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Curiosità lungo il sentiero

di admin • Pubblicato il 07 Maggio 2021 07:41:48Osservatorio sul mondo

L’autostrada Verde d’Italia è il Sentiero d’Italia ideato dal Club Alpino Italiano.Percorre il nostro paese da Nord a Sud per 6300 Km , da Santa Teresa di Gallura in Sardegna, fino a Trieste passando per gli Appennini.
Quest’ultimi possono essere considerati la “spina dorsale” dell’Italia in quanto, lunghi 1200 km si estendono dalla zona settentrionale fino a quella meridionale del nostro bel paese.
Queste antiche montagne sono il palcoscenico di numerosi avvenimenti importanti della nostra storia, interpretati da famosi personaggi che hanno fatto grande l’Italia.In Aspromonte, precisamente, a Sant’Eufemia, con annesso museo, protetto da una cancellata vi è il maestoso pino dove fu ferito Garibaldi nel 1862 mentre si recava a Roma per liberarla dal papato. Michelangelo Buonarroti  ha utilizzato il marmo delle cave Apuane, situate nell’Appennino toscano per le sue famose opere.Attraversando l’ Appennino della Basilicata troveremo la più estesa pineta italiana di pini loricati, la quale corteccia ricorda le scaglie lucenti dell’antica corazza “lorica”.
Infine, sull’ Appennino emiliano vi è il Castello di Canossa, noto per l’incontro dell’imperatore Enrico IV ed il papa Gregorio VII che lo aveva scomunicato; oggi i resti del castello eretto su una collina incisa dai calanchi sono stati trasformati in un museo

Il pino di Giuseppe Garibaldi

Nel Risorgimento L’Aspromonte, massiccio dell’appennino Calabro, fu teatro dello storico scontro del 1862 tra Garibaldi e l’esercito piemontese. Nella pineta dove si trova questo famoso pino, venne ferito L’eroe dei due mondi e a ricordo dell’avvenimento fu costruito un mausoleo con un piccolo museo.
Contraddistinto da una recinzione, esiste ancora il Pino di Garibaldi, dove egli si appoggiò ferito o almeno così vuole la tradizione.
Questo secolare pino laricio si trova all’ interno di un bosco misto di Faggi, risultato di un impianto all’ interno del bosco di alcuni esemplari della specie avvenuto molti anni fa.
Il pino ha una circonferenza di 4.54m, altezza di 33.5m, è l’albero più famoso di tutto l’Aspromonte.

Michelangelo e il marmo di Carrara

Il grande Michelangelo Buonarroti pur non avendo lasciato opere a Carrara, ebbe sempre un rapporto strettissimo con la città dell’appennino tosco – emiliano, soggiornandovi più volte per compiere frequenti visite alle cave di marmo.
Il primo soggiorno risale all’autunno del 1497: Michelangelo all’epoca appena ventiduenne, raggiunse Carrara a cavallo per procurarsi i marmi necessari per realizzare la Pietà commissionatagli dal cardinale francese Jean De Bilheres-Langraulas.
Stando ai documenti ed alle biografie, sappiamo che Michelangelo tornò a Carrara per la seconda volta nel 1503, quando l’opera del Duomo di Firenze gli commissionò la realizazione delle statue degli apostoli.
Michelangelo tornò un’ultima volta a Carrara ne 1521, per scegliere i marmi per la nuova commissione Medicea, la Sacrestia nuova.
I rapporti con Carrara durarono circa trent’anni: furono rapporti spesso tesi, faticosi, ai quali non giovarono il carattere notoriamente difficile dell’artista e il temperamento rude e fiero dei cavatori di marmo Upuani.
Ma nell’immaginario collettivo, Michelangelo e Carrara appaiono come due “ entità” legate indissolubilmente, e ancora oggi, osservando i grandi capolavori che l’artista ha lasciato all’umanità, è sempre suggestivo pensare allo scultore mentre compie i suoi faticosi viaggi verso Carrara, si arrampica tra mille difficoltà sulle cime degli appennini toscani, sfidando le impervie vie di cava.

La Porta del Pollino

In Basilicata, ma ai confini con la Calabria troviamo il massiccio del Pollino, il regno de pini loricati, forse l’ambiente naturale più bello del parco del Pollino.
Partendo da Colle Impiso si passa per l’ampia conca dei Piani di Pollino per arrivare al “Giardino degli Dei”, un giardino naturale con molti esemplari di pino loricato più sontuosi e vetusti del parco, quasi millenari.
Peculiarità botanica della zona è infatti la presenza de pino Loricato, che abita le creste rocciose più alte ed impervie.
Di origine balcanica, la presenza sul Massiccio del Pollino è legata all’ultima glaciazione, quando un “ponte” di ghiaccio avvicinava le due sponde dell’Adriatico e ne facilitava il passeggio.
Il temine “ Loricato” deriva dalla forma della corteccia a placche irregolare, somigliante ad una corazza detta “Lorica”.
Al cospetto di questi giganti millenari sembra che il tempo si sia fermato.
Prima di raggiungere la vetta rocciosa, di Serra di Crispo, si trovano i resti di “Zu Peppu” il loricato simbolo del parco, ucciso nel 1993 da criminali senza scrupoli.

Castello di Canossa

I resti del Castello di Canossa si trovano nell’Appennino Emiliano sopra una rupe di arenaria bianca, roccia molto friabile quindi a causa dei fenomeni di sfaldamento del terreno ne è rimasta solo una parte dell’area costruita un tempo.
La fama di Canossa è legata alla famiglia degli Attonidi e allo storico incontro avvenuto il 27 Gennaio1077, quando il Papa Gregorio VII assolse dalla scomunica l’Imperatore Enrico IV alla presenza della Contessa Matilde e dell’abate Ugo di Cluny.
Il castello fu costruito verso il 940 dal longobardo Azzo Adalberto e divenne il centro di un complesso sistema difensivo per il controllo delle valli appenniniche e della pianura padana.
Nel 950 vi trovò rifugio Adelaide, vedova di Lotario I , Re d’Italia.
Il castello nel corso dei secoli è stato più volte distrutto e ricostruito, ma le indagini archeologiche hanno portato di nuovo alla luce numerosi elementi antichi. Nel 1878, fu acquistato dal Governo Italiano, è stato dichiarato Monumento Nazionale

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