domenica 5 Maggio 2024

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La prevenzione del Cyberbullismo a scuola con L’On. Elena Ferrante

di admin • Pubblicato il 09 Maggio 2021 10:04:25Navigare sicuri: Internet la sicurezza in rete

Il 5 maggio gli alunni della scuola secondaria di I° grado Baccelli e delle classi V della scuola primaria I.Giordani hanno incontrato in videoconferenza l’ Onorevole senatrice Elena Ferrante, per discutere un delicato argomento, sempre più frequente ” La prevenzione del bullismo e del cyberbullismo a scuola”.
La senatrice è la firmataria della Legge 71/ 2017, nata proprio per la suddetta problematica.
All’ incontro hanno partecipato classi di 25 istituti che hanno aderito alla rete “Arete – ARound E – Tabel for Education”.
L’On. Ferrante ha iniziato ringraziando alunni e docenti per il lavoro che quotidianamente svolgono all’interno della scuola, per prevenire e combattere il bullismo, e di quanto lo strumento politico sia importante come aiuto e supporto
L’ incontro è poi proseguito, con la visione di alcun slide , di impatto veloce, che hanno riproposto alcuni punti, già trattati dagli studenti in classe, come alcune regole fondamentali, da seguire,  quando si naviga nel mondo del web: non dare mai i propri dati personali , non stringere rapporti con chi non si conosce veramente, ricordandosi  che a volte le persone in rete non sono quello che sembrano. Regole che andrebbero osservate sempre, per evitare incontri che possono rivelarsi diversi dalle aspettative. A volte uomini più grandi si spacciano per coetanei, con gli stessi interessi, le stesse aspettative , gli stessi sogni: troppo spesso l’ingenuità dei ragazzi li fa cadere in questi tranelli, facendoli entrare in un vortice, a volte senza ritorno. Ma non c’è solo il gesto del web, ci sono anche e soprattutto le parole, che hanno un peso importante.

La senatrice ha portato, come esempio la storia di un cantante famoso, che si è divertito a prendere in giro una sua fan, per il suo aspetto fisico: tutto questo di fronte a milioni di persone. Questo fenomeno si chiama body- shaming  e sta prendendo velocemente piede tra i giovani: si fa leva sulle insicurezze e debolezze, generate da alcuni lati dell’ aspetto fisico,  e su quello si lavorare si logora l’ autostima delle persone. Oltre l’ aspetto fisico, ciò che muove i bulli, sono l’ etnia, l’omosessualità, la disabilità, le condizioni economiche. Quello che al bullo sembra uno scherzo, alla vittima appare come un incubo. Le diversità sono una ricchezza e non qualcosa da combattere e ostacolare.  Chi è insicuro e cattivo, cerca sempre nell’ altro un particolare da attaccare, un elemento come bersaglio continuo, che arricchisca la sua stupidità.
Un momento molto toccante dell’ incontro, è stato il racconto, che la senatrice ha fatto, di una storia realmente accaduta: quella di Carolina, la prima vittima di cyberbullismo. Una sua ex alunna, una ragazza piena di vita, attaccata e offesa sul web, da un gruppo di ragazzi, che l’ hanno filmata ad una festa, mentre non era in condizioni di difendersi, facendo girare poi, tutto sul web.
Carolina, non ha resistito alla pressione e prima di togliersi la vita ha lasciato una lettera, in cui meritano di essere menzionate due frasi : ” Le parole fanno più male delle botte”, e un’altra che lascia aperta la porta alla speranza che si possa sempre cambiare, e cioè “Spero che da oggi siate più sensibili con le parole”.
La legge 71/2017 sul cyberbullismo nasce proprio da tutto ciò, da questo triste episodio. È una legge chiara e dura: il diffondere, immagini, parole, video, foto con l’intento di colpire è un reato e non uno scherzo. Il web è uno strumento importante e  necessario, ma nasconde tranelli e pericoli che non sono sempre visibili alle menti giovani. A volte tutto ci sembra leggero, divertente, semplice: ma un adolescente su cinque è vittima di cyberbullismo, e di leggero vi assicuro non c’è nulla.L a cosa ancora più preoccupante, è che tutti hanno vicino persone in grado di  comprendere la gravità della situazione, per tempo, per mancanza di strumenti per leggerezza: e l’ aiuto troppo spesso arriva  tardi. Quando di diventa vittime bisogna  chiedere aiuto, avere la forza di confidarsi. Non c’è nessun ” benessere”, laddove alcuni soffrono e altri si divertono , dove non si è liberi di ” essere come si è”, dove non si possono esprimere le proprie opinioni senza essere derisi.  Saper usare il Web è importante,  ma con consapevolezza. Dalla nostra parte, abbiamo strumenti come le associazioni, la Polizia Postale , ma in prima linea ci sono i docenti, i genitori, sempre pronti ad aiutare e a non giudicare. La rete è pericolosa, ma può essere “amica” se usata bene. L’ incontro, però deve principalmente, insegnare che la sofferenza altrui, non può e non deve essere gioia per altri: che il bullismo va a braccetto con la stupidità e che la diversità in tutti i suoi aspetti è una fonte di ricchezza. Guardiamo all’altro come a qualcuno che può donarci qualcosa: poniamoci sempre nella condizione di poter imparare dagli altri, quello che chiamiamo “diverso”, è solo qualcosa che non conosciamo, che facendolo nostro, potrebbe arricchirci.

Giulio Ricci IF