile, i bambini sono le vittime principali. Ai bambini viene negato il diritto fondamentale di imparare, di andare a scuola e di giocare. La Liberia, in Africa occidentale, è il paese con la più alta percentuale di bambine e bambini che non possono frequentare la scuola primaria con il 62 per cento che non hanno mai messo piede in un’aula. I dati sono stati pubblicati dall’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia, che ha elaborato una classifica dei dieci paesi dove l’istruzione primaria è maggiormente negata. Oltre alla Liberia, al secondo posto ci sono Sud Sudan ed Eritrea, entrambi con il 59 per cento di bambini che non vanno a scuola. Gli altri paesi con un’alta percentuale di bambini privi di istruzione, soprattutto perché hanno una popolazione molto numerosa, sono l’Afghanistan, con il 46 per cento di bambini che non va a scuola, il Sudan (45 per cento), il Niger (38 per cento) e la Nigeria (34 per cento e una popolazione di oltre 170 milioni di persone). Nei dieci paesi segnalati dall’Unicef i bambini senza istruzione sono 18 milioni su un totale mondiale di 61 milioni.

L’ Istruzione in Liberia
La Liberia, in Africa occidentale, è il paese con la più alta percentuale di bambine e bambini che non possono frequentare la scuola: quattordici anni di guerra civile hanno avuto un impatto devastante sulla popolazione, soprattutto sui bambini. Il sistema scolastico è stato quasi completamente distrutto, con tre quarti delle scuole del Paese rase al suolo e gli insegnanti sfollati. Molti bambini non sono mai andati a scuola e ora sono troppo grandi per frequentare le elementari. Inoltre, gli ex bambini soldato non vengono accettati nelle classi in quanto gli insegnanti temono che possano disturbare le lezioni.  L’istruzione delle ragazze è particolarmente penalizzata. Infatti, si registra un alto tasso di adolescenti con dei matrimoni in età precoce e ragazze madre oppure incinta vengono automaticamente escluse dalla scuola.

Lancia Natalia 1F