domenica 5 Maggio 2024

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Il Peso delle parole…

di admin • Pubblicato il 11 Novembre 2021 07:01:36Tempo libero

Sarebbe bello che tutti imparassero a usare le parole giuste nel momento opportuno: quella giusta per ogni occasione, dolce quando devi rincuorare, forte nel rimprovero. E sarebbe ancora più bello ed importante che non le si usassero come arma di violenza e di offesa. Sfortunatamente  accade proprio questo, specialmente nella mia generazione e alla mia età, quando si dovrebbe essere aperti al mondo e agli altri. Una parola messa lì che a chi la dice può sembrare un nulla, per chi la riceve è peggio di un pugno nello stomaco , di un cazzotto in pieno viso: anzi quello farebbe meno male, perché nasce e finisce in quel momento. Le parole invece restano nella testa, viaggiano, girano ma non si dimenticano. E allora chi non ha gli strumenti per cancellarle, le porta con sé, diventando un’ ossessione giornaliera. Così guardandosi allo specchio si ripensa a quel ” ciccione” che ci è stato detto, e invece della felpa che ci piace tanto, ci si mette quella lunga che copre i fianchi, oppure si ripensa a quel ” quattrocchi” e  si cerca di coprire con il ciuffo gli occhiali. Si comincia ad essere insicuri, a tacere in classe anche quando si vorrebbe dire la propria, a sentirsi inferiori perché non si hanno scarpe, maglie o cellulare alla moda. E le parole nel frattempo risuonano e continuano e non ci lasciano in pace. Che tristezza pensare che chi usa questo linguaggio, non sa fare altro : l’ unico strumento che conosce è questo, il suo mestiere è offendere. Ma offende maggiormente se stesso, perché si ferma all’ apparenza delle cose e delle persone, non ha voglia di conoscere realmente, non comprende che ognuno sa dare qualcosa. Essere bravi a scuola, amare andarci, amare leggere non significa essere secchioni e” sfigati” : vuol dire solo quello che è, aver scelto di vivere la scuola così, non sentirla un peso ma una parte della propria vita. Ed è vero anche il contrario, chi zoppica  nello studio , non merita l’ appellativo di capra, perché magari ha solo bisogno di stimoli maggiori e di essere incluso. Il problema è proprio il marchio, l’ appellativo che si dà alle persone, come se dovessimo tutti rientrare in qualche categoria. Si usano aggettivi, così senza sapere neanche quello che si sta dicendo. Le parole sono importanti, e prima di parlare bisognerebbe ragionare e pensare a ciò che a noi non piacerebbe venisse detto: bene a quel punto è il caso di non dirlo neanche agli altri. Da piccole e ripetute battutine , è semplice passare ad atti  di bullismo: le parole spesso poi lasciano spazio ai fatti veri e propri. Usiamole per dirci quanto ci siamo mancati, per invitarci a  stare insieme, per darci conforto e perché no anche per discutere. Il rispetto per gli altri, per come si è e per come si vuole essere dovrebbe essere  la priorità. Grassottelli, alti, bassi,  con gli occhiali , con i dieci , con i quattro, ognuno deve avere il diritto di scegliere di essere come vuole, perché la sostanza e il valore delle persone va cercato altrove e non nella semplice apparenza. Andate fieri delle vostre diversità, che sono un ricchezza e diffidate di chi vuole convincervi del contrario.

Giulio Ricci