domenica 5 Maggio 2024

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Meno male che il tempo era bello

di admin • Pubblicato il 02 Aprile 2021 21:10:36The book of love

Gli improvvisati marinai dovranno trovare il modo di sopravvivere. Per fortuna, ad aiutarli in questa avventura, ci sono i libri della biblioteca!”

Romanzo consigliato dalla Bimed (Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo) alle classi di scuola secondaria di 1°grado, prima di avventurarsi nella Staffetta di scrittura creativa.

Il libro intitolato Meno Male Che il Tempo Era Bello (finalista al Premio Strega, 5°edizione 2020) è stato scritto dalla scrittrice Florence Thinard, nata nel 1962 a Royan, in Francia, una piccola città portuale. Trascorre la sua giovinezza in riva al mare immersa nei romanzi storici e d’avventura. Si laurea in scienze politiche, diviene poi giornalista , caporedattrice, realizzando allo stesso tempo opere per un pubblico giovane. I suoi romanzi, per ragazzi, hanno ricevuto parecchi premi. la maturità si trasferisce in Francia, precisamente a Parigi. Alcuni anni dopo accompagna gruppi di vacanzieri dagli Stati Uniti alla Thailandia. Al suo ritorno diventa giornalista della stampa specializzata in stampa giovanile e nella decifrazione di attualità, scrive anche romanzi per bambini in cui la realtà si unisce all’immaginazione ricevendo numerosi premi. Negli ultimi anni si è dedicata anche alla botanica in diversi documentari.
Il libro è stato pubblicato a Rubano, l’edizione è del 2019, casa editrice CameloZampa. Contiene 32 capitoli titolati, 220 pagine.
La storia è ambientata in epoca moderna quando la biblioteca Jacques Prévert comincia improvvisamente a galleggiare. Infatti misteriosamente, durante un violento temporale, prende il largo, ritrovandosi a navigare sull’oceano. A bordo il direttore Gerard Patisson, la bibliotecaria Sarah, la signora delle pulizie Perez, il professore di tecnologia Yvon Daubigny, la classe 1°F al completo che comprende Habib, Rosalie, Kevin, Fatou, Karim, Basile, Salima, Eunice, Marilù, Turgut, Jean-Henry e Vishnu e il giovane Said: quest’ultimo non faceva parte della classe ma la biblioteca era il suo rifugio. Era nato poco tempo prima che la madre morisse, lasciando alla figlia maggiore il compito di accudire i fratellini, con un padre violento e dedito all’alcool. Per sopravvivere al naufragio insieme imparano a procurarsi cibo, a razionare l’acqua, a organizzarsi dividendosi i ruoli organizzativi; e nonostante tutto i ragazzi riescono a proseguire il programma scolastico.

Il protagonista del libro è una classe delle medie, la I°F, composta da una varietà di persone: Said, ripetente non molto amante dei libri ma generoso e simpatico: egli non appartiene alla classe, ma dopo la morte di sua madre , la scuola, e la biblioteca in particolar modo, sono diventati il suo mondo. Rosalie, studentessa attenta, con cui Said riuscirà a stringere un bel rapporto:Habib, preoccupato soprattutto per l’ eventuale mancanza di cibo: Turgut, amico di Habib, che in alcune situazioni non sarà proprio un esempio di virtù:Basile, ragazzo buono e disponibile, che troverà in questa situazione una nuova amica, ma non tra gli umani:  Marilù, timida e introversa: Eunice, amica di Marilù, dal carattere similare e Fatout ragazza tranquilla che si appoggerà molto alle sue amiche.


I capitoli del libro particolarmente interessanti

LA PARTENZA (cap.1) di Carboni Ester
Il 12 febbraio nella biblioteca Jacques Prevert accadono due fenomeni strani.
Il primo evento:Sarah alle 16:42 sbatté fuori un lettore Said Husein, in realtà perché non apriva libro e perché urlò a una 1 media “la lettura è cosa da femminucce”. E lì la rabbia di Sarah sfogò in quel gesto.

Il secondo evento si verificò alle 16:44 un “CRAAACK” invase il quartiere e subito dopo Said rientrò, comunicando a Sarah che c’era acqua dappertutto. Sarah rassicura Said rassicurandolo che quell’acqua era la pioggia, ma Said pieno di paura ribadì che l’acqua stava salendo le scale ed era scura.Allora Sarah presa dalla curiosità, guardò dalle finestra per accertarsi, era vero! In questi casi si vedevano almeno cartelli colorati e lampeggianti dei negozi. Ma niente, vide però tutta la 1F accalcata alla porta d’ingresso insieme al professore di tecnologia Yvon Daubigny. Sarah chiede al prof se vedeva qualcosa, rispose che le luci della biblioteca sembravano riflettersi sull’acqua, poi finalmente si fece coraggio e decise di andare a verificare. Il professore la esortò a non andare, era meglio chiamare i pompieri, consigliò. Ma lei girò i tacchi alti e scomparve nel buio. Dopo qualche minuto ritornò e invitò i ragazzi a sedersi nell’angolo di lettura. Sarah compose un numero e qualche minuto dopo, nel frattempo la signora Perez era scesa, riferì loro che c’era acqua ovunque, Said aveva ascoltato la conversazione urlò che erano tutti in trappola. Un caos totale, Sarah andò a leggere alla 1F un libro e intanto Said andò a studiare la situazione con il direttore. Dopo un po’ di tempo ritornarono con brutte notizie.

