Da circa un mese è ripartito l’anno scolastico; ripartito si, perché il filo sospeso a giugno ora riprende vita e ci accompagnerà sino alla fine di questo anno. Non voglio chiamarlo inizio, perché si iniziano le cose nuove, che non si conoscono: la scuola fa parte della nostra vita, è qualcosa che ci accompagna da sempre, la conosciamo, la odiamo, la amiamo, ci manca l’ estate, ci tira su di morale, ci tiene compagnia, insomma è qualcosa di cui non possiamo fare a meno. Ci saranno progetti nuovi, materie inesplorate, esperienze uniche, ma le vivremo sereni perché la scuola accoglie donando gli strumenti a tutti, non lasciando nessuno indietro. Quest’anno poi è il primo senza mascherina, il primo in cui un sorriso è reale, concreto, visibile: quelli di alcuni dei miei compagni sono bellissimi, quasi nuovi, li avevo dimenticati. Le distanze si sono un po’ accorciate, non ci si abbraccia ancora, ma uno sguardo scoperto, amico è già un gran conforto: arriverà il momento in cui tutto tornerà nella normalità, azzereremo le distanze e gli abbracci e i baci riprenderanno il posto che gli spetta. Quest’ anno però accontentiamoci, perché la scuola sa dare tanto anche così: ci aspettano incontri, progetti,studio, verifiche, interrogazioni, esami, sconfitte e vittorie, alti e bassi,lacrime e sorrisi, così come la vita di tutti i giorni.Ma la scuola fa parte della nostra quotidianità e ha il carattere della stessa: ci saranno giorni no e giorni migliori, attimi di sconforto e altri di gioia incontrollabile, ma state sereni è tutto normale…le belle esperienze si definiscono così perché hanno tante tinte, tanti aspetti, tante note diverse: se va tutto liscio la cosa si fa veramente poco interessante.Vivremo il tutto come qualcosa da conquistare, arriveremo tutti dove ci siamo prefissati di giungere, ognuno con i propri obiettivi e con i propri tempi, e a chi avrà tempi più lunghi , tenderemo una mano, aiutati dai nostri professori, che hanno già dato modo di farci vedere di che pasta sono fatti: quella buona, di qualità, quella che lascia un segno e quando  lo lascia è di ” pasta positiva”. Il gruppo è importante, e allora dico a tutti, specialmente ai nuovi arrivati di “Fare gruppo e non branco”  e di accettare tutti nelle loro diversità, le quali non smetterò mai di dirlo, sono “ricchezza”, ” dono”. Credo che con questi propositi, si possa fare solo il meglio: rimbocchiamoci le maniche, stampiamoci un bel sorriso sul nostro viso, prefissiamoci degli obiettivi e proseguiamo il nostro cammino, ricordandoci che da soli non siamo nessuno, ma con i professori, i compagni, la Dirigente e tutto il personale siamo un grande squadra.

GIULIO RICCI III F