Nella mia mente da dodicenne pensavo proprio che questo Natale avrebbe dato un ” colpo di spugna” a questo brutto periodo. E invece niente sono ancora qui, con la mia mascherina, con i bollettini, con chi si vaccina e chi no, con i tamponi, con le quarantenne. Mi ero immaginato un bel Capodanno all’ aperto, tutti insieme, con gli abbracci, i baci, e i ” Finalmente è finita”. Ma i sogni si sa, non sempre si realizzano e allora eccomi a ballare, a suonare, a passeggiare con l’ amica mascherina, inseparabile e presentissima. Non voglio dare colpe a nessuno, e anche se sono giovane, capisco che si poteva fare meglio: saremmo potuti essere più attenti, più rispettosi della salute degli altri, sicuramente le cose sarebbero andate diversamente.Devo ripetermi su una cosa, ” quanto mi manca la mia vita di prima” , spensierata e senza costrizioni.  Quest’ anno quando ci sederemo a tavola per la cena di Natale, guarderemo le sedie vuote, di chi non c’è più, perché ha pagato un prezzo più alto del nostro. Non ci chiederemo più un perché, lo conosciamo, ma magari ci diremo ” speriamo non accada più”. È una battaglia dura, ognuno ha perso e forse perderà qualcosa o qualcuno, ma arrendersi mai: lo sconforto questa volta lo lasciamo fuori la porta, insieme al freddo e al gelo. Sarà un Natale diverso, strano, sicuramente più intimo e con poco clamore, ma sarà certamente un Natale con un significato importante, quello di quanto conta ritrovarsi ed esserci. La mascherina sarà con noi, anzi è d’ obbligo, così come le attenzioni e le restrizioni: salutiamoci, sorridiamoci con gli occhi, facciamo sentire il nostro calore ma facciamo attenzione, perché il futuro dipende da noi. Facciamo i regali, quelli che più piacciono, è giusto ci vuole anche quello, ma regaliamoci un po’ di saggezza, rispettandoci reciprocamente. Non voglio pensare di tornare a scuola  con una quarantena, o di ballare in videochiamata, o di dover rinunciare di nuovo ad uscire con i miei amici. Non voglio vedere più immagini di terapie intensive piene, di folle in piazza a  manifestare, di lacrime per chi non c’è più. Facciamo nostro il pensiero che la scienza ci sta aiutando e che uniti si può vincere: mai come questa volta  siamo consapevoli che l’altro ci comprende, perché è nella nostra medesima situazione. Facciamo il meglio per il nostro bene e per quello degli altri. E allora che Natale sia, con tanti auguri alla nostra mascherina, ma con un solo pensiero….. salutarla presto.

GIULIO RICCI II°F