NEL BUIO (cap.2) di Sabucci Sophia
Il direttore informa i ragazzi della situazione: completamente isolati, né telefono, né internet, né luce.
Qualcuno scoppiò a piangere, altri cominciarono a protestare. Allora Sarah richiamandoli all’ordine ricordò che il regolamento della biblioteca era quello di non piangere. Poi si avvicinò il direttore e suggerì di offrire ai ragazzi degli aperitivi
. La signora Perez riferì di aver sistemato tutto il necessario nell’armadietto.Sarah e Said si offrono per allestire lo spuntino. La bibliotecaria sapeva che dietro il comportamento indisciplinato di Said si nascondeva una vita difficile, a causa di un brutto incidente che il padre aveva avuto sul posto di lavoro, e la madre era morta quando lui era appena nato.Tutte le provviste furono portate in biblioteca, mangiarono e brindarono. L’umore del gruppo sembrò risollevato. Finché all’improvviso tutte le lampade si spensero.La biblioteca cadde nuovamente nel panico. Said offrì il suo accendino, ma quella fiammella non bastava, per illuminare la stanza.Il professore Daubigny ebbe un’idea: propose di usare le torce tascabili che erano state realizzate dalla 1F come esercitazione pratica.Fatta luce nella stanza, Sarah e la signora Perez sistemarono i ragazzi nella biblioteca. A Jean Henry, Habib e Vishnu fu assegnato il compito di dirigere le torce nelle diverse direzioni. In seguito Sarah realizzò un angolo “ragazze”nella sala di lettura dei bambini piccoli e un angolo “ragazzi”in quella per la primaria.La signora Perez insieme a Eunica, Kevin e Fatou riunì i tappetini imbottiti. Salima, Marilù, Habib, Turgut tolsero i cuscini dalle poltrone e realizzarono un gigantesco materasso. Dopo aver sistemato tutto i ragazzi cominciarono a fare giochi di società.

AL LARGO (cap.4) di Margherita Servadio
Nel dormitorio delle ragazze arrivò un raggio di luce che sveglio Sarah. Si sentì Said che urlò:” svegliatevi, venite subito sul tetto, sbrigatevi!!”. A quelle urla si svegliarono tutti, le ragazze per sbrigarsi ad andare stavano per travolgere il direttore Gérard Patisson. Invece i ragazzi si  svegliarono e seguirono Sarah e le ragazze. Arrivati sul tetto si impietrirono tutti. Videro una distesa grandissima di mare verde e iniziarono a chiedersi com’ era possibile che stavano in mezzo al mare. Il direttore disse:”Proviamo a fare delle ipotesi scientifiche”. Allora i ragazzi iniziarono a dire tante ipotesi che non erano assolutamente scientifiche. Karim ipotizzò:” E se fosse stato quando Said aveva chiuso la porta?”, invece Salima e Jean-Henri sostennero che c’era stato un terremoto, che loro ne avevano avvertito le vibrazioni. Rosalie, Marilù, Eunice e Kevin ipotizzarono che c’era stato un aumento dell’acqua del lago. Invece Vishnu, Habib e Turgut erano convinti che si trattasse di un attentato, ma il movente dei terroristi rimaneva vago. Basile, invece, sosteneva con estrema convinzione che fosse opera degli extraterrestri, che avevano deciso di allagare la terra, ma di risparmiare loro, la 1°F. Il direttore decise di dare dei compiti ad ognuno di loro: Kevin, Basile, Salima e Habib avrebbero pensato all’inventario del cibo, Vishnu, Turgut, Basile, Jean-Henri e Fatou si  sarebbero occupati di raccogliere tutto il materiale di sicurezza, cuscini eccetera. Marilù ed Eunice avrebbero risistemato i dormitori. Invece il professore avrebbe visto se nei libri ci fosse qualche consiglio per sopravvivere.

LAVORO DI SQUADRA (cap.5) di Lancia Natalia
Sotto la guida di Gerard Patisson, Vishnu, Turgut, Basile, Jean-Henry e Fatou esplorarono ogni stanza, ogni cassetto e ogni armadio. Poi esposero le loro scoperte nella sala d’ingresso: un’ascia per tagliare del legno, un accendino funzionante e delle tende da usare come coperte, come vele o come abiti. Poi Gerard Patisson notò una cassetta degli attrezzi che conteneva anche un trapano e un seghetto da traforo. Per usare quegli attrezzi, però, avrebbero dovuto produrre l’elettricità. Allora il professore iniziò a modificare la bicicletta del direttore per farla diventare una piccola centrale elettrica. Nel frattempo, la squadra provviste si affaccendava in cucina. Habib e Kevin avevano dispiegato la spesa sul tavolo e dettavano l’inventario a Basile e Salima. A un certo punto, il viso di Habib s’incupì e chiese agli altri suoi compagni se non sarebbero morti di fame o di sete. Allora Basile suggerì che avrebbero potuto mangiarsi l’un l’altro. Kevin propose di mangiare prima Habib, poiché solo con le sue chiappone avrebbero potuto campare per una settimana intera. La risposta arrivò sotto forma di pugno sferrato in direzione del naso di Kevin, il quale riuscì a parare il colpo con un sacchetto di zucchero che si ruppe per il colpo. Il fracasso attirò Sarah che separò gli avversari. I due gli spiegarono quello che era successo e Sarah rimase letteralmente scioccata, poiché i due ragazzi, nella situazione che erano, pensavano ad azzuffarsi e a sprecare del preziosissimo cibo. Allora i due si scusarono e iniziarono a ripulire il disastro provocato.

MA DOVE SIAMO (cap.6) di Martina Paglioni
“Tutti in sala conferenze! Classe 1°! Prendetele cartelle! Classe 1°!
Siete tutti pronti ad ascoltare? Anche tu Turgut?” Domandò Gerard Patisson.“Non dovete restare indietro con il programma! Potrete parlare quando avrò finito, alzando la mano. Avrete lezioni tutto il giorno: la mattina avrete lezioni di matematica e il pomeriggio letteratura e spagnolo.” disse Gerard Patisson.Kevin chiese: “Faremo una ricreazione?”“Si, piccola tra ogni attività!” “Ci saranno pochi compiti per casa?”“Naturalmente voi sapete che con l’esercizio si fanno progressi.
Nessuna domanda? Ok iniziamo!” Così tirarono fuori i quaderni. Il professore ricordò a tutti che la terra è una sfera che fa un giro completo in 24 ore.Mentre il professore parlava, fece un cerchio alla lavagna e disse: ”Possiamo indicare i punti cardinali!”.Turgut rispose: “Giallo, blu, rosso e …”. “Ma no!” Tutti si misero a ridere. Allora Marilù intervenne: “Nord, Sud, Est ed Ovest”. Il Professore disse: “Bene Marilù! I meridiani sono quelli che vanno da nord a sud ed i cerchi orizzontali sono i paralleli. Come si chiama la linea immaginaria che divide la Terra a metà?”. Karim rispose: “E’ l’equatore!” “Invece, quale è il nome dei principali paralleli?” “I Tropici!” Karim rispose di nuovo aggiungendo anche dei dettagli. “Bravissimo!”. Dopo un po’ il professore sentì Kevin dire a Karim: “Leccapiedi!” Così, per punizione, diede a Kevin dei compiti in più. “Anche per i meridiani esiste un punto di riferimento: il meridiano di Greenwich! Da questo meridiano si calcola la longitudine di altri punti.” Il professore continuò la sua lezione. Yvon Daubgny vide la signora Perez che dormiva. Sarah la andò a svegliare e la signora Perez disse: “Mi dispiace! Mi succede da quando sono piccola!”. Said intervenne dicendo: “Anche a me succede, tranne quando sono davanti alla televisione!”
La 1° F scoppiò a ridere. Il professore chiese: “Avete delle idee riguardo strumenti per la navigazione da creare?” Ci furono molte idee: un motore, dei remi, delle vele…  “Una bussola?” disse Rosalì. “Si! Costruire una bussola sarà il nostro primo lavoro!”Ad un tratto il pavimento iniziò a ballare una polka folle sotto i loro piedi e…

