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Maurizio Spaccazocchi, musicista, ricercatore, scrittore Bimed, incontra gli alunni Medie24

di admin • Pubblicato il 23 Ottobre 2021 15:23:02La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

“A voi ragazzi….nella vita dovete pensare sempre di volare in alto, non accontentatevi del basso, delle cose facili. Cercate di diventare persone sempre più attive e intelligenti di quello che siete adesso”.

L’autore dell’ incipit “Volare Alto”, per la Staffetta di scrittura creativa Medie/ BIMED, è lo scrittore Maurizio Spaccazocchi. Lo scrittore il 18 ottobre alle h.15.30 ha incontrato da remoto, gli alunni delle classi 2F e 3F, ha risposto alle loro domande in modo chiaro e dettagliato. Si è mostrato simpaticissimo e gentilissimo, ha anche deciso di salutarli con una canzone “inedita” sulla scuola secondaria 1g Baccelli e sulla città di Tivoli.

Perché ha deciso di dedicarsi alla scrittura?

Ho sempre sognato sin da ragazzino di scrivere, perché io oltre alla scrittura amo la musica, e oltre a scrivere quella, volevo scrivere le parole. Poi perché scrivere vuol dire ” ragionare con sé stessi”, farsi delle domande.L’ importante è che i giovani scrivano, anche solo con se stessi, ragionino,per capire meglio chi si è: quindi scrivere per il piacere di scrivere, e non con la finalità di pubblicare.

Da quanto tempo fa lo scrittore?

Saranno almeno quarant’anni, ma sai più passa il tempo e più i modi di scrivere di una persona cambiano: da giovane scrivi per scrivere, poi scrivi per mandare dei segnali, per comunicare pensieri che possano servire a tutti. Scrivo anche cose che non pubblico, che tengo per me, per il piacere di scrivere.C’é uno studioso, che le professoresse conoscono bene, Jerome Bruner, che dice che bisogna fare in modo che i nostri ragazzi si esternalizzino, cioè che vengano fuori. Questo in tanti modi, con il canto , con il disegno: la scrittura è una di queste, tu puoi venire fuori, e donare agli altri il tuo pensiero. Questo è molto importante: ricordatevi poi un’ altra regola non mia ma di Leonardo da Vinci, che dice” chi ascolta un’ altra persona, mette dentro di lei quello che ascolta e ha due menti”

Quali sono i suoi scrittori preferiti?

Tendenzialmente sono quelli non di narrativa, ma quelli che hanno a che fare con la scienza, con la fisica, con la matematica, con lo sport, con la pittura, con l’ arte in generale. L’ arte e la scienza mi appassionano, e mi piace vedere come gli scrittori di questi libri, comunicano con le persone, come riescono a farsi capire. Tante volte quando gli studiosi, parlano in TV , ognuno dice cose diverse e spesso la gente non li comprende. Un esempio è proprio di questo periodo, quando si è parlato spesso del virus e del vaccino. La gente non ha capito che la scienza non è la verità, ma è qualcosa che ci propone, qualcosa di più credibile di altro, perché preparata e che si basa su principi. Meglio credere alla scienza che a chi propone nefandezze.

Aveva già lavorato all’ incipit della scrittura creativa?

Certo, da dieci anni. Io sono il responsabile scientifico della Staffetta: mi sono preso questo impegno, che mi piace. Io lo scrivo alla mia maniera, pensando che il continuo sarà sviluppato in un determinato modo. Poi quando leggo ciò che scrivono, mi si apre la mente, per due motivi: magari la mia visione non era giustissima oppure vedi quante possibilità c’ erano.

A quale età ha preso in mano il suo primo libro?

All’ età di circa sei/ sette anni, ma erano i libri,quelli semplici per bambini. Ma la voglia di scrivere non mi è venuta leggendo quei libri: mi è venuta per la voglia di raccontare , di pormi dei problemi e risolverli. Ti viene in mente un’idea e la vuoi condividere, così come in musica, quando hai in mente una melodia e la scrivi, completi un’ idea musicale. Io scrivo e concludo un incipit con sviluppo.A me piace scrivere generi che trattano e che servano

Per lei fare lo scrittore è più un lavoro o una passione?

Sono tutte e due le cose, perché ricevo i diritti d’autore e guadagno dei soldi: guadagno dei soldi facendo un lavoro che mi appassiona. Non riuscirei a scrivere, se uno mi dicesse, ti do tanti soldi se scrivi questa cosa: a quel punto non mi interesserebbe farlo, perché io devo scrivere di una cosa che mi piace, che mi appassiona, che viene da me e non dagli altri. Quando leggo i libri degli altri, mi piace che i loro pensieri si intreccino con i miei, è una ricerca, uno scambio, un’ amicizia letteraria, che ti aiuta a capire chi sei e chi sono gli altri.

Ho letto su internet che lei ha studiato al Conservatorio, che strumento ha studiato? Lo studia ancora adesso?

La musica si studia sempre. Io ho studiato il trombone e il pianoforte. Devo dirti che io vengo da una famiglia di musicisti. Tutti suonavano, è stato un percorso obbligatorio, dopodiché ho insegnato in Conservatorio per circa quarant’anni. Ho studiato anche didattica e pedagogia della musica, e mi piace per questo scrivere di queste cose. Ma come si fa a non studiare, a non continuare a leggere, a voler conoscere. Questa che per voi è una scuola, dopo diventerà un scuola di vita, dovrete imparare nuove cose, anche dagli altri. Per fortuna, si scrive , si studia per tutta la vita.

Le piace scrivere con la musica?

Io non ci riesco, perché poi la musica mi prende talmente tanto, che non riesco a scrivere. Se devo scrivere, devo scrivere in silenzio, se devo fare musica, devo fare solo quella. Non riesco a farli assieme.

Che genere di libro le piace scrivere?

Scrivo sull’educazione dei giovani, sul canto, sull’ arte, sulla società e la musica, pubblico molte cose.

Perché ha deciso di scrivere l’ incipit ” Volare alto” della Bimed?

La storia è lunga, prima di tutto  sono convinto che quando dormo volo: io sogno, quasi tutte le notti di volare, mi metto in cima ad una collina, mi lancio, comincio a sbattere le ali e mi alzo in volo. Mentre volo, mi fanno paura i fili della luce, e devo o volarci sotto o volarci sopra.il volo mi attrae, anche se soffro di vertigini. Ho scritto questo Incipit, per la mia curiosità per il volo, ma anche per la storia di Icaro, in cui troviamo due elementi: la voglia di avventura del protagonista, e l’ esperienza, anche contro la volontà del padre, e la dimostrazione della sua incoscienza. È una specie di Indiana Jones del volo, incosciente, perché non si è reso conto del pericolo. Ci sono due parole da ricordare: la neofilia, il piacere del nuovo, e la neofobia, la paura del nuovo. Icaro é stato neofilico, ma ha rischiato la sua esistenza. Il protagonista dell’Incipit, ha scoperto quanto era bella l’ avventura, da neofilo, ma è stato incosciente, e non ha pensato ai rischi.

Ha avuto qualche amico che ha vissuto la stessa situazione di Icaro o un tema che le sta particolarmente a cuore?

Guarda ho avuto più di un amico, che per il rischio di terze cose, sono morti. Addirittura, neanche paralizzati, ma morti. Ho avuto un gruppo di quattro amici, quando ero giovane, tra cui ve ne era uno ricco con una bella macchina. Mi invitarono a fare un giro, io non andai, dopo un’ora seppi che erano morti tutti e quattro. Un altro esempio sono quelli che esagerano con l’ alcool: li ho rincontrarci distrutti, depressi. L’ abuso è sempre sbagliato, di qualsiasi cosa, anche lo stare tutto il giorno con il cellulare o con il computer. Bisognerebbe organizzare la propria vita, cercando di fare sempre cose diverse, mai sempre la stessa cosa.

Ha avuto altre idee per questo Incipit, prima di quella attuale, se si quali?

Questo no, perché quando mi metto a scrivere, ho già avuto mille idee. Se mi metto vuol dire che ho già scelto quella precisa. Mi capita anche con i !ibri: scrivo quando già ho scelto il titolo, l’argomento, quando già so cosa conterranno i capitoli. Non mi piace la confusione, quest’ anno ho scritto cinque Incipit, ognuno per ogni ordine di grado scolastico. Anche voi dovreste fare così, quando scrivete qualcosa, dovreste aver già in mente un’idea precisa e non avere confusione.

Come mai un Incipit sul deltaplano, ha mai pensato di provarlo?

No, l’ ho scritto proprio perché so che è uno sport che non è per me. Io sogno di volare, di notte, ma soffro di vertigini. Al Prater di Vienna, la ruota si è bloccata, stavo morendo. Se vado in un palazzo di tre piani il terzo per me è già troppo. Sono affascinato dal volo, ma ho paura. Io da ragazzino non avevo le vertigini: mi sedevo penzolando sulle inferiate dei ponti, facevo delle cose avventurose. Verso i ventidue anni, ho cominciato ad avere questi problemi.

Quanto tempo ha impiegato per scrivere questo Incipit?

Ci avrò messo un’ ora e mezza. Ho cercato di scrivere nella maniera più sintetica possibile, cercando di fare arrivare il messaggio, senza togliere nulla.

C’è un motivo particolare per cui ha dato ai protagonisti i nomi di Irene e Icaro?

Sì certo, proprio perché questo Icaro aveva a che fare con il mito. I ragazzi si sarebbero fatti delle domande e avrebbero conosciuto il mito. L’ idea era quella che i ragazzi oltre al racconto imparassero qualcosa. E poi comunicare a voi ragazzi, che nella vita dovete pensare sempre di volare in alto, non accontentatevi del basso, delle cose facili. Cercate di diventare persone sempre più attive e intelligenti di quello che siete adesso.

Si è divertito a creare l’ Incipit?

Il vero divertimento si prova quando lo pensi, quando cerchi di costruirlo: nella mente si mescolano le idee, senti pro- muovere il tuo cervello. Non è tanto il risultato ma la preparazione. Scrivere vuol dire pensare ad una cosa che poi metti in scrittura, per dare agli altri. È come con la musica e con le forme d’ arte, ti dai agli altri.

Quale è il suo momento preferito per dedicarsi al scrittura?

Non c’è un momento preferito, però bisogna svegliarsi presto perché il mattino ha l’ oro in bocca. Preferisco quella parte della giornata. Mi capita di svegliarmi di notte, con un’ idea, mi alzo le appunto e poi le riprendo il giorno seguente.

Che consiglio darebbe ai ragazzi per iniziare questo capitolo?

Io non do un consiglio, dico solo di far scrivere un avvio ad ogni ragazzo.Non bisogna forzare in nessuna direzione, e lasciare che loro producano. Vi faccio un esempio: quanti libri di letteratura , di poesia avrete incontrato nella vostra vita, dove sotto una poesia di cinque righe vi sono quattro colonne di spiegazioni. Questa cosa è indurre ad una sorta di schiavitù i ragazzi che devono imparare da quello che c’è scritto sotto, non va bene. Di fronte alla poesia mi illumino d’immenso: si mettono insieme tutte le sensazioni dei ragazzi e si vedrà che quel ” mi illumino d’ immenso” non significherà una cosa sola, ma tante cose diverse.

Che cosa ci consiglia, dl punto di vista dello stile, di inserire qualche dialogo già dal primo capitolo?

Il primo capitolo è il trampolino di lancio, quindi siete un po’ più liberi rispetto agli altri.La forma fatela scegliere ai ragazzi, in piena libertà.

Maurizio Spaccazocchi

Ricercatore e musicista, Ha scritto numerosi articoli, saggi, testi, sussidi e racconti musicali per il mondo dell’educazione, dell’animazione e della terapia musicale. Ha insegnato Pedagogia della musica presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali del Conservatorio “G.Rossini” di Pesaro. Oltre a essere autore di incipit e progetti musicali creativi, insegna all’università e svolge per tutto l’anno attività di formazione del personale docente dei vari ordini scolastici all’interno del progetto Pitagora’s Theme 1° e 2°.
Sin da piccolo si è sempre dedicato a tutti i tipi di arti. Ha proseguito gli studi nel Conservatorio Rossini di Pesaro, Diplomandosi in trombone. Ha studiato anche composizione con Aldo Clementi. E’ stato docente di Pedagogia della musica presso il conservatorio dove aveva proseguito gli studi. Ha insegnato per 10 anni Metodologia e formazione primaria presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino. Per più di un decennio ha svolto laboratori per la SIEM (società italiana di Educazione Musicale). Nel 2016 ha collaborato con la Repubblica di San Marino per la stesura di curriculi verticali di Educazione Musicale dalle scuole Nido alle scuole secondarie di primo grado. Ha sempre avuto una forte passione per la scrittura per questo è diventato responsabile scientifico della BIMED di Salerno, per la quale svolge progetti di formazione Pitagora’s theme 1 e 2, la Staffetta di Scrittura Creativa a livello nazionale e internazionale in collaborazione con MIUR e l’Università telematica di Pegaso. È docente di Pedagogia della Musica presso la scuola quadriennale di Musicoterapia di Assisi; di Didattica della Musica presso l’Isform.

Giulia Marchetti 3F, Giulio Ricci 2F