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Natale in Europa

di admin • Pubblicato il 31 Dicembre 2021 11:54:38Osservatorio sul mondo

Il Natale è una delle feste più festeggiate e sentite in tutto il Mondo, con diverse tradizioni e usanze. Oggi siamo abituati a viverlo come un festeggiamento, pieno di doni, feste e felicità, ma un tempo non era così. Molti dei riti pagani ad esempio avevano come protagonisti degli strani personaggi o addirittura mostri che spaventavano i più piccoli. In alcuni paesi queste tradizioni sono ancora vive e tutt’oggi il Natale si circonda di streghe, elfi, magia e mostri.

In Spagna

La celebrazione del Natale è molto sentita.
Le feste vanno dal 22 dicembre al 6 gennio. Tutto inizia il 22 con il sorteggio della Lotteria di Natale, un avvenimento molto importante. L’estrazione inizia la mattina presto e viene trasmessa in radio e in televisione. La lotteria è un grande successo economico. Anche loro fanno un grande albero per celebrare il Santo Natale.
Il 24 dicembre si celebra la Vigilia di Natale. In questa serata gli spagnoli usano riunirsi per celebrare la cena più importante dell’anno. E’ una cena abbondante nella quale si mangiano prodotti tipici locali e specialità della Spagna. Durante la notte vengono cantati i villancicos, canti che esprimono felicità, ma a volte anche nostalgia e tristezza.
Babbo Natale, dopo la cena, distribuisce i regali ai bambini sotto l’albero. In Catalogna si ricevono i regali il 25 dicembre ma a portarli non è Babbo Natale, ma Tiò de Nadal Il 25 dicembre si festeggia con un banchetto simile a quello della sera prima. In quel giorno, il re di Spagna legge i messaggi di auguri, trasmessi in televisione.

In Francia

In alcune parti della nazione il periodo delle festività natalizie inizia il 6 dicembre, giorno di San Nicola. Nel Nord della Francia, il periodo natalizio inizia invece con la festa di San Martino (saint Martin) festeggiato l’11 novembre.
In Francia, Babbo Natale non lascia i regali sotto l’albero, come in Italia e nei Paesi anglosassoni, ma dentro le scarpe dei bambini; infatti, nel giorno di Natale, i bambini francesi lasciano le loro scarpe alla finestra o vicino al camino, sperando di trovarle piene di doni il giorno seguente dopo l’arrivo di Papa Noël (Babbo Natale). Nelle Alpi Francesi, invece, si giunge alla Messa di mezzanotte scendendo per i pendii con gli sci e con delle fiaccole.
Nei pranzi e nelle cene di Natale si comincia con un Amuse bouche, un bocconcino di benvenuto da mangiare con le mani, un tipico antipasto con un bicchiere di bollicine, seguono poi escargot, ostriche, salmone e grandi vini: il Natale dei francesi è uno dei più raffinati. Chi preferisce la carne sceglie il pollo arrosto, l’oca o il tacchino servito con le castagne. Il dolce tipico di queste festività è il Buche de Noël, quello che in Italia chiamiamo tronchetto di Natale. Altri piatti tipici francesi sono:
Il cassoulet, il pollo alla basca, le cozze charentaise, il galettes bretonne, la quiche Lorraine, Raclette e fonduta savoiarda, Gratin Dauphinois.