UN CLANDESTINO A BORDO (cap.9) di Giulio Ricci
L’armadio barbecue fu steso dietro a un muretto di mattoni.Yvon Daubigny lo spogliò e vi depose dei blocchi di cemento trovati sul tetto, intanto Said seguiva l’operazione con interesse. In quel momento gli vennero in mente delle idee strane: riferì che con un’asta avrebbe potuto cucinarci uno spiedino di balena o delfino.Rosalie, rimasta senza parole per quello che Said aveva detto, gli spiegò che cucinare un delfino, non era affatto normale.A quel punto i due ragazzi, furono interrotti da Gerard Patisson, che ricomparve sul tetto: contemporaneamente Kevin cominciò a correre, con della brace per fare il barbecue. Il direttore, nel frattempo consultava l’orologio e si accorse che era tardi.Consigliò ai ragazzi di riposarsi, e nominò come membro dell’equipaggio Vishnu. Il ragazzo, alzò le spalle con sufficienza si mise a scalare la cella, fino a quando non trovò qualcosa che attirò l’attenzione di tutti: egli aveva scovato una colomba accovacciata sul suo nido, immobile e con gli occhi chiusi.I ragazzi, provarono a soccorrerla, portandogli dell’acqua per farla bere. Gerard Patisson, in quel momento notò che la colomba si stava riprendendo, ma i suoi piccoli non ce l’avevano fatta. La misero in una cesta e a Basile fu dato il compito di prendersene cura.

MEGLIO UN POLLO TARDI, CHE MAI (cap.10) di Iris Pedoni
Erano già le tre e fu servito il pollo, cotto dai vecchi banchi segati da Gerard Patisson, era così secco che bruciò. Grazie alla squadra Cambusa riuscirono a guarnire 17 piatti, alcuni mangiarono sul tetto, altri sui vecchi banchi sistemati nell’aula lettura. La signora Perez brontolando affermava che per essere a febbraio faceva molto caldo, Sarah confermò. Yvon Daubigny decretò che stavano dirigendosi verso sud, Jean Henry chiese come poteva intuirlo, il professore rispose che il suo orologio con le lancette delle ore si orienta in modo da mirare il sole e che il sud corrispondeva alla lancetta che passava tra quella piccola e il numero 12, Jean gli chiese se funzionasse sempre, Daubigny annuì, quando ci si trova nell’emisfero nord. Poi il ragazzo domandò chiarimenti su questo emisfero, il prof gli assegnò una punizione per non aver ascoltato la lezione, questa consisteva nello spiegare l’orientamento sull’orologio e glielo consegnò, lui felice sfrecciò con questo. Yvon si meravigliò con Sarah sulla felicità che una persona poteva manifestare per una punizione, concludendo che la 1F era una classe simpatica. Lo sfogo riguardo la vita privata che Daubigny fece a Sarah venne interrotto dall’arrivo di Rosalie e Karim.

PRIMA LE DONNE E I BAMBINI (cap.14) di Francesca Scrocca
I ragazzi erano tutti molto sporchi e mandavano un cattivo odore, mentre i pesci erano pronti e puliti. La signora Perez lanciò delle grida e li esortò a lavarsi assolutamente. Sul pianerottolo della biblioteca c’era Sarah in piedi che esaminava l’acqua di un verde cristallino, poi le venne un’idea.Siccome faceva molto caldo e i ragazzi avevano bisogno di un bagno, chiesero a Yvon se fosse il caso di fare un bagno, ma lui protestò dicendo che era troppo pericoloso in mare aperto e inoltre potevano anche esserci animali. Sarah non lo ascoltò fece un bel tuffo e cominciò a nuotare. Non era per niente passata inosservata, i ragazzi piombarono subito a guardarla. Kevin, già in mutande, si precipitò giù per la scalinata d’ingresso. Ma quando fu il momento di tuffarsi in acqua, si fermò.Cominciava ad avere timore, Sarah accorse in suo aiuto, proprio mentre Kevin sembrava tranquillizzarsi. Habib e Turgut cominciarono a prenderlo in giro.Kevin furibondo, scivolò dagli scalini e “SPLASH!”cadde in acqua.In un primo momento si fece prendere dal panico, ma Sarah corse in suo aiuto e lo spinse verso gli scalini. Sotto la stretta sorveglianza di Yvon Daubigny, i ragazzi si buttarono uno dopo l’altro nell’acqua.Chi sapeva nuotare come un pesce, chi a malapena e poi, chi per sicurezza, erano rimasti sugli scalini con i piedi ammollo.Ad un certo punto, Yvon gridò a Sarah e ai ragazzi di uscire ed indicò delle grandi pinne. Sarah riuscì a riportare tutti in biblioteca, ma quando stava facendo gli ultimi due metri si sentì passare vicino un corpo grigiastro e per la paura, svenne.Le pinne si immersero con lei e Yvon fece lo stesso. Subito dopo il corpo inanimato di Sarah riemerse spinta con il naso. I ragazzi allora capirono che non erano squali, ma delfini e stavano salvando Sarah.A quel punto Yvon Daubigny, Gerard Patisson e Said riuscirono a tirarla all’asciutto.Sarah si riprese e i ragazzi corsero ad abbracciarla. Gerard Patisson le spiega ciò che era accaduto e del suo salvataggio.Sarah ringraziò i delfini e diede ad ognuno metà pesce e loro se ne andarono, facendo dei salti. Sarah diede un piccolo bacio a Yvon sulla guancia per ringraziarlo.Il prof uscendo dal suo sogno ad occhi aperti, si decise ad affrontare le critiche dei ragazzi, che invece lo ignorarono coscienziosamente.

