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23 Giugno:Giornata mondiale degli abbracci, il conforto che ci è tanto mancato

di admin • Pubblicato il 24 Giugno 2021 20:17:22La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Il 23 giugno si festeggia la ” Giornata mondiale degli Abbracci”, nata da un’ iniziativa sociale, avuta origine a Sidney, Australia, nel 2004, detta ” Free Hugs Compaign” ossia “Abbracci gratis”.
Vi parteciparono e vi partecipano tutt’ ora, persone comuni , che appunto offrono abbracci gratis.
Detta così può apparire come un festa semplice,divertente ma che non desta grande interesse. Invece è tutto il contrario: ci accorgiamo quanto sia importante una cosa, solo nel momento in cui ci viene a mancare. E l’ abbraccio in questo lungo periodo è stato un grande assente: un amico lontano, un conforto negato, un sollievo che non ci ha accompagnato.
Il calore di due braccia che ti accolgono, è qualcosa di cui necessitiamo. Da piccoli abbiamo da subito quello della mamma, che ci accompagnerà per tutta la vita, quello dei nonni, dei fratelli e poi quello degli amici, che sono le nostre famiglie allargate. Il conforto di darlo e riceverlo è un gesto che accompagna tutta la nostra vita: ci consola quando siamo tristi e sconsolati, ci lusinga quando siamo felici, ci riempie d’ amore quando siamo con la nostra metà del cuore. È una nostra risorsa, quotidiana e normale e nel momento in cui ci è venuta a mancare, ha lasciato un vuoto difficile da colmare. Mai come in questo periodo ci siamo resi conto, di quanto il contatto fisico sia importante per la salute dello spirito e per quella psichica.Siamo stati costretti,nostro malgrado,  ad affrontare il tutto in solitudine con il cuore freddo, non perché arido, ma perchè orfano di questi gesti. Chi come me, vive in famiglia, ha avuto il conforto della famiglia e qualche abbraccio ci è scappato: ma per molti non è stato così.Alcuni hanno affrontato il Covid nella completa solitudine di una stanza di ospedale, e a volte ci hanno lasciato senza poter abbracciare i loro cari.  A queste persone, forse la  morte sarebbe apparsa meno ingiusta, se ci fosse stato vicino un figlio, un coniuge, un amico a tenergli la mano o ad abbracciarlo. Morire di Covid è ingiusto ma lo è di più morire soli e senza conforto.Siamo naturalmente portati a cercare il contatto con gli altri perché la solitudine non fa parte della nostra natura. Proprio per questo, durante la pandemia, sono state allestite in alcune residenze per anziani, ” Le stanze degli Abbracci” , nelle quali poter avvolgere, sia pure attraverso un telo di plastica anti- contagio, i propri affetti. Non è lo stesso che abbracciarsi pelle a pelle, ma è qualcosa, che da sollievo all’ anima, e che ribadisce con forza che non si è soli. Per noi adolescenti, poi, è stata un violenza vera e propria: per noi è normale stare vicini, abbracciarsi, ridere, darsi la mano. Il sentirsi vicini fisicamente a quest’ età è una necessità: è un’ unione, una condivisione , un sentirsi due unità di un insieme. E allora il 23 giugno, festeggiamo questa festa come si deve: ricordandoci di quanto sia importante il contatto con l’altro, chiunque esso sia, straniero, di colore e religione diversa,di ogni parte del mondo: che questa giornata serva virtualmente a donare abbracci a chi oggi non c’è più sconfitto dalla pandemia. Ma soprattutto che sia di augurio per un futuro di rinascita, pieno di abbracci, in cui questo gesto non faccia più paura, perché portatore di virus. Sognamo e speriamo che presto il tutto torni alla normalità e che le nostre anime possano tornare a fare quello che naturalmente vogliono fare: abbracciarsi, stringersi. Perché rinunciare all’ amore, all’affetto è una violenza  che l’ anima non può sopportare a lungo.

GIULIO RICCI I°F