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Noi eravamo li’, tu?

di admin • Pubblicato il 28 Ottobre 2022 18:44:50La scuola dei Ragazzi e delle Ragazze

Il Santo Padre incontra il BIMED

Il 26 ottobre , in Piazza San Pietro, la Comunità Bimed e le scuole impegnate nel Progetto ” La Staffetta di Scrittura per la Cittadinanza e la Legalità” hanno preso parte all’Udienza di Papa Francesco. Il Santo Padre ha indetto un anno straordinario dedicato al mondo delle Missioni dal titolo ” La mondialità con Papa Francesco per vivere una dimensione di cristianità intesa come confronto e incontro tra gli uomini e le donne del mondo che pur appartenenti a qualunque religione si trovano nell’intento di costruire insieme un cammino di fratellanza e di amore”. L’Udienza è iniziata verso le 9 , con il consueto saluto del Santo Padre a tutti i fedeli, tra sorrisi, applausi, lacrime di gioia, e cori di giubilo di gruppi di turisti arrivati per l’occasione. A fare da cornice la bellezza indescrivibile di Piazza San Pietro, che ci riporta alla mente il passaggio di vecchi Papi e quello di innumerevoli artisti che l’ hanno resa invidia di tutto il mondo.

Il discorso del Papa, è iniziato parlando della Desolazione, intesa come ” oscurità dell’anima”, come turbamento interiore, come tristezza continua che spinge l’ uomo a rifugiarsi nelle cose sbagliate, che lo allontana dal Bene: una persona sfiduciata, sola, non vede la luce, e nemmeno nessun tipo di soluzione ai problemi. Non esiste però una vita sempre gioiosa, allegra: la tristezza fa parte di essa, è un suo elemento e deve essere momento di riflessione. Quando si è soli, sconfortati, ci si deve fermare a riflettere su ciò che si è fatto e se necessario provare rimorso, come fece l’Innominato davanti al cardinale Federico Borromeo, dopo una notte di tormenti. Il Santo Padre ha portato come esempio un passo dei Promessi Sposi, romanzo molto vicino anche a noi giovanissimi, perché studiato nelle scuole.

Il Papa ha poi continuato dicendo con fermezza che la tristezza non è negativa ma che bisogna imparare a dialogare con essa, fa parte del nostro vivere: è come un semaforo che ti chiede di fermarti,di riflettere e poi di ripartire.
Questa parte del discorso del Papa, mi ha colpito in particolar modo, perché noi giovani tendiamo ad isolarci, ad essere tristi, a volte anche senza dei solidi motivi: forse dovremmo imparare a gestire le emozioni dialogando con esse. E quando le difficoltà aumentano, esistono le piccole comunità come la scuola che possono aiutarci: lì troveremo sempre un adulto pronto a darci una mano.Il Santo Padre, ha parlato anche del Bene e di quanto nulla ci dovrebbe allontanare da esso, nessuna solitudine, nessuna desolazione. Dovrebbe essere il nostro pensiero primario, proprio di tutti, anche di chi ha un credo diverso.La vita è piena di ostacoli, mai abbattersi ai primi, questo vale anche per la vita quotidiana, nel lavoro, nella scuola. Pensiamo se ognuno di noi dovesse arrendersi al primo problema, tutti staremo fermi: e invece bisogna ripartire, essere forti, saggi, superare la solitudine e la desolazione che ci avvolge ed andare avanti. Il Santo Padre poi ha posto l’ accento sulla tragedia della guerra, sottolineando quella che sta incendiando il Congo e l’Ucraina: e qui le persone avevano lo stesso sguardo, perché non bisogna essere credenti per odiare la guerra, basta avere l’amore, essere altruisti e avere giustizia nel cuore.
L’ Udienza è stata un’ esperienza unica, non solo per la sua essenza, ma perché mi ha dato la possibilità di ritrovarmi con migliaia di persone diverse giunte lì, in attesa di ascoltare lo stesso messaggio da portare nel cuore e nel mondo: la fratellanza in quella piazza ci ha uniti, rendendoci in quel momento tutti uguali.Le parole del Papa sono state un insegnamento, una fonte di ricchezza, e secondo me sono state anche conforto per chi ha il cuore malandato, per chi è come ha detto lui ” Desolato”. Voglio ringraziare la Bimed che ci ha dato questa opportunità e la mia professoressa di Italiano, a cui va il merito dei nostri progetti.

GIULIO RICCI III F