RAZIONATI (cap.20) di Manni Isabella
Quando Turgut aveva il diario di bordo, scrisse che si erano dimenticati di misurare la velocità, ma sapendo di non essersi mossi da giorni. Quando lo aveva Fatou scrisse che il sole era caldissimo e per di più non avevano pescato niente. Quando il diario di bordo era a cura del professore, scrisse che avevano rilevato l’altezza del sole e la loro posizione.
La signora Perez disse che le Azzorre potevano essere un posto fantastico dove fermarsi, anche Gérard Patisson lo pensò preso dalla stanchezza, ma allo stesso tempo non capiva come fossero già arrivati fin lì.
Sarah si allarmò dicendo che da due giorni erano quasi fermi, allora Yvon Daubigny spiegò che potevano essersi mossi a causa dell’anticiclone delle Azzorre. Sapendo di avere poca acqua, il professore decise di ridurne il consumo al giorno di un litro a ciascuno; Sarah si preoccupò pensando a cosa sarebbe accaduto dopo che l’acqua sarebbe finita, ma il professore le prese la mano e la rassicurò dicendole che i venti Alisei li avrebbero aiutati.
La signora Perez rimase perplessa quando sentì pronunciare gli Alisei, ma il direttore le spiegò che era il nome dei venti che si dirigono da est ad ovest, quelli che fecero arrivare Cristoforo Colombo in America, allora la signora chiese preoccupata se allora avrebbero attraversato l’oceano, ma Gèrard la rassicurò.
Fingendo di credergli, decisero di non dire nulla ai ragazzi che intanto si stavano esercitando al calcolo rapido.
Gérard chiese se era rimasto del cibo e la signora Perez gli rispose che avrebbero potuto mangiare la carne di pesce spada cucinata il giorno precedente però il resto era da buttare via; per Yvon quella parte poteva essere utilizzato come esca.
Sarah propose di fare un bagno prima di cominciare a pescare e la 1°F, entusiasta, corse per gli scalini litigando su chi si sarebbe tuffato per primo. Sarah si tuffò per prima senza allontanarsi questa volta.
Chi non nuotava rimaneva seduto sugli scalini con i piedi nell’acqua, mentre Yvon cercava di ricavare un arpione.
I ragazzi, dopo la nuotata frasca, si sedettero a tavola, pronti per mangiare e quando Basile disse di avere sete il professore rispose che restavano 200 litri d’acqua e sarebbe stato meglio bere 1 litro al giorno ciascuno finché non si fossero riempiti i serbatoi in attesa dei soccorsi. Inoltre chiese a quanti bicchieri ciascuno potevano corrispondere 1lt di acqua bevuta al giorno. Karim rispose quattro e il professore propose di suddividerli così: un bicchiere al mattino, uno a pranzo, uno a metà pomeriggio e l’ultimo prima di dormire: era mezzogiorno, ora di bere appunto.
Sarah e la signora Perez presero i bicchieri e li riempirono uno per uno. Molti ragazzi avevano ancora sete, ma Gérard Patisson li incoraggiò dicendo che i genitori sarebbero stati fieri di loro per il coraggio mostrato, ma a quelle parole i ragazzi cominciarono a piangere tristi. Il direttore cercò di di rimediare ma non riuscì a parlare. La signora Perez intervenne raccontando ai ragazzi di avere un figlio e che pregava per lui sempre; anche la donna delle pulizie disse che finché non avrebbe visto di persona i suoi figli morti, li avrebbe considerati vivi; perciò anche i loro genitori li avrebbero cercati fino allo sfinimento; in più si raccomandò loro di non piangere perché le lacrime erano acqua preziosa.Habib chiese di iniziare a mangiare e il Professore Daubigny annuì senza parlare. Iniziò così il pranzo per tutti.

TROPPISSIMA ACQUA ( cap.26 ) di Giustiniani Camilla
Un’onda precipitò violentemente sull’aula della biblioteca. I ragazzi spaventati avvisarono gli adulti e corsero sul tetto per salvare i teli che avevano attaccato per raccogliere l’acqua. Riuscirono ad aprire con difficoltà la porta chiusa dal vento. Il cielo si era fatto nero e il mare mosso li spostava pericolosamente da una parte all’altra della terrazza. Cercarono di mettere a terra le preziose tele riuscendo a tirarne giù un paio, ma all’improvviso una riuscì a volare via libera nell’aria. Una seconda onda stese tutti i ragazzi per terra contro il parapetto. Un’altra li colpì ancora più violentemente e tutti si tennero per mano nel tentativo di resistere. Alcuni riuscirono a rientrare mentre un’altra enorme onda si alzò pronta a cadere sui ragazzi rimasti sul tetto.

ALLA MORTE, ALLA VITA (cap.28) di Giulio Ricci
Kevin guardando Sarah, vide sul suo volto il terrore: come se stesse vivendo in un sogno sentiva il suo corpo muoversi a rallentatore e in un primo momento non ebbe ben chiara la situazione. All’inizio pensò che il cielo si fosse avvicinato troppo al parapetto, poi comprese che un’ onda gigantesca li stava per travolgere. Il suo cervello gli diceva di correre, ma le sue gambe non rispondevano al comando: non fece in tempo a coordinare le due cose, perché l’ acqua li travolse. Kevin fu sbattuto a terra, poi sollevato di nuovo, e poi lanciato contro uno dei camini ferendosi ad una spalla. Nel suo reflusso l’ acqua lo buttò con forza sul parapetto: le sue ossa scricchiolavano, non respirava: quando riuscì ad emergere si accorse che era aggrappato al braccio di Turgut, che gli chiedeva di non lasciarlo. A Kevin in quel momento vennero in mente tutte le cattiverie che Turgut gli aveva riservato: avrebbe potuto vendicarsi e lasciarlo, ma così non fece. Gli tese anche l’ altra mano e unendo i loro sforzi i due riuscirono a tornare sul tetto. Cercarono di raggiungere la porta della biblioteca, ma il vento li faceva rallentare e l’ acqua rimasta ostacolava il loro cammino. Diverse onde li fecero cadere, ma non si arresero, finché intravidero l’ entrata e  Yvon Daubigny che li trasse dentro. Quando la signora Perez li vide urlò di gioia e dolore: i due erano bagnati, infreddoliti, spauriti.Li spogliò e li asciugò velocemente per evitare che si ammalassero. La biblioteca era diventata un ospedale da campo: i due sventurati, Sarah stordita, Rosalie ferita ad un sopracciglio, qua e là qualche poveraccio  afflitto dal mal di mare, che aveva una pentola davanti in attesa che passassero le nausee. Vishnu nel suo diario di bordo del 18 febbraio , scrisse che erano in tempesta e  che era difficile scrivere, perché il quaderno sobbalzava in continuazione. A poco poco il vento si calmò, così come le onde e i fischi del vento:Rosalie si addormentò, sembrava che tutto volgesse al meglio.

Giulio Ricci cap.28

UN RACCOLTO IMPREVISTO (cap.30) di Francesca Scrocca
Sul tetto si gridava, si correva e ci si spintonava nell’agitazione più sfrenata.
Delle saette argentate tagliavano l’aria da tutti i lati e si lasciavano cadere con un tonfo inzuppato. Sarah ebbe a malapena il tempo di riconoscere dei pesci volanti, che Salima le saltò addosso, urlando di orrore, con un pesce attorcigliato nei suoi riccioli.
Fatou, Habib e gli altri, le ignorarono perché erano troppo occupati a raccogliere i pesci che si trovavano sul cemento e a inseguire quelli che si impennavano battendo disperatamente le grandi pinne rosate.
Basile era felicissimo perché non c’era bisogno di pescare; aveva annodato le maniche e il collo della sua maglia e riempiva un sacco di pesci che raccoglieva con le mani.
Alisei si era fatta prendere dal gioco e rincorreva i pesci che minacciavano di passare sotto alla ringhiera.
Habib esultò dicendo che ce ne erano a volontà mentre teneva in mano un mucchio di pesci.
Sarah tolse i pesci dai capelli di Salima e poi si gettò per terra per partecipare alla pesca miracolosa; aiutò Jean-Henry a radunare una ventina di pesci in un angolo.
Entrambi si chiedevano come i pesci riuscissero a volare. Subito dopo Jean-Henry lo scoprì. I pesci scappavano da un predatore e questo era un’ orca.
Le esclamazioni scomparirono dalle loro labbra quando tutti i ragazzi si precipitarono alla ringhiera per vedere il cetaceo; lo stesso effetto che le aquile fanno ai passeri facendoli tacere con la loro ombra.
A bocca aperta continuarono a guardare la grande orca bianca e nera che costeggiava la biblioteca, lunga come un semirimorchio progettato per la caccia.
La schiena e la pinna dorsale nera, brillante e gommosa, fendevano la superficie del mare.
L’orca incuriosita dall’imbarcazione, ignorava tutti quei pesci volanti che le saltavano attorno, ad un tratto girò su un fianco e il suo piccolo occhio nero fissò con intensità gli umani; ma non ritenne che lo sforzo per mangiarli ne valesse la pena perché con un colpo di coda potente scomparve nelle profondità del mare in un vortice di schiuma.
Si sentì Habib deglutire bisbigliando di quanto fosse stato magico quel momento.
Gli altri annuirono. Ognuno sentiva che, avevano avuto il raro privilegio di un  incontro con la creatura più grandiosa e selvaggia dell’oceano.
Un grido li portò alla realtà: “Guardate cosa abbiamo trovato”. Said apparve sul tetto, tenendo in mano un enorme sacco di bolle nerastre e gocciolanti.
Sarah e i ragazzi, con le mani piene di pesci volanti, sembravano usciti da un sogno. Said si stupì vedendoli così assorti: “ Ma guardatevi, che facce inebetite! Ma che avete visto il diavolo?”
“Quasi”sorrise Sarah.” O forse un angelo…”
“ Abbiamo visto un’orca fratello!” esultò Vishnu.” Incredibile ti immagini?”
“ Un orco? Quel mostro spaventoso delle fiabe?”
“ No, non un orco…” rise Karim ”Un’orca, un cetaceo bianco e nero. Enorme.”
“Gigantesco”precisò Vishnu.
“Mo-nu-men-ta-le” aggiunse Marilù.”Non hai visto niente, tu?”
“Eh no, ero dall’altra parte” borbottò Said. “Be’, noi abbiamo pescato il dessert!” esclamò Yvon Daubigny.” Guardate, noci di cocco!”.
Habib si precipitò a scuoterne una vicino all’orecchio.
“Dentro c’è un latte gustosissimo. Lo sento fare glu glu!”
“Anche la polpa è deliziosa, grattugiata nei dolci e con il pesce” aggiunse la signora Perez “ Si banchetta!”
“ E se organizzassimo una festa?” chiese a un tratto Sarah. “ Visto che questo cibo ci piove dal cielo… Ci meritiamo o no di festeggiare?”
L’idea scatenò un entusiasmo travolgente.
“ Si!Si! Una festa! Meraviglioso!”
“Potremmo anche suonare della musica, costruendoci due o tre strumenti” aggiunse Yvon Daubigny.
“E ballare!” strillò Marilù al culmine della gioia. “Inventiamo una coreografia!”
“ E creiamo anche dei travestimenti!” proclamò Jean-Henry.
“ Sarà una mega festa da sballo!” disse Vishnu battendo i piedi a terra.
Un attimo dopo erano tutti spariti, affaccendati in intensi preparativi.


VIVA LA VIDA (cap.31) di Iris Pedoni
ll calcio d’inizio fu dato al tramonto del sole un abbagliante composizione con il cielo che andava da un dolce color malva e e un fucsia sfolgorante sopra il mare argentato tutti applaudirono spontaneamente lo spettacolo allineati come a una parata sul bordo del tetto quando il sole scese sotto l’orizzonte accesero il grande falò preparato da Sara e Yvon Daubigny tutta la mattina avevamo arrotolato stretti dei giornali e delle riviste leggermente umidi per tutto il pomeriggio avevano ritirato i loro ceppi di carta perché si asciugassero ben bene al sole la piramide di giochi preso fuoco crepitando le fiamme salirono con vigore e brillarono in tutti gli occhi poi la signora Perez e Habib portarono in pompa Magna sotto una pioggia di «evviva!» E e «bravi!» Due grandi piatti di pesci volanti alla griglia stesi sul letto di alghe e cosparsi di polpa di cocco grattugiata. Nella penombra, Habib batteva come un matto con due cucchiai su una bacinella. «ho detto di guardare il mare» lo rimproverò, senza degnare di uno sguardo al cielo. « Fatou entrò in scena, con un libro sotto il braccio, affiancata da Jean-Henri che teneva una chiave inglese è una scatola irta di fili elettrici. » «e adesso, signore signori» declamò Kevin «vi chiedo di rivolger è un applauso al più grande addestratore di uccelli al mondo che vi presenterà un numero incredibile. E qui questa sera eccezionalmente per voi, Basile e la sua fantastica colomba alisei!» il pubblico applaudi così forte che alisei fu colta dal terrore e volo a tutta velocità sull’antenna della biblioteca. Ci vollero molte coccole e smancerie prima che acconsentisse a ritornare sulla spalla di Basile. «e adesso, signore e signori» ripresi Kevin senza smontarsi, «B domando il massimo silenzio per ammirare la famosa colomba alisei» tutti i trattenere il respiro.
Basile si appoggiò il colombo sulla mano sinistra e si abbatté il piano sulla spalla. Immediatamente, l’uccello si incammina lungo il suo braccio teso fino alla coccolarsi nell’incavo del collo del ragazzo. Lo stesso fece lungo il braccio destro « bravi! Bravi!» Bisbigliarono gli spettatori entusiasti. Basile prese allora una briciola di pane dalla tasca e se la infilò tra le labbra.
Subito alisei inclinò la testolina grigio-blu e, con molta delicatezza, sia proprio della briciola. Alisei batteva leali. Per qualche istante alla luce del falò, il ragazzo e la colomba sembrarono prendere assieme al volo. Un ultimo rullino di tamburo annunciava la chiusura dello spettacolo quando Saïd si fece avanti con un libro enorme in mano.
Lo stupore fece sgranare gli occhi a tutti. Signore e signori ecco a voi l’ultimo numero che non era in programma. « Un numero di una giocheria penso Sia »improvviso Kevin «no voglio leggervi un brano» rispose Saïd «Ho deciso di leggere questo libro» oggi do il grosso mattone di carta la luce danzante e Sara sobbalzò per la sorpresa. «Moby Dick!» Mormorò «sì» ribatté Saïd in tono di sfida «ho preso il più grosso che ho trovato sugli scaffali» tutti gli occhi erano fissi sul ragazzo. È una balena bianca la chiama Moby Dick E la insegue per tutto il mare per vendicarsi. ” Voglio leggervi proprio L’inizio perché mi piace” la voce di Saïd si alzò nella notte. “E’ un rimedio che io un modo di cacciare la malinconia e di regolarmi la circolazione Del sangue ogni volta che mi accorgo di avere le labbra imbronciata e ogni volta che nell’anima mi scende il gelo come un novembre umido e piovigginoso ogni volta che mi accorgo di fermarmi in volontariamente davanti all’agenzia di pompe funebri e di seguire tutti i funerali che incontro e specialmente ogni volta che il mal umore si fa tanto forte in me che devo ricorrere a forti principi morali per trattenermi dal correre in strada con il solo scopo di gettare metodicamente per terra il cappello alla gente allora decido che tempo di mettermi in mare al più presto”Saïd tacque. Di fischi da tifoseria calcistica salutarono l’esibizione improvvisamente intimidito Saïd danzava passando da un piede all’altro nascondendo con lo scherno l’imbarazzo e la gioia.

“Ci sono voluti tre mesi netti
Perché capissimo i suoi progetti
Poi il babbo ha detto, guarda che bello,
Per le vacanze avremo un battello.
Con un balzo e senza esitazione
Studiammo tutto di navigazione
E in otto fummo certi
Che del mare eravamo esperti”
.

TERRA,TERRA! (Cap.32) di Ivan Facchini
Sarah si sveglio mentre Yvon faceva il suo turno di guardia. Nella biblioteca adulti e ragazzi si dedicavano alle proprie faccende mentre un gruppetto osservava Alisei volare. I ragazzi andarono a fare un bagno. Jean- Herri  gridò di aver visto una barca e tutti quanti si precipitano sul parapetto per guardarla. Yvon rassicuro i ragazzi dicendogli che ormai erano salvi. La barca era della polizia portoghese e tutti si rallegrano. La signora Perez comunicò delle informazioni ai poliziotti, tutto di un tratto Said disse che non voleva andare a casa ma di restare lì per imparare a navigare. Habib si intromette nella discussione fra il direttore e Said chiedendo di mangiare nel miglior ristorante dell isola,

PER SAPERNE DI PIU’…….( nozioni scientifiche presenti)
meridiani: “cerchi orizzontali, immaginari paralleli, che tagliano l’emisfero in due parti uguali (Nord-Sud)”
raggio bio: “fenomeno luminoso, spiegabile scientificamente, dovuto alla diffrazione della luce, che attraversa un’atmosfera purissima, lasciando passare solo le onde verdi dello spettro”.
Terra: la Terra è il terzo pianeta in ordine di distanza dal Sole e il più grande dei pianeti terrestri del sistema solare.
Sfera: Solido geometrico costituito da tutti i punti che sono a distanza minore o uguale a una distanza fissata r, detta raggio della sfera.
Punti cardinali: I punti cardinali aiutano l’uomo ad orientarsi e possono essere individuati con il Sole: Est o Oriente, Ovest o Occidente, Sud o Meridione e Nord o Settentrione. O anche con la Stella Polare che indica sempre il nord o con apparecchiature come la bussola.
Pianeta: corpo celeste che orbita attorno a una stella e che, a differenza di questa, non produce energia, ma brilla di luce riflessa.
Meridiana: strumento di misurazione del tempo basato sulla posizione del Sole.
Parallelo: circonferenza ideale che si ottiene intersecando la superficie terrestre con un piano perpendicolare all’asse di rotazione e dunque parallelo al piano equatoriale.
Emisfero: ciascuna metà del globo terrestre determinata sia da un meridiano, sia dall’equatore.
Tropico del Cancro: tropico terrestre situato nell’ emisfero boreale.
Tropico del Capricorno: tropico terrestre situato nell’emisfero australe.
Meridiano di Greenwich: A Londra una linea di ferro simile ad un binario situata in prossimità  dell’osservatorio astronomico di Greenwich indica il punto in cui passa il meridiano. Questa linea indica la longitudine zero ed è il punto di partenza di tutti i fusi orari.
Sestante: strumento ottico per misurare l’altezza di un astro sull’orizzonte o la distanza angolare fra due punti della volta celeste.
Azimut: In astronomia, angolo fra il piano verticale passante per l’astro e il piano meridiano del luogo di osservazione.
Nodo: unità di misura per la velocità equivalente ad un miglio nautico l’ora.
Miglio nautico: Unità di misura di lunghezza equivalente a 1852 m.
Zenit: intersezione della verticale passante per il punto di osservazione con la sfera celeste; è l’antipode del nadir.
Latitudine: una delle due coordinate occorrenti per determinare la posizione di un punto sulla superficie terrestre.
Longitudine: una delle due coordinate occorrenti per determinare la posizione di un punto sulla superficie terrestre.
Alisei: vento regolare costante, caratteristico della zona dei Tropici.
Orizzonte: linea apparente, a forma circolare, lungo la quale il cielo sembra toccare la terra o il mare.
Mezzogiorno: L’istante del passaggio del Sole al meridiano superiore del luogo/Punto cardinale , Sud.
Elettrometro: strumento elettrico usato per misurare la carica elettrica o la differenza di potenziale elettrico.
Circuito elettrico: insieme interconnesso di componenti elettrici e loro collegamenti in un percorso chiuso in modo che la corrente elettrica possa fluire con continuità.
Elettricità: la proprietà della materia che sta alla base dei fenomeni che coinvolgono cariche elettriche  e che si manifesta nel reciproco attrarsi o respingersi dei corpi.
Mezzi di propulsione: il termine è usato soprattutto per i veicoli aerei e marini; nel caso di veicoli terrestri si usa anche il termine trazione.
Navigatore satellitare: detto anche GPS è un dispositivo  elettronico digitale dotato di capacità di ricezione del segnale radio satellitare GPS.
Bussola: strumento per l’individuazione dei punti cardinali sulla superficie terrestre e in atmosfera, a fini di orientamento e navigazione.
Metallo grezzo:  i minerali grezzi metalliferi, sono generalmente ossidi, solfuri, silicati o metalli nativi che non sono comunemente concentrati nella crosta terrestre.
Parafulmini: dispositivo atto ad attrarre e disperdere le scariche elettriche atmosferiche.
Temperatura: grandezza macroscopica fondamentale del Sistema Internazionale, può essere considerata come la misura dell’energia cinetica media di atomi e molecole che costituiscono un corpo o una sostanza.
Calamita: corpo magnetizzato, avente la proprietà di attrarre.
Solcometro: strumento per la misurazione della velocità delle imbarcazioni.
Luna: satellite naturale, l’unico della Terra.-Stella: corpo celeste che brilla di luce propria.
Stella polare: stella visibile ad occhio nudo che si trova approssimativamente  allineata con l’asse di rotazione di un pianeta, indicandone uno dei poli celesti.
Geyser: sorgente termale zampillante, a forma di pozzo, che lancia in aria, a intermittenza, acqua calda ricca di silice e vapori.
Minerali: sono corpi inorganici e naturali, caratterizzati da un elevato ordinamento a scala ed una composizione chimica ben definita.
Diffrazione luce: fenomeno per cui un’onda elettromagnetica devia, quando incontra una fenditura ( o un’apertura) avente dimensioni paragonabili o minori rispetto alla lunghezza d’onda.
Atmosfera: involucro gassoso  di varia composizione e natura, che circonda la Terra e altri pianeti.
Onde dello spettro: sono radiazioni elettromagnetiche, appartenenti allo spettro elettromagnetico.

Figure retoriche
Metafore, similitudini, onomatopee.
Capitolo 3 “Non riuscirò a chiudere occhio
Capitolo 6 “Con il pennarello verde aggiunse delle strisce verticali da un polo all’ altro, “come delle fettine sottili tagliate in un melone“, Yvon Daubigny si voltò “come punto da un’ ape
Capitolo 7 “Si alzò un cespuglio di mani”, Le cartelle saltarono sul soffitto in un fuoco d’ artificio di penne , “La sala le ruotava attorno come la giostra di un luna park” , “Un muro nero come la pece
Capitolo 8 “L’ immenso scafo nero costeggiò la biblioteca che rimbalzava come un tappo
“La nave si era già allontanata di un centinaio di metri, eppure li sovrastava ancora, come una montagna d’acciaio” “Il suo scafo nero era sormontato da un numero incredibile di container, multicolore , simile a dei grossi Lego“,”Per lunghi minuti era stato sballottato come un popcorn nella scatola“;”Quando si tira lo sciacquone fa “GARGLUSSHHH
Capitolo 12 “E pure una fame da lupi” ;”Come dessert il cielo e il mare regalavano uno splendido tramonto;”Ma scivolò sull’ ultimo gradino e “SPLASH” si ribaltò in acqua.
Capitolo 15 “Perché non prendete due piccioni con una fava? “
Capitolo19 “WOW!”Mi piacerebbe troppo vederne una
Capitolo 22 “Ma BLEAH! “
Capitolo 26 Soltanto a piedi uniti nelle pozzanghere facendo “CIAF CIAF
Capitolo 27 “Grigia e bianca alta come una montagna di cemento

LIBRI CITATI ….
Momo“, “Alì Babà e i quaranta ladroni”, “Il bambino dai pollici verdi”, “Sindbad -La leggenda dei sette mari” ,“Le mille e una notte”, “Robinson Crusoe”, “Naufrago volontario”, “Il vecchio e il mare”, “L’isola di Robinson”, “Due anni di vacanza”, “Ventimila leghe sotto i mari”, “La carica dei 101”,“Moby Dick” .          

Frasi scelte
Said dal canto suo , aveva scoperto molto presto che prima la scuola, poi il liceo e anche la biblioteca offrivano riparo, calore, cibo e compagnia.”  Giulio Ricci                      

La tematica che fa da filo conduttore al racconto è l’ importanza che hanno in questa disavventura i libri e la lettura: i ragazzi da questo punto di vista sono fortunati ed agevolati, perché il loro naufragio avviene su una biblioteca che diventa un nave alla deriva.Il tempo che scorre lentamente, e gli stimoli degli adulti, li spingono ad immergersi nella lettura, venendo a contatto con romanzi e mondi lontani, che probabilmente in altre occasioni non avrebbero conosciuto. La lettura è stato lo strumento per non pensare a quello che stava accadendo e a quello che sarebbe potuto accadere. I libri però hanno fatto molto di più, hanno aperto gli animi a chi un libro non era mai piaciuto ed arricchito maggiormente chi già ne “faceva uso”. La lettura apre la mente, ci fa guardare lontano, ci fa progettare, ci fa conoscere ciò che ignoriamo: questo è il messaggio che dobbiamo portare con noi. Amiamo i libri, compriamoli, leggiamoci, sentiamo il loro odore, sanno darci molto. Leggere ed imparare insegna a ragionare, a pensare, a farsi un’ idea propria, ad usare bene la propria mente. Dove mancano i libri, manca la libertà: quella di pensare, di scegliere. In alcune dittature, in periodi passati è stato fatto proprio questo: è stata tolta la possibilità alle persone di leggere, perché rimanessero ignoranti e sottomessi. In più pensiamo a che danno sta facendo nei paesi poveri , la mancanza di strutture scolastiche. Tutti dovrebbero avere le stesse possibilità: l’ istruzione è un diritto per tutti ed è un dovere degli Stati far si che ciò accada. Non esistono ragazzi di serie A e quelli di serie B: tutti devono avere gli stessi strumenti, nessuno deve essere lasciato indietro.

   

Per me questo libro è stata come una avventura vissuta dal vivo, leggendo le vicende della 1F, ero lì con loro, superando tutti insieme ogni ostacolo che si presentava. L’importanza del lavoro di squadra è stato fondamentale, mi è sembrato di essere lì a sopportare la fame e la sete, sotto il sole e il vento in mare aperto. Inoltre mi ha fatto riflettere che c’erano i libri a rappresentare una fonte di aiuto fondamentale per andare avanti, per mantenere una atmosfera di normalità, come se tutti fossero a scuola, ma soprattutto perché le letture riuscivano a portarli lontano da quella disperazione.
E’ stata veramente  una fantastica e incredibile avventura.
Isabella Manni

Il racconto, semplice nel linguaggio e quindi scorrevole nella lettura, mi è piaciuto molto, per varie ragioni. Protagonisti sono ragazzi della mia stessa età e per ironia della sorte, appartenenti ad un prima F , come lo è la mia sezione. Ciò che rende particolare e coinvolgente il racconto, è la varietà di caratteri che vengono descritti: il tranquillo, il giocoso, il riservato, il bullo, il tuttofare, il timido , il goloso. Ognuno viene mostrato per quello che è, con le sue debolezze, accentuate sicuramente dalla situazione difficile. È proprio però nelle situazioni non ordinarie , che ognuno mostra il vero carattere e la narrazione questo lo fa capire molto bene: chi prima , chi dopo, tutti riescono  a dare un po’ di sé , ad aiutare e a farsi coinvolgere dagli altri. Nascono così rapporti inimmaginabili, e addirittura sbocciano nuovi amori. Che invidia ! Pensa io insieme alla mia classe. Ma non solo: leggendo i vari capitoli il pensiero è andato ai miei professori e al mio preside, catapultati in una situazione come questa. Il Dirigente, sarebbe stato sicuramente all’ altezza: ci avrebbe  dato sicurezza e si sarebbe subito messo all’ opera per risolvere tutti i problemi e per creare una situazione vivibile e tranquilla. Non solo, si sarebbe tirato su le maniche e sarebbe stato il primo a mettersi a lavoro. Quello che ha fatto nella nostra scuola, durante questo periodo di pandemia, veramente difficile. E i miei prof? Sarebbero stati fantastici e all’ altezza, perché lo sono già in classe. Nel racconto, si parla di un professore di tecnologia, bé  il mio non sarebbe stato da meno, anzi devo essere sincero, sarebbe stato meglio, preparato, simpatico e propositivo. Avrei visto bene anche la mia professoressa di italiano, perché ha la capacità di farci vivere le situazioni, anche quelle più difficili, con molta serenità:comunica allegria e tranquillità. E poi ha un’infinità di idee, di progetti, non ci saremmo annoiati.
Questo libro ti cattura, perché lo senti tuo: parla di ragazzi, alle prese con le medie, con le paure, con le prime simpatie,  con le insicurezze. Narra del nostro mondo, scrive di noi. E poi la situazione è talmente assurda, che diventa desiderio di tutti, nessuno si tirerebbe indietro. In più mi ha fatto riflettere, su quanto questo lungo anno ci abbia tolto. Oltre alla serenità e alle persone care che abbiamo dovuto salutare,  ci ha tolto la gioia di vivere la scuola non solo nelle  ore canoniche, ma anche in quegli spazi come la ricreazione in cui ti abbracci con i tuoi amici, sorridi senza mascherina, ti scambi la merenda, ti parli nell’ orecchio: quei momenti in cui non pensi a nulla, ma hai solo voglia di stare con ” la tua allegra brigata”. Leggendo i vari capitoli, a volte la malinconia ha preso il sopravvento: la I° F del racconto , stava vivendo è vero una situazione difficile, ma la stava vivendo in gruppo. Noi ragazzi in questo ultimo anno, abbiamo dovuto fare tanti sacrifici, spesso da soli, non potendo stare insieme. Il gruppo molto spesso è di aiuto, perché la condivisione ci fa superare gli ostacoli.
Giulio Ricci

Grazie


Classe 1F