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1 Maggio “Festa del lavoro”,non solo una data

di admin • Pubblicato il 04 Maggio 2021 21:50:09Osservatorio sul mondo

Spesso una data ci rimane nel cuore, perché ci tocca da vicino, o perché ci ricorda un evento che ha cambiato in bene o in male la nostra vita. Ci sono però delle date, universali e fondamentali che “risiedono” nei cuori delle persone, perché ricordano un qualcosa che è comune a tutti. Una di queste è quella del 1° maggio, che ricorda, rievoca e festeggia la festa del lavoro. Il lavoro, la risorsa essenziale di ogni uomo, il mezzo di sostentamento di ognuno, la realizzazione dell’anima, lo strumento che dona dignità: qualcosa di indispensabile, e troppo spesso irraggiungibile.
Qualcosa che ha mosso da sempre  gruppi di persone: perché laddove manca, la disperazione e la rabbia prendono il sopravvento. Non lavorare vuol dire non sentirsi utili e parte di una comunità: vuol dire sopravvivere e non vivere. Un sentimento che non possiamo non fare nostro, perché una vita dignitosa deve essere per tutti, non solo per alcuni.
L’episodio che ha ispirato la data nella quale attualmente in molti paesi del mondo si celebra la festa del lavoro (o dei lavoratori), avvenne negli USA,  a Chicago il 1° maggio del 1886. Come tanti episodi, che lasciano un segno nella storia, nasce dalla disperazione e dalla rabbia degli uomini, stanchi di condizioni inumane e di sfruttamento. Quel giorno era stato indetto uno sciopero generale, in tutti gli Stati Uniti con il quale gli operai rivendicavano migliori e più umane condizioni di lavoro: a metà Ottocento non era raro, che si lavorasse anche sedici ore al giorno, la “sicurezza” non era neppure contemplata e i morti sul lavoro erano cosa quotidiana. Quel giorno, molto probabilmente, la rabbia aveva superato i limiti e la consapevolezza di essere uomini e non “ il niente, l’invisibile” era ormai una realtà: quelle persone vittime della stessa condizione, mosse dagli stessi ideali, hanno cercato di cambiare la loro vita, provando ad ottenere condizioni migliori. Come tutte le grandi rivoluzioni, gli animi si sono uniti, contro un potere che non solo li aveva sfruttati fino a quel momento, ma che non li rispettava neanche come persone. Un potere che aveva fatto leva sui loro bisogni, sulla fame dei loro figli, sulla necessità. Una richiesta legittima: la protesta, però, culminò in una vera e propria battaglia tra i lavoratori in sciopero e la polizia di Chicago: undici persone, persero la vita in quello che sarebbe passato alla storia come il massacro di Haymarket. Un episodio che ci fa ben capire, quanto la continua e pesante  umiliazione, abbiano spinto così oltre queste persone, facendole sacrificare per un ideale così onorevole. Tre anni dopo, il 20 luglio del1889, a Parigi, durante il primo Congresso della Seconda Internazionale, fu lanciata l’idea di una grande manifestazione per chiedere la riduzione della giornata lavorativa di 8 ore. Nella scelta della data si tenne conto proprio degli episodi di Chicago del 1886 e si decise di celebrare il lavoro e i lavoratori il primo maggio: una data certo, ma non solo perché portatrice di un messaggio ben più profondo.
Scegliere il proprio lavoro è un passo molto difficile e importante per la vita di ognuno, perché ne segna completamente il futuro.
Ognuno di noi, nel corso della sua formazione, sviluppa capacità diverse, comprende le sue inclinazioni e le coltiva: non a caso, le cose in cui si riesce meglio sono quelle verso cui si è più interessati e, dunque, non dispiace affatto svolgerle; è molto difficile, invece, eseguire un compito che non coinvolge e spesso non si ha successo.
E’ fondamentale scegliere accuratamente la propria professione conciliando le proprie passioni al guadagno che quel lavoro offre: è giusto scegliere ciò che piace e ciò che si riesce a fare bene, tuttavia è parte della natura umana interessarsi allo stipendio, per non dover condurre una vita in cui non si può neanche formare una famiglia.
Detto ciò, se accadesse che ogni uomo facesse questo ragionamento, alcuni lavori non verrebbero svolti più; purtroppo tali lavori sono indispensabili nella società come ogni altro.
Se, pertanto, da un lato è importante creare un equilibrio tra passioni e soldi, dall’altro bisognerebbe anche solo seguire le proprie inclinazioni, per evitare che si svolgano lavori di cui non si è capaci, procurando  un danno alla società.

Giulio Ricci, Camilla Giustiniani 1F