In Finlandia

A differenza degli altri Paesi, dove le festività terminano con l’Epifania, in Finlandia, come in Svezia e parte della Norvegia, si chiudono ufficialmente il 13 gennaio, giorno di San Canuto.
In Finlandia si riscontrano varie tradizioni d’importazione, in particolare dalla Svezia, come l’adozione della festa di Santa Lucia. La Finlandia è anche considerata il luogo dove vive Babbo Natale
Il termine usato in finnico per indicare il Natale è joulu. Si tratta di un prestito dalle lingue germaniche settentrionali: in particolare il termine deriverebbe dal tardo antico nordico joulo. Collegato a questo termine, ma di origine probabilmente più antica è il termine juhla, che significa “festa”. Dal termine per “Natale”, deriva in finnico anche quello del nome per “dicembre”, ovvero joulukuu. La formula di augurio tradizionale per le feste è Hyvää Joulua1
Bisogna però considerare che in Finlandia esiste anche una parte di popolazione di madrelingua svedese, per la quale “Natale” è jul e l’augurio di un buon Natale è God Jul!.
Come in Svezia anche in Finlandia si celebra il 13 dicembre, giorno dedicato a Santa Lucia, con una processione di ragazze vestite di bianco, una delle quali indossa in testa una corona decorata con candele e piante sempreverdi e distribuisce dolcetti. Un’altra tradizione dell’Avvento è il Pikkujoulu, ovvero “Piccolo Natale”, che consiste in una serie di festeggiamenti in casa o nel luogo di lavoro a base di bevute, scherzi, ecc.
La tradizione si diffuse in ambito studentesco a partire dagli anni venti e trenta del XX secolo.
Proclamazione della Pace di Natale a Turku: Il 24 dicembre, giorno della Vigilia di Natale, viene pronunciata dal sindaco di molte città, la cosiddetta “Pace di Natale”.La pace di Natale più famosa è quella di Turku (l’antica capitale della Finlandia), l’unica ad essere trasmessa in diretta televisiva e che è databile sin dal XIII secolo.
La cerimonia si conclude con l’esecuzione dell’inno nazionale della Finlandia
La “pace di Natale” dà inizio alle celebrazioni del Natale: tra le disposizioni della “pace di Natale”, vi è il divieto di usare armi da fuoco il 24 e il 25 dicembre.
Tra le tradizioni tipiche della Vigilia di Natale in Finlandia, vi è la visita dei cari defunti.
Babbo Natale : Un tempo, in Finlandia il tradizionale portatore di doni era una figura piuttosto spaventosa, il “caprone di natale” (in finlandese joulupukki). In seguito, il termine joulupukki è passato, per associazione di idee, ad indicare Babbo Natale/Santa Claus, ormai riconosciuto in tutto il mondo come il tradizionale portatore di doni natalizi. Negli anni venti del XX secolo, uno speaker radiofonico finlandese, Markus Rautio, iniziò a diffondere l’idea che Babbo Natale vivesse nella Lapponia finlandese, segnatamente a Koryatunturi. La raffigurazione di Santa Claus, una sorta di folletto che guida una slitta trainata da renne, ben si adattava, infatti, a quell’ambientazione.
Così, in seguito è stato creato in quei luoghi il Santa Claus Village, ovvero quello che si ritiene essere l’ufficio di Babbo Natale, aiutato nei suoi compiti dagli “elfi”.
Oltre alle decorazioni riscontrabili anche negli altri Paesi, in Finlandia si usa decorare i soffitti con lo himmeli. Il tipico menu delle Feste in Finlandia è costituito da pasticcio di carne e di pesce, stoccafisso, stufato di renna al forno con bacche rosse, insalata di aringhe e formaggi.
Un dolce tipico delle Feste è la joulutorttu (“torta di Natale”), un dolce alla cioccolata farcito di marmellata alle prugne. Un altro dolce tipico delle Feste è il pudding di riso. Tradizionalmente, si usa infilare in questa pietanza una mandorla, che dovrebbe portare fortuna a chi la trova.
Negozio nel Santa Claus Village :Il Santa Claus Village, creato nei dintorni di Rovaniemi, è diventato un’importante risorsa per il turismo in Finlandia,con un numero di visitatori che si aggira intorno ai 500.000 l’anno.
Sono inoltre centinaia di migliaia le lettera a “Babbo Natale” che vengono indirizzate qui ogni anno dai bambini di tutto il mondo.

In Irlanda

La stragrande maggioranza degli Irlandesi è di fede cattolica e il giorno di Natale (in gaelico Nollaig – compleanno) è soprattutto una festa religiosa, cui seguono undici giorni di festa fino al giorno dell’Epifania, i celebri Twelve Days of Christmas.
In Irlanda le tradizioni natalizie somigliano molto a quelle presenti nella maggior parte dei paesi occidentali: lo scambio dei regali, la messa, il luculliano pranzo e la decorazione dell’albero di Natale sono usanze condivise da quasi tutti i paesi che festeggiano il Natale. Ma ogni paese, compresa l’Irlanda, ha anche i suoi particolari rituali.
Pulizie in casa Fondamentale per affrontare in maniera perfetta il Natale irlandese è la rigorosa e approfondita pulizia della casa, che spesso, in alcune zone rurali, coinvolge ancora oggi l’imbiancatura delle pareti. In passato, infatti, le donne si dedicavano alla pulitura di porte e finestre, vetri, specchi e argenteria, rinfrescando anche le tende e lasciando che le pulizie interessassero anche la stalla, simbolo della nascita di Gesù. Gli uomini, d’altro canto, rinfrescavano le pareti della casa come per purificare l’ambiente in onore dell’avvento di Cristo.
Questa tradizione esisteva già molto tempo prima della cristianizzazione e persino della civilizzazione celtica. Si tratta, infatti, di una cerimonia purificatoria dell’antica Mesopotamia, datata intorno al 4000 a.C., quando il popolo aveva la consuetudine di pulire le proprie abitazioni e persino le strade, per assistere il loro dio nella sua battaglia contro i poteri del caos. E si credeva che il dio controllasse la soglia di ogni casa per assicurarsi che fossero ben pulite.Si avvertono, a questo punto, i legami tra questi due usi ed è possibile dedurre che, in qualche modo, la rigorosa pulizia della casa in Irlanda derivi dall’usanza antica della Mesopotamia, nonostante lo scopo sia diverso. Nei secoli, chiaramente, le tradizioni si tramandano, ma vanno ad assumere significati diversi, in base alle singolari situazioni di ogni terra.
Caratteristica tra le numerose tradizioni natalizie in uso ancora oggi in Irlanda è quella di accendere una candela presso una finestra la sera della Vigilia di Natale. Questo gesto ha diversi significati, tra cui, uno religioso: la candela accesa sta a simboleggiare l’ospitalità nei confronti di Maria e Giuseppe, che in quella notte, avevano a lungo penato per trovare un rifugio a Betlemme.
Un altro significato assunto dalla candela accesa è quello di segnalare ai preti cattolici un rifugio e un posto sicuro dove poter celebrare la Messa, poiché a lungo fu loro vietato. La candela accesa, inoltre, potrebbe rimandare all’antichità, quando i Romani accendevano candele durante la festa del solstizio d’inverno, a significare il ritorno della luce del sole dopo l’inverno.
La cerimonia dell’accensione della candela fa parte di uno dei semplici ed antichi rituali cui partecipa l’intera famiglia, pregando e cantando. La candela, inoltre, dovrebbe essere accesa dal membro più giovane della famiglia e a spegnerla dovrebbe essere esclusivamente una fanciulla di nome Maria.
La tavola apparecchiata Per molti secoli, insieme all’usanza della candela accesa, esisteva anche quella di mettere più piatti a tavola, come se si restasse in attesa di visitatori improvvisi. Oppure, dopo aver consumato la cena della Vigilia, si soleva apparecchiare nuovamente la tavola mettendovi una pagnotta di pane ripiena di semi di cumino e uva passa, una caraffa di latte e una candela accesa. Lasciando, inoltre, la porta aperta, si garantiva in tal modo l’ospitalità non solo a Maria e Giuseppe, ma anche ai viaggiatori che potevano incontrare la casa vagando durante quella notte.
Il giorno di S. Stefano In occasione del Natale si usa offrire dei regali, di solito in soldi, al lattaio, allo spazzino e al postino. Nel passato ciò avveniva il giorno di S. Stefano, conosciuto anche come “Boxing Day” nell’Irlanda del Nord e in Inghilterra. La tradizione vuole anche che, il 26 dicembre, si mettano in scena delle pantomime, ovvero commedie molto divertenti basate su favole per bambini. Tra i titoli più comuni sono: Cenerentola, Aladino, Il Gatto con gli stivali e Biancaneve. Questi spettacoli si basano sullo scambio dei ruoli: solitamente i maschi recitano i ruoli femminili e viceversa. Di solito i testi contengono facezie per adulti o canzoncine e giochi cui può partecipare anche il pubblico. Spesso i bambini ricevono dolcetti, che vengono lanciati loro durante lo spettacolo. l giorno di S. Stefano in Irlanda si giocano anche molte partite di calcio e hanno luogo le corse di cavalli. Un’usanza tipica per questo giorno è la “Wren Boys Procession”, che diverte particolarmente i bambini.
I “Wren Boys” Non si può parlare del Natale in Irlanda senza citare la processione dei Wren Boys che si tiene ancora oggi in alcune zone dell’Irlanda, per esempio la Penisola di Dingle, il giorno di S. Stefano, conosciuto anche con il nome gaelico La An Droilin, il giorno dello scricciolo. Lo scricciolo (in inglese wren) è uno degli uccelli più piccoli, ma emette suoni molto poderosi e spesso viene chiamato “il re degli uccelli”.
Esistono due storie che possono spiegare la celebrazione dello scricciolo il 26 dicembre: una racconta che uno scricciolo cinguettante rivelò ai soldati romani il nascondiglio di S. Stefano, che fu catturato e ucciso; l’altra storia afferma che nell’VIII secolo uno scricciolo diede un colpo su un tamburo durante l’accerchiamento nascosto di un campo vichingo da parte dei soldati irlandesi e per questo motivo questi ultimi furono scoperti e uccisi. E’ soprattutto la prima delle due leggende a spiegare la caccia allo scricciolo nel giorno di S. Stefano.
Bambini e bambine indossano vestiti stracciati e si coprono o dipingono i visi e vanno di casa in casa intonando una rima, spesso accompagnata dal suono di violini, armoniche e corni, che solitamente fa così:
The wren, the wren the king of all birds,
St Steven’s day he was caught in the furze,
Up with the kettle and down with the pan.
Give us some money to bury the wren.

Questa tradizione risale a un tempo molto antico, in cui veniva ucciso uno scricciolo e il suo cadavere veniva appeso a un ramo di agrifoglio e portato in giro. Oggi non si permette più l’uccisione dell’uccellino, ma al posto del corpo dell’animale si mette un’effige appesa al ramo di agrifoglio e si continua la visita porta a porta da parte dei ragazzini. Di solito a questi vengono offerte birra e pudding e i più giovani di ogni casa visitata si uniscono alla combriccola finché non si da vita a un gruppo numeroso di ragazzini del vicinato che passano di porta in porta a chiedere un’offerta.
Santa Claus o Father Christmas In alcune zone dell’Irlanda, secondo l’influenza inglese, è Father Christmas a riempire le calze dei bambini la Vigilia di Natale.
In altre zone, invece, è Santa Claus, secondo l’influenza occidentale. La sera della Vigilia molti bambini appendono le calze ai piedi dei loro letti perché Babbo Natale le riempia di regali, altri, invece, usano le federe dei cuscini. Secondo la tradizione, la mattina di Natale, quando i bambini rovistano nelle calze, vi trovano una mela nella punta e un’arancia o un mandarino nel tacco.

In Svizzera

La figura di San Nicolao è cambiata continuamente nel corso degli anni. All’inizio si credeva che andava con una slitta con delle renne, ma in svizzera cambia a seconda delle città: a Friburgo arriva sul suo asino Balabou, a Näfels vanno a prenderlo in carrozza nella foresta, a Brunnen arriva in barca dal lago, a Interlaken prende il treno mentre a Basilea e a Zurigo viaggia addirittura in moto
Una tradizione molto popolare nelle città da Oberägeri e Unterägeri è quella dove i ragazzi costruiscono ingegnose teste di asino montate su lunghi bastoni con le quali vanno a bussare alle finestre delle case. Con l’aiuto di una cordicella aprono e chiudono le bocche degli asini,con all’interno un sacchetto per inserire pan pepato, caramelle, cioccolato e monete.
In Svizzera è anche usanza fare Il corteo dei cacciatori di San Nicolao  composto da 1400 uomini e ragazzi con camicia bianca da pastore e campanacci seguiti da portatori di torce che trasportano enormi mitre episcopali di cartone e carta velina illuminate da candele inserite al loro interno. Tutti avanzano a passo di danza e si crea come un mosaico danzante,
Il dolce tipico che si mangia a Natale è il Tronchetto di Natale,“Bûche de Noël”, che è un tronco d’albero fatto di pandispagna e crema al burro ricoperto di cioccolato e con scanalature che riproducono la corteccia e decorato con scarabei, foglie e funghi fatti di marzapane. In passato le famiglie contadine si riunivano attorno al camino, bruciavano un grande ceppo di legna e spargevano le ceneri sui campi come ringraziamento per il raccolto e nella speranza di un nuovo anno fruttuoso. In sostituzione dello spargimento delle ceneri, sulla tavola imbandita viene quindi servito questo dolce.
A Morcote,una città della Svizzera, nei nove giorni che precedono il Natale e la sera della vigilia la gente si raduna nel campanile, dove c’è addirittura un camino, e ognuno porta qualcosa, per esempio una bottiglia di vino, un salame o un pezzo di formaggio. Una dopo l’altra, le persone si alzano dal tavolo, salgono sulla scala e suonano le campane con il batacchio facendo risuonare melodie semplici ma festose.

In Grecia

La religione in Grecia è cristiana ortodossa e la tradizione religiosa è molto seguita. Il periodo delle vacanze in Grecia va dal 24 dicembre all’ 8 gennaio , i bambini si svegliano e ritrovano una sacca è un bastone che servono per passare da casa in casa, in gruppo, si recano nelle case dove la gente li accoglie calorosamente regalando frutta secca dolci tipici chiamati “kourabièdes” . I strumenti che usano i bimbi per suonare sono il triangolo e i tamburi cantando inni dedicati a Gesù. Il 25 dicembre si festeggia la nascita di Gesù e tutti si alzano di buon ora e si recano alla messa , il pranzo è come da noi, si festeggia in famiglia e si mangia per ore come un piatto tipico,la galopoula ,sarebbe carne di tacchino farcita con castagne e frutta secca . In Grecia il giorno di Natale non si aprono i regali perché babbo natale per loro non ha nessuna relazione con la nascita di Gesù .In Grecia non hanno l’usanza di fare l’albero ma decorano barche a vela di legno. Il primo gennaio si festeggia San Basilio che in questo caso è come babbo natale porta i doni ai bambini, ed infine il 6 gennaio si festeggia il battesimo di Gesù ,una festa ortodossa chiamata “ta fota” simboleggia il nascere della luce .Durante la messa il prete purifica e benedice l’acqua sia quella del fiume che del mare e viene buttato il crocifisso in acqua e alcuni ragazzi che temono l’acqua gelida si tuffano per prenderlo colui che riesce a prenderlo viene benedetto .

In Danimarca

Durante l’Avvento i bambini si trasformano in folletti e fanno dei piccoli scherzetti in casa. La vigilia si addobba l’albero con palline e bandierine nazionali. I bambini vengono vestiti come folletti (di rosso con un cappello a punta) e si aspetta lo Julemanden che porta i regali. Lo Julemanden è la versione danese di Babbo Natale. In danese, la parola “Jul” o “Yule” significa Natale e “Julemanden” significa “l’uomo di Natale”. Il personaggio è simile al nostro Babbo Natale. È raffigurato come un vecchio con capelli bianchi, una lunga barba bianca e una pancia gonfia. Indossa una veste rossa e bianca e porta uno zaino sulle spalle, pieno di regali per i bambini. Le uniche differenze sono il fatto che vive in Groelandia e ama il budino di riso alla cannella e i suoi aiutanti sono i “Nisse” la versione anese degli elfi. Lo Julemanden ha origine dalla leggenda di San Nicola che si diffuse in lungo e in largo in diversi paesi. Anche in Danimarca San Nicola era molto popolare, sebbene alle persone venne proibito di credere ai santi. Tuttavia, la nuova Chiesa luterana non poteva estirpare questa famosa figura dalle menti del popolo danese. Per questo motivo, hanno introdotto una figura simile a San Nicola, ma senza il cappello del vescovo. Secondo una leggenda, quando lo Julemanden visita le famiglie, decora l’abete con una ghirlanda coperta con bandiere danesi, mentre gli elfi danzano intorno all’albero cantando le canzoni natalizie. La tradizione natalizia danese è fatta di abitudini e simboli che si ritrovano in quasi tutte le case e che rendono questa festa molto particolare:
La ghirlanda dell’Avvento: È una ghirlanda composta da quattro candele che vengono accese, una alla volta, ogni domenica precedente il Natale. Rametti di abete decorati con bacche e pigne, candele bianche e nastri rossi sono i segni distintivi.
La candela dell’Avvento: È una candela che segna lo scorrere dell’Avvento, 24 segni rappresentano i 24 giorni di dicembre che precedono il Natale. È decorata con disegni di aeti e folletti dalle guance rosse.
Il calendario dell’Avvento e i regali: Sebbene il calendario dell’Avvento ormai si vede sempre più spesso nche in Italia, in Danimarca, come in altri paesi nordici è una tradizione che esiste da molti anni. Prima si confezionava in casa e veniva inserito un piccolo regalo o un dolcetto in ogni casella. Oggi i bambini ricevono uno o più calendari dell’Avvento. I due principali canali nazionali ogni anno producono e trasmettono una serie natalizia in 24 episodi ce crea una grande attesa nei più piccoli.
L’albero di Natale viene acquistato e addobbato solo il giorno prima di Natale e si utilizza un abete vero. I rami vengono decorati con palline rosse e bandiere danesi. Il puntale è sempre rappresentato da una stella dorata o d’argento. Le luci si accendono non prima della sera della Vigilia. Per gli intransigenti si dovrebbero utilizzare solo candele vere.
La cena inizia nel tardo pomeriggio. Tra i piatti che non possono mancare ci sono l’oca arrosto o l’arrosto di maiale croccante con contorno di cavolo rosso e patate caramellate (piccole patate fette carammellizzare in zucchero grezzo). Il tipico dessert è il “ris à l’amande” (a base di riso con panna mantata, vaniglia e mandorle tritate) servito con salsa di amarene. Nel riso viene nascosta una ,andorla intera: chi la trova ha diritto a un regalo speciale (e di solito si fa si che sia un bambino a trovarla).

In Germania

Il Natale è una festa molto amata e sentita in Germania, ricca di tradizioni, alcune simili alle nostre e altre molto differenti. Scopriamo insieme, allora, come si festeggia il Natale in Germania.*Alla scoperta di come si festeggia il Natale in Germania
Tutto inizia già durante le quattro settimane dell’Avvento, periodo molto più sentito che da noi. Per esempio, nelle case non manca la corona dell’Avvento, simile a quella che noi vediamo in chiesa: si tratta di una corona con quattro candele che vengono accese una per ogni settimana dell’Avvento, ognuna diversamente decorata. L’accensione della candela avviene di domenica mattina durante una colazione di famiglia assai ricca.I bambini, poi, come da noi, possono divertirsi con il calendario dell’Avvento: ogni giorno devono aprire la casellina corrispondente a quella giornata e qui trovano un cioccolatino, un dolcetto o anche un giocattolino.
Bellissimi i Mercatini di Natale della Germania, fra i più famosi del mondo: nelle loro casette natalizie vengono offerte idee regalo, oggetti di artigianato e specialità tipiche.
I simboli e le tradizioni del Natale in Germania
Si arriva poi al Natale con i suoi simboli e tradizioni. Anche qui non manca l’albero di Natale, non solo in tutte le case, ma anche nelle chiese e sulle tombe. L’albero è arricchito da luci e decorazioni. Qualche giorno prima del Natale, poi, viene allestito il Presepe.
I bambini inviano le letterine non a Babbo Natale, bensì a Gesù Bambino. Inoltre le scrivono cospargendole di zucchero alla sera della Vigilia. Vengono successivamente chiuse e messe sul davanzale della finestra.
C’è anche un particolare rito da rispettare durante l’apertura dei regali: l’arrivo di Gesù Bambino viene indicato da campanelline che suonano, si accendono le luci dell’albero di Natale e si aprono i regali, ma non prima di aver cantato le carole di Natale o aver letto ad alta voce poesie natalizie.
Si arriva così al pranzo di Natale con le grandi riunioni di famiglia e con gli amici, soprattutto la sera della Vigilia. Ogni famiglia sceglie se fare il pranzo grande la sera della Vigilia o poi direttamente il 25 dicembre a pranzo
Le tradizioni culinarie natalizie tedesche variano un po’ dalle nostre. Solitamente nei pranzi di Natale si mangiano:
Martinsgans: arrosto d’oca farcito di castagne, mele e cipolle con contorno di gnocchi di patate (Klöße) e rape rosse.
Weihnachtskarpfen: carpe al forno.
Lebkuchen: dolcetti di miele e farina farciti di mandorle, cannella, nocciole, pinoli e spezie.
Baumkuchen: torta a forma di albero costituita da un impasto di frittelle grigliate e glassate col cioccolato.
Christollen: pandolce cosparso di zucchero a velo, tipo panettone.
Platzchen: biscotti di tutte le forme, guarniti di cioccolata, glassa o marmellata.
Le feste natalizie in Germania terminano come da noi il 6 gennaio con l’Epifania e l’arrivo dei Re Magi. I bambini, si vestono tradizionalmente da Re Magi e vanno di casa in casa a cantare una canzone, portando con sé un bastone ornato con una grande stella. In cambio ricevono poi soldi e dolcetti.

In Islanda

 Il Natale in Islanda lo si festeggia in un modo davvero speciale e lo si vive abbracciati da un candido manto di neve mentre l’Aurora Boreale danza nel cielo.
Natale in islandese si dice Jól, un termine che assomiglia molto a Yule, la festa del solstizio d’inverno (21 Dicembre). In Islanda però il 21 Dicembre corrisponde al giorno più corto dell’anno e questa festività viene celebrata da molto prima che il Paese si convertisse al cristianesimo. In epoca pagana fu chiamata la festa della luce, in quanto si celebrava il fatto che le giornate iniziavano ad allungarsi piano piano. Con l’avvento del cristianesimo, la festa venne associata a Gesù e furono introdotte nuove tradizioni.
Il Natale in Islanda dura 26 giorni, dall’11 Dicembre fino al 6 Gennaio, e ha ben 13 Babbi Natale chiamati jólasveinar. Il periodo natalizio inizia quando arriva il primo jólasveinn, 13 giorni prima della Vigilia di Natale, e termina quando l’ultimo se ne va la notte dell’Epifania. Babbo Natale in Islanda, paffutello e vestito di rosso, è stato introdotto solamente qualche anno fa, andando ad aggiungersi ai 13 elfi.
Islanda: terra degli Elfi
L’aria natalizia in Islanda la si inizia a respirare già intorno al 1 Dicembre con l’arrivo dell’Avvento. In questo periodo è usanza accendere una candela rossa ogni domenica prima di Natale, per un totale di 4 candele. La prima domenica dell’Avvento si accende la prima candela, la seconda domenica si accendono la prima e la seconda candela e così via. Così facendo l’ultima domenica ci si ritrova con 4 candele di dimensioni diverse. Le candele vengono poste nella Aðventukrans, Corona dell’Avvento, realizzata con rametti di abete, pigne, bacche e foglie. Queste candele tradizionali alcune famiglie le hanno sostituite con delle candele elettriche che solitamente vengono posizionate sui davanzali, in modo da poter illuminare la strada.
Il Natale non lo si festeggia come da noi il 25 Dicembre, ma bensì il 24 Dicembre alle 18.00. La sera della Vigilia di Natale, Aðfangadagur in islandese, ci si ritrova tutti insieme, si organizza il cenone e si aprono i regali. Dopo aver aperto i regali molti vanno alla messa di mezzanotte, mentre altri preferiscono restare a casa con i propri parenti o leggere un libro, magari appena ricevuto in regalo.
La Vigilia è anche il momento per ricordare i propri cari defunti, recandosi al cimitero per lasciare una candela sulla loro tomba. Il giorno di Natale, Jóladagur, invece lo si trascorre in famiglia, con pochi parenti, rilassandosi e mangiando il cibo avanzato del giorno prima. La sera di Santo Stefano invece, Annar í jólum, ci si ritrova tutti insieme per ammirare lo spettacolo pirotecnico.
Gli islandesi sono un popolo di scrittori e di lettori. In Islanda infatti è tradizione natalizia regalare diversi libri e magari leggerli la notte della Vigilia. Questa usanza prende il nome di Jólabókaflóð, letteralmente alluvione di libri per Natale, e trova le sue radici nella Seconda Guerra Mondiale, quando le leggi imponevano rigide restrizioni sull’importazione di molti beni, tranne sulla carta. Il Natale in Islanda non è definito tale se non ci sono tanti libri sotto l’albero.
Secondo le statistiche, in Islanda una persona su dieci abbia scritto e pubblicato almeno un libro. Lo scrittore Solvi Bjorn Siggurdsson, intervistato dalla BBC, ha spiegato: Siamo una nazione di cantastorie. Quando è buio e fa freddo, non ci rimane altro da fare se non scrivere.
A questo scambio di libri contribuiscono anche le case editrici, inviando gratuitamente alle famiglie un catalogo, chiamato Bókatíðindi, in cui vengono presentati i libri in uscita entro la fine di Novembre. In questo modo è possibile regalare libri appena usciti per Natale.
Quasi tutta la popolazione islandese crede nella presenza delle cosiddette hidden people, ovvero elfi, folletti e gnomi. Il Natale in Islanda non a caso è caratterizzato da credenze popolari che hanno come protagonisti 13 piccoli elfi chiamati jólasveinar. Gli Yule Lads sono elfi molto dispettosi, che si divertono a rubare cibo e oggetti e a fare scherzi ai bambini. In Islanda è usanza dei bambini lasciare, ogni notte, la loro scarpa più grande sul davanzale, sperando di trovare qualche regalo la mattina seguente. A seconda di come si sono comportati durante l’anno, gli Yule Lads lasciano nella scarpa dei bambini un dolcetto o un regalino se si sono comportati bene, oppure una patata rinsecchita se si sono comportati male.
Secondo la tradizione, questi piccoli elfi sono i figli di Grýla e Leppalúði, due grandi troll che vivono sul monte Bláfjöll, la Montagna Blu situata vicino a Reykjavik. Grýla è perennemente di cattivo umore a causa della sua insaziabile fame di bambini. Si dice che, ogni Natale, scende dalla sua casa in montagna per andare a rapire i bambini che si sono comportati male. Una volta catturati li mette nel sacco e li porta nella sua grotta, dove li mette nel pentolone vivi e li cucina. La leggenda di Grýla ha origini molto antiche, tanto da essere menzionata in molte poesie, poemi (tra cui l’Edda), canzoni e spettacoli islandesi.
Un’altra figura forse ancora più terrificante è Jólaköttur, l’animale domestico di Gryla e Leppalúði. Si tratta di un gatto cattivo che durante la notte di Natale rapisce i bambini e gli adulti che non indossano un abito nuovo. Ecco da dove nasce la tradizione di far trovare sotto l’abero un vestito nuovo per ogni Natale.
In passato i genitori usavano le storie su questa famiglia di elfi per intimidire i propri figli, affinché si comportassero bene durante tutto l’anno. I bambini islandesi erano così terrorizzati dall’arrivo di questi elfi che, durante il periodo natalizio, non uscivano più di casa. Nel 1746 il Governo islandese si trovò costretto ad emettere un decreto che vietava ai genitori di utilizzare troll, elfi e storie di mostri per intimidire i bambini.Così a partire dal XX secolo iniziò uno stravolgimento nei personaggi natalizi, diventando sempre più simili a Babbo Natale e agli gnomi di Natale danesi.
I Jólasveinar scendono dalle montagne uno ogni notte, a partire dal 12 Dicembre, vigilia di Santa Lucia, fino al 24 Dicembre, Vigilia di Natale. Ognuno di loro è specializzato in un dispetto, già intuibile dal loro nome.
Il primo ad arrivare è Stekkjastaur, un elfo goffo a causa delle sue gambe di legno che si diverte a dare fastidio alle pecore nelle stalle. Seguono poi: Giljagaur si introduce nelle stalle per leccare la schiuma dal latte nei secchi di mungitura. Stúfur, particolarmente basso, ruba le pentole per leccarne l’unto rimasto sul fondo. Þvörusleikir, estremamente magro, ruba i cucchiai di legno per leccarli. Pottaskefill ruba gli avanzi dalle pentole. Askasleikir si nasconde sotto il letto in attesa che qualcuno posi per terra la sua scodella (askur) per poi rubargliela.
Hurðaskellir si diverte a spaventare le persone, sbattendo le porte e urlando, soprattutto di notte. Skyrgámur va alla ricerca dello skyr, un prodotto islandese simile allo yogurt. Bjúgnakrækir si nasconde in mezzo alle travi dei tetti, per rubare le salsicce che devono essere affumicate. Gluggagægir spia dalle finestre delle case in cerca di qualcosa da rubare. Gáttaþefur, dotato di un grosso naso, usa il suo olfatto finissimo per trovare il laufabrauð, un tradizionale dolce natalizio islandese. Ketkrókur ruba la carne usando il suo lungo uncino. Kertasníkir ruba le candele di lardo ai bambini, tipiche del periodo natalizio, per poi mangiarsele lasciandoli al buio.
E così, come sono arrivati se ne vanno. Dal 25 Dicembre al 6 Gennaio i Jólasveinar tornano sulle montagne, sempre uno alla volta, e l’ultimo porta con sé tutte le feste.

In Lussemburgo

Il Lussemburgo è un piccolo principato del Nord Europa posizionato fra Francia, Belgio e Germania.
Qui la tradizione natalizia è particolarmente sentita ricoprendo case piazze e strade di luci colorate e l’aria si riempie di profumo di cannella.
Il Natale a Lussemburgo esalta tradizioni natalizie tedesche e francesi, offrendo ai visitatori numerose attrazioni come la parata di San Nicolas in Piazza d Armes, nel centro della città e l’Advent Circus.Il Natale è magico in tutto il mondo, ma il nord Europa ci racconta di festività natalizie che cominciano un po’ prima che in Italia.
San Nicolas, lì conosciuto con il nome di Kleeschen, arriva dalla Spagna su di un cavallo bianco, in compagnia di Pietro il moro, suo fedele aiutante, e insieme distribuiscono caramelle a tutti i bambini che sono stati buoni durante l’anno.
Il 5 dicembre, genitori e figli preparano un gradito spuntino con i tipici biscotti a forma di omino per San Nicolas, che in cambio riempirà di dolciumi le loro calze appese ai camini.
Non possono mancare poi, i graziosi e caratteristici mercatini di Natale che fanno da cornice alla piazza, regalando una favolosa atmosfera di festa, con luci, alberi addobbati, decori artigianali su uno sfondo imbiancato.
Il tipico dolce di Natale di Lussemburgo è la Bùche de Noel, della tradizionale forma di tronco.
I mercatini di Natale sono formati da simpatiche  casette di legno dove si possono trovare molti prodotti di: artigianato, abbigliamento, e prodotti alimentari.
Nelle case lussemburghesi si cucinano molti piatti natalizi tra cui le Letzebuerger Grillwurscht (salsicce di maiale e vitello alla griglia), la Gromperekichelcher (torta di patate con cipolla e uova) e il Gluhwain ( vin brulè ).
Durante il Natale la capitale si veste a festa con il festival delle luminarie con 20.000 luci per 220 alberi, in Place del la Costituzion  mettono una grandissima ruota panoramica di 32 metri mentre in Place Guillame ci sarà la pista di pattinaggio sul ghiaccio.
Nel quartiere del Grund il mercatino è tipicamente gastronomico dove gustare lo street food Lussemburghese e il quartiere della Stazione ospita il tipico mercatino dell’Avvento dove acquistare le tante decorazioni natalizie.

In Polonia

La Polonia è un paese cattolico e la vigilia di natale è un giorno molto importante. Tradizionalmente si mangia la carne ma nel giorno di viglia si mangia il pesce.
Il pasto della vigilia di natale si consuma dopo aver visto in cielo la prima stella. Come tradizione è comune servire 12 piatti diversi per simboleggiare i dodici apostoli.La cena della vigilia si mangiano solo cibi magri come il pesce o la verdura,si può servire il Barszcz (zuppa di barbabietole), Uszka (ravioli ai funghi), Pieroghi (gnocchi di pasta ripieni) e piatti di pesce (di solito carpa e aringhe).
All’inizio del pasto, un grande biscotto chiamato Oplatek che ha una impressa un’immagine di Maria, Giuseppe e Gesù, viene passato intorno al tavolo e ognuno ne rompe un pezzetto per mangiarlo.
A volte un piccolo pezzo viene dato agli animali domestici. Un posto è spesso lasciato vuoto a capo tavola per il Bambin Gesù.
In Polonia l’albero di Natele viene addobbato il giorno della vigilia, cioè il 24. In questa stessa notte Babbo Natale porta i regali ai bambini.
A Natale c’è la neve e a molti piace andare fuori per accendere un fuoco ed arrostire delle salsicce mentre i bambini giocano con lo slittino.
Tra le celebrazioni religiose caratteristiche della Polonia nel periodo dell’Avvento, vi sono le roraty, messe che hanno luogo alle sei del mattino e in cui viene accesa una candela.
Prima della cena della Vigilia, i fedeli devono osservare un digiuno di 24 ore.

In Austria

In Italia il Natale è una delle feste più importante ed amate, soprattutto dai bambini che la aspettano con ansia. Si scrive la letterina a Babbo Natale, si decora l’albero e si visitano i mercatini di Natale. Le tradizioni natalizie, però, non sono uguali in tutto il mondo. Infatti, ogni stato ha le sue tradizioni e le sue usanze.
In Austria, le tradizioni natalizie sono molto sentite… Non si può non rimanere affascinati dai suoi mercatini pieni di colori e di luci allegre, dalle strade addobbate, dai meravigliosi dolci che fanno capolino dalle vetrine delle pasticcerie. La neve, poi, rende tutto più magico. Copre tutto, candida e silenziosa, rendendo il paesaggio ancora più suggestivo. Il periodo dell’Avvento è vissuto in maniera davvero sentita con la tradizione, ormai secolare, dei caratteristici Mercatini di Natale. Le città che ospitano i mercatini di Natale più belli sono Vienna, Salisburgo e Innsbruck, ma anche quelli delle altre città sono davvero affascinanti.
La Natività in Austria è annunciata da squilli di tromba che si sentono risuonare dall’alto delle cattedrali. L’Austria cattolica vanta la creazione della pastorale più celebre: Stille Nacht, conosciuta in Italia come Astro del Ciel, che venne  eseguita per la prima volta nella chiesa di S. Nicola di Obendorf, vicino a Salisburgo nella vigilia di Natale del 1818.
Le ragazze, durante la vigilia di Natale, preparano il famoso strudel, un dolce caratteristico a base di frutta e noci, e confezionano pacchetti per i poveri che andranno a visitare il giorno di Natale.
Gli austriaci sono persone molto delicate e gentili e, ricordandosi di chi non festeggia il Natale in casa propria, illuminano ogni stazione ferroviaria per augurare un gioioso Natale ai viaggiatori.
Il Presepe e l’Albero di Natale di Salisburgo sono davvero particolari: una costruzione raffigura la storia dell’umanità: si parte dal peccato originale, salendo, giorno per giorno con rappresentazioni del profeta Isaia, dell’Annunciazione in terra, fino alla nascita del Redentore. A Natale viene deposto il Bambino, mentre la grotta è sormontata da una splendida e luccicante stella.
Nel Tirolo (a sud dell’Austria, al confine con l’Italia) è viva la tradizione che vuole che i presepi siano realizzati con statuine di legno intagliate a mano da artigiani del luogo.
La particolarità degli alberi natalizi tirolesi è costituita dagli addobbi principalmente fatti a mano (stelle di paglia, pigne dorate e ornate di nastrini, angioletti o dolci). I profumi che si sprigionano dall’albero sono intensi: di pino perché si usano solo pini o abeti veri; di cera d’api perché non ci sono “lampadine” ma autentiche candele di cera. I pini sono senza radici.
L’albero viene preparato soltanto alla vigilia di Natale, il 24 dicembre. In questo giorno le strade si riempiono di bambini accompagnati dai nonni, e intanto i genitori addobbano l’albero tenuto nascosto fino a quel momento.
I bambini austriaci non credono a Babbo Natale, e a portare i regali è Gesù bambino. I desideri vengono scritti in una letterina che viene a prendersi direttamente il bambino Gesù oppure viene spedita all’ufficio postale di Christkindl, paese dell’Alta Austria, che è in contatto diretto con Gesù bambino. Anche se non si può garantire l’esaudimento di tutti i desideri, si può comunque essere sicuri che ogni lettera riceverà una risposta. L’ufficio postale esiste già dal 1950 e ogni anno riceve circa 2 milioni di lettere. Gesù bambino, solitamente raffigurato come un angioletto dai riccioli biondi e le ali, la notte della vigilia di natale (24.12) vola da una casa all’altra portando i doni e a volte anche l’albero di Gesù Bambino (albero di natale) già addobbato. In alcune case, suona un campanello per avvisare che è arrivata l’ora di scartare i regali.
In Austria la sera della vigilia, cinema, ristoranti e teatri restano chiusi, perché tutti devono partecipare alla festa.