domenica 5 Maggio 2024

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Incontriamo Padre Carlo

di admin • Pubblicato il 16 Ottobre 2021 22:19:44La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Per fare del bene non serve andare lontano, basta guardarsi intorno.

L’ 11 ottobre I ragazzi della classe II° F, hanno avuto l’ onore di incontrare Padre Carlo Andolfi missionario in Guinea  Bissau: un’ esperienza unica, che ha arricchito e nutrito l’ anima.

La sua storia , i suoi racconti e le sue parole sono state forti ed importanti e ci hanno fatto capire di quanto la sua missione sia la sua stessa vita.Padre Carlo Andolfi è un missionario oblato di Maria Immacolata che nel 1976, venne inviato dal vescovo dom José Cambiare Na Bissign, in Guinea Bissau, con il compito di  prendersi cura della missione di Farim a nord del Paese, al confine con il Senegal.
Nel 2012 il vescovo di Bafatá, ha chiesto agli oblati di fondare una missione nell’ estremo sud del Paese. I missionari hanno accettato l’invito del vescovo, resisi conto che la Guinea stava attraversando un momento difficile, uscita da poco da una guerra per la propria indipendenza, combattuta contro i portoghesi.


Nel 2014 i primi due missionari si sono stabiliti a Cacine, in una casa presa in affitto all’interno del villaggio: i primi simpatizzati, seguendo il loro esempio, hanno costituito  la prima comunità cristiana.Tra le tante realtà, quella che ha colpito maggiormente i missionari, è la scuoletta informale , realizzata da Manoel, un abitante del villaggio di Quetafine.La sua iniziativa, nata per supplire alla mancanza di scuole vere e proprie in quel luogo, è apparsa agli occhi dei missionari come un elemento importantissimo per lo sviluppo del villaggio stesso.

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Partendo dal nulla, la scuoletta di Quetafine, è cresciuta anno dopo anno , diventando a tutti gli effetti un vera e propria scuola. Più dell’ ottanta per cento degli alunni sono musulmani o appartenenti alla religione tradizionale: anche alcuni insegnanti sono di religione islamica. Le famiglie donano un contributo mensile per la scuola e per la mensa, quest’ ultima importantissima, per assicurare almeno un pasto a questi ragazzi. Tutto il villaggio ha contribuito alla realizzazione di mobilio e reperimento di materiale, ognuno nelle proprie possibilità. Padre Carlo con la sua missione, lontana, dall’ altra parte del mondo è un insegnamento per tutti: noi nelle nostre piccole comunità potremmo, osservando ciò che ha fatto, diventare piccoli missionari, aiutando coloro che sono in difficoltà. Per fare del bene non serve andare lontano, basta guardarsi intorno.

Giulio Ricci, Lancia Natalia 2F

Intervistiamo Padre Carlo Andolfi

Perché ha deciso di diventare un missionario?
Il perché non si può spiegare brevemente: è stata una di quelle cose che ti senti di fare dentro e di cui non puoi capire e spiegare il motivo. Una ragione, però, è stata sicuramente il desiderio di aiutare le persone meno fortunate.

Una scuola in Africa, perché?
Appena arrivati in Guinea Bissau i missionari si sono subito resi conto che la cosa più importante da fare era dare un’educazione ed un’istruzione ai ragazzi, e così hanno pensato di costruire una scuola, che desse loro le capacità e i mezzi per far sviluppare il loro Paese.

Avete incontrato molte difficoltà durante i lavori?
È stato molto difficile, come costruire tutti gli altri edifici. Trovare i materiali e farli arrivare nel villaggio è stato complicato ancora più, poiché le vie di comunicazione sono molto brutte, realizzate con sassi e sabbia. Ma i missionari non si sono persi d’animo, e sono riusciti a fondare la scuola, che ora è frequentata da circa 600 alunni cristiani, musulmani e animisti.

Quante scuole avete costruito?
Hanno costruito due scuole nella zona di Cacine: la prima nel villaggio di Quetafine e la seconda in un villaggio che si chiama Cafal.

Gli alunni mangiano a casa o a scuola?
Gli alunni mangiano a scuola, dove è presente una mensa che fornisce loro un pasto al giorno a base di riso. I missionari hanno pensato di creare questa mensa affinché i bambini possano avere almeno un piatto.

Quali professori insegnano nelle scuole?
Nelle scuole ci sono dei professori del posto, i volontari vengono formati e pagati dai missionari.

In Guinea Bissau, come sono le case?
Le case sono costruite con dei mattoni di fango non cotto e hanno un tetto di paglia. Sono molto grandi, perché le famiglie sono numerose, dato che è presente la poligamia, ossia la legge per cui un uomo può avere le mogli che può mantenere.

In Guinea Bissau, come hanno superato il Coronavirus? Ci sono stati molti casi?
Anche in Guinea Bissau è arrivato il Covid, nella seconda metà del mese di marzo 2020, un po’ in ritardo rispetto all’Europa. Il 20 marzo hanno chiuso le scuole, che hanno riaperto soltanto dopo l’estate. Invece di essere aperte ad ottobre, però, sono state riaperte a settembre, per far recuperare ai ragazzi il tempo perso. Questo, però, è successo solo nelle scuole private, perché in quelle pubbliche mancavano i professori, che scioperavano, come spesso accade per le pessime condizioni lavorative. Inoltre, mancavano le mascherine e quindi sono stati i missionari a cucirle con delle stoffe e a distribuirle alle persone dei villaggi.Un lato positivo, però, è che c’è stata una percentuale molto bassa di vittime per il Covid, ma non si sa ancora il perché.

La sua missione cerca di aiutare la gente meno fortunata. La nostra invece quale potrebbe essere?
La nostra missione potrebbe essere per esempio sprecare meno cibo, ridurre il Consumismo e limitare l’inquinamento.

Si è mai pentito della sua scelta di andare in Africa e di quello che ha fatto in tutti questi anni?
No, non mi sono pentito, perché mi piace quello che sto facendo, e non mi accetto l’idea di essere uno di quei parroci che stanno fermi in una parrocchia.

In Guinea Bissau come fanno a comunicare? Esistono i telefoni?
In questi ultimi anni anche in Guinea Bissau hanno fatto la loro comparsa i primi cellulari, e i giovani sono molto attratti da questi oggetti.

Che cibo si consuma ?
In Guinea Bissau mangiano soprattutto riso e pesce. La carne è rarissima.

La gente del villaggio che professioni pratica?
Le persone sono essenzialmente coltivatori e pescatori.

Riesce ad essere felice nonostante tutte le difficoltà che vive ogni giorno?
Mi sento realizzato, vedendo che i miei progetti vanno avanti, nonostante tutte le difficoltà che si incontrano.

Natalia Lancia 2F

Natalia Lancia